7
2. La tradizione letteraria italiana tra
Ottocento e Novecento
Ho scelto di esaminare il contesto storico e letterario tra
l‟Ottocento e il Novecento perché in questo periodo la tradizione
culturale e il sistema letterario si trasformano e si ridefiniscono: negli
strumenti e nei mezzi, nell‟insieme di produttori e di pubblico. Dopo la
rivoluzione francese e le guerre napoleoniche, l‟Europa sembra tornare
agli equilibri e alle strutture dell‟Antico Regime
3
. Le potenze vincitrici che
definiscono il nuovo assetto europeo nel Congresso di Vienna (1815)
sembrano voler eliminare tutte le conquiste della rivoluzione francese,
rimettendo sul trono gli antichi sovrani, riaffermando il valore delle
autorità, l‟uso della religione come sostegno del potere, la funzione
dell‟aristocrazia come guida della società
4
.
Gli anni trascorsi hanno però creato in tutta Europa grandi
mutamenti scuotendo il prestigio e la sicurezza di valori e poteri
costitutivi
5
. In modi diversi, la borghesia ha acquisito una nuova
coscienza di sé, come protagonista dello sviluppo economico e sociale:
ha scoperto i valori nazionali
6
e sente il bisogno di sperimentare forme di
organizzazione politica e sociale. Inoltre, insofferente dei residui delle
antiche strutture feudali, sente che la sua dinamicità economica la
autorizza ad assumere la direzione della vita politica.
Negli anni Cinquanta del XIX secolo, in alcune zone d‟Europa,
inizia un processo di industrializzazione che allarga e rafforza quelle
forme di organizzazione industriale che già si erano notevolmente
sviluppate nell‟Inghilterra del secolo XVIII. Le iniziative industriali
3
Si veda Alberto Mario Banti, Il Risorgimento Italiano, Laterza, 2008.
4
AA.VV., Itinerari dell‟Invenzione,4, Autori, Temi, Crocevia della Letteratura Italiana
ed Europea, L‟età del Romanticismo, Sansoni per la scuola, Firenze, 2002.
5
Giulio Ferroni, Storia della letteratura italiana, Dall‟Ottocento al Novecento, Einaudi
Scuola, Milano, 1991.
8
promuovono i mezzi di comunicazione, che facilitano gli scambi, i
rapporti e la circolazione dei prodotti industriali su larga scala. Si
impongono così il capitalismo
7
e il modo di produzione capitalistico, che
vedono la classe borghese come protagonista e soggetto attivo.
All‟allargamento della ricchezza borghese si fa strada però una nuova
coscienza nel soggetto passivo del capitalismo, il proletariato, che cerca
di organizzare la sua presenza all‟interno del mondo industriale, e giunge
a rivendicare essenziali diritti. Tra la borghesia e il proletariato trovano
inoltre un nuovo ruolo politico e sociale i ceti medi.
Lo sviluppo capitalistico, quindi, porta ad un dominio
dell‟economia e del denaro su tutte le sfere della vita pubblica e privata.
Molti momenti dell‟esistenza quotidiana
8
cominciano ad entrare a far
parte della produzione industriale come le forme d‟intrattenimento e gli
aspetti piacevoli o culturali delle relazioni sociali. Ciò riguarda i libri, i
giornali, lo spettacolo, gli oggetti del benessere quotidiano: quello che
viene prodotto deve essere consumato, anche in questo ambito, per dar
luogo ad una nuova produzione. I valori degli oggetti cambiano e si
rinnovano continuamente seguendo le regole della moda
9
.
Scossi dai valori dell‟economia capitalistica e dalle trasformazioni
che lo sviluppo industriale impone molti strati sociali avvertono un senso
di instabilità e di insicurezza; ma non va dimenticato che su un piano
generale vanno registrati una forte diminuzione della mortalità e un
grande aumento della popolazione anche se non mancano situazioni di
estrema miseria e arretratezza.
6
Sulla spinta di una nuova aspirazione alla libertà e all’indipendenza dei popoli.
7
Con il termine capitalismo si intende un sistema economico – sociale basato su uno
specifico modo di produzione, che pone al suo centro l’autonomia del capitale (questo
termine indica in primo luogo una somma accantonata, e poi in genere i mezzi di
produzione separati dal lavoro). Tra le differenti e diverse interpretazioni economiche e
storiche del sistema capitalistico si è affermata nella cultura moderna quella di Marx,
che collega lo sviluppo del capitalismo e quello della borghesia e mette in evidenza
alcuni caratteri essenziali del modo di produzione capitalistico.
8
Emilio Cecchi, Natalino Sapegno, Storia della letteratura italiana,VIII,
Dall‟Ottocento al Novecento, Garzanti, 1979.
9
Si veda Roland Barthes, Sistemi della moda, Einaudi, Torino, 1977.
9
La situazione italiana in questo periodo è particolare, per la
divisione in vari staterelli del paese, sottoposti al controllo dell‟Austria
10
,
e per l‟arretratezza di molte regioni. Il Congresso di Vienna impone un
ritorno al 1796
11
. Ovunque domina la reazione più dura contro coloro
che avevano collaborato con il regime francese e ben presto le promesse
fatte dai sovrani restaurati si rivelano illusorie; motivo per cui non ci
furono spazi di autonomia e di libertà. Lo stesso regime austriaco
conduce una politica conservatrice e oppressiva. Si organizza così una
intensa attività cospirativa, che vede come protagonisti gli intellettuali, e
gode di un certo consenso della borghesia, ma che si scontra per lungo
tempo con una dura repressione poliziesca e con l‟indifferenza di molti
strati della popolazione. Il fallimento dei moti rivoluzionari degli anni
1820 e 1830 fa comprendere ai rivoluzionari la necessità di
un‟educazione nazionale e di un‟opera di proselitismo
12
. Alla causa
dell‟indipendenza come consenso di massa si battono molti intellettuali
che cercano di stringere contatti internazionali, collaborando con diversi
gruppi liberali e democratici europei. La diffusione di una coscienza
nazionale unitaria è però ostacolata dalle antiche tradizioni particolariste,
regionali e statali, dall‟assenza di strutture militari capaci di contrastare il
regime austriaco
13
e dall‟accanita difesa di antichi equilibri, gerarchie e
privilegi. Infatti la lotta per l‟indipendenza viene organizzata e svolta
soprattutto dalle classe alte e medie, “animate da intenti pratici e da ideali
spesso assai divergenti”
14
, solo in alcune occasioni vi partecipa il popolo
delle città
15
, mi riferisco alla sua parte attiva, ma ne restarono del tutte
estranee la classi contadine.
10
Alberto Mario Banti, Il Risorgimento Italiano.
11
Ibidem, Il Risorgimento Italiano.
12
Ibidem, Il Risorgimento Italiano.
13
Giulio Ferroni, Storia della letteratura italiana, Dall‟Ottocento al Novecento,
Einaudi Scuola, Milano, 1991, p. 88.
14
Ivi, p. 90.
15
È da ricordare che il grosso della popolazione italiana continuava a risiedere nelle
campagne e l’intera struttura economica restava fondata sull’istituto della proprietà
fondiaria.
10
In questa epoca il genere letterario che meglio riproduce il gusto
del nuovo pubblico, ed è il solo ad avere un mercato di notevole
ampiezza e un successo economico, è il romanzo storico
16
, mentre negli
anni Cinquanta comincia a svilupparsi anche in Italia il romanzo
d‟appendice
17
.
Nella storia letteraria italiana, il primo esempio di una prosa
narrativa moderna, in cui la descrizione di un‟esperienza tutta individuale
si presenti all‟interno di una tradizione letteraria alta
18
, è il romanzo di
Foscolo, le Ultime lettere di Jacopo Ortis
19
, testo in cui la vicenda personale
di amore e morte è intrecciata con il racconto di un‟esperienza a carattere
pubblico e politico. L‟ Ortis
20
è un libro che, se da un lato, chiude la
tradizione settecentesca del romanzo epistolare, dall‟altro, apre e anticipa
lo sviluppo della prosa narrativa italiana qual è il romanzo borghese e
moderno
21
. A questo tipo di romanzo si affida principalmente il compito
di svolgere presso il nuovo pubblico una funzione di educazione e di
16
Questa forma di romanzo è basata sulla rappresentazione di fatti e personaggi
appartenenti a ben definite epoche storiche. Può trattarsi di vicende storicamente reali,
ma arricchite da svolgimenti romanzeschi, o di vicende inventate dall’autore, ma
inserite in un contesto storico reale; comunque il narratore si fa scrupolo di rendere in
modo verosimile il carattere dell’epoca storica di cui scrive, documentandosi anche su
usi, costumi, linguaggi e modi di vita del tempo a cui il racconto si riferisce. La
narrazione di eventi del passato in forma romanzesca è sempre stata in uso presso i
popoli, ma il romanzo storico come genere vero e proprio si diffonde nell’età romantica.
Si veda G. Lukacs, Il romanzo storico, Einaudi, Torino, 1965.
17
Si definisco così i romanzi pubblicati a puntate in appendice ai giornali quotidiani e
settimanali, rivolti ad un pubblico molto vasto, composti spesso pezzo per pezzo
immediatamente prima della pubblicazione, basati su schemi narrativi convenzionali,
ricchi di esagerazioni e di contrasti. Gli anni Trenta dell’Ottocento videro in Francia un
eccezionale successo di questo genere narrativo, chiamato roman-feuilleton. Da allora
in poi la pubblicazione di romanzo d’appendice divenne uno dei veicoli di produzione e
diffusione di letteratura. Come romanzi d’appendice furono inizialmente pubblicati non
solo testi di facile consumo e di scarso valore letterario ma anche alcuni dei maggiori
capolavori del romanzo ottocentesco.
18
Marina Zarcan, Il doppio Itinerario della scrittura, La donna nella tradizione
letteraria italiana, cit, p 65.
19
Prima edizione 1802-1803
20
La vicenda trae origine dal suicidio di Girolamo Ortis, uno studente universitario nato
a Vito d’Asio (Pordenone) il 13 maggio 1773 e morto il 29 marzo 1796. Il Foscolo
mutò il nome di Girolamo in Jacopo, in onore di Jean Jacques Rousseau. Nel paese
natio esiste tutt'ora la casa del giovane, ristrutturata dagli eredi a seguito del terremoto
del Friuli del 6 maggio 1976
21
Marina Zarcan, Il doppio Itinerario della scrittura, La donna nella tradizione
letteraria italiana, cit, p 65.
11
elevazione civile e morale, e in cui la figura femminile (Teresa) è caricata
di funzioni di rilievo, sia narrative che ideologiche.
Con lo sviluppo delle borghesie nazionali, la definizione della
famiglia ha assorbito all‟interno di sé il concetto d‟amore ridefinendolo
come spazio privato e sentimentale che la figura femminile (Teresa)
riassume e rappresenta in modo simbolico
22
. Inoltre la famiglia
risorgimentale italiana è fondata sulla morale cattolica (ha ripreso vigore
durate la Restaurazione) ed è considerata il nucleo fondamentale del
futuro Stato unitario nazionale. Valori come la vita religiosa, il lavoro, la
proprietà sono i principali elementi su cui si fonda la vita della maggior
parte delle famiglie risorgimentali. Nei contesti dove la terra e le
campagne rappresentano il fulcro della vita lavorativa, la famiglia
risorgimentale è di tipo patriarcale, contraddistinta da una rigida
divisione dei compiti, che confinava le donne tra le mura domestiche.
Tuttavia il Risorgimento si caratterizza anche come un periodo di
apertura e di relativa autonomia per diverse donne. Molto probabilmente
furono incoraggiate dal clima patriottico-rivoluzionario.
I presupposti che già Foscolo aveva individuato come tendenza di
una parte del pensiero letterario italiano agli inizi del XIX secolo trovano
continuità e sviluppo nel romanticismo italiano. Di Romanticismo
23
si
inizia a parlare in Italia solo con la polemica suscitata nel 1816 dalla
pubblicazione, sul primo numero della Biblioteca italiana
24
, dell‟articolo di
22
Marina Zarcan, Il doppio Itinerario della scrittura, La donna nella tradizione
letteraria italiana, cit, p. 67.
23
La parola romantico ebbe origine in Inghilterra: l’aggettivo romantic vi era già usato nel
Seicento per riferirsi al mondo dei vecchi romanzi cavallereschi, alle finzioni, alle cose
incredibili in essi contenute. Ma nel corso del Settecento il termine cominciò ad assumere
un’accezione positiva, indicando il fascino della natura selvaggia, delle figure fantastiche o
soprannaturali, del passato lontano, del mistero e del sentimento. Il termine inglese fu
prima tradotto in Francia con pittoresque e romanesque, fu poi coniato l’aggettivo
romantique e in italiano si originò romantico, il cui uso fu attestato solo nel 1814; ma già
da alcuni anni i nuovi scrittori tedeschi avevano usato l’aggettivo romantisch e il termine
astratto Romantik per rifersi alla inquieta sensibilità moderna e per distinguersi da quella
“classica”. Il grande successo del Romanticismo in tutta Europa estese l’uso dell’aggettivo
romantico, che ancora nel linguaggio corrente mantiene varie accezioni. Si veda R. Wellek,
Concetti di critica, Boni, Bologna, 1972.
24
La “Biblioteca italiana” era nata a Milano dopo lunghe trattative e proposte di
collaborazione rivolte ad intellettuali diversi, da Foscolo a Monti, Di Breme, Borsieri, come
organo culturale ufficiale, finanziato dal governo austriaco, ma dotato di una notevole
12
Madame de Stäel
25
intitolato Sulla maniera e l'utilità delle traduzioni
26
.
Questo articolo contiene un invito agli intellettuali italiani ad una
maggiore apertura verso le letterature straniere soprattutto inglese,
tedesca e francese e un rifiuto agli schemi, forme, regole della tradizione
classicista.
Rispetto alle linee generali del Romanticismo europeo
27
quello
italiano è più moderato e soprattutto nella sua fase iniziale conserva
alcuni aspetti dell‟Illuminismo. In Italia la tradizione classica ha un
notevole peso e questo porta ad un allontanamento di tutte le posizione
estreme che caratterizzano la cultura romantica europea. Quindi il
Romanticismo italiano si focalizza principalmente sul rapporto tra
letteratura e società. Si sente il bisogno di creare una letteratura moderna,
che risponda alla esigenze del presente e che rivolga nuova attenzione a
quei periodi storici non presi in considerazione dalla tradizione classica,
come il Medioevo. La letteratura romantica rompe con la tradizione dei
generi letterari perché non può tollerare le esclusioni e i limiti dei generi
letterari.
I romantici sostituiscono ai classici (Virgilio, Cicerone, Orazio e
Petrarca), considerati i modelli più alti della letteratura occidentale, tre
grandi poeti riscoperti già nel Settecento, dotati “di eccezionale densità
storica e rappresentativa, di una potenza originaria che sfugge a ogni
autonomia. La rivista, secondo i propositi dei fondatori, doveva essere uno strumento di
dibattito relativamente libero e di promozione pubblica delle lettere e delle scienze, una
manifestazione di apertura liberale da parte del restaurato regime austriaco.Pur pubblicando
l’articolo della Stäel la rivista diede maggior spazio alle posizioni dei classicisti.
25
Mademe de Stäel (Anne Louise Germaine Necker, 1766-1817), grande mediatrice di
cultura, animatrice dei dibattiti intellettuali, prima nel suo salotto parigino poi nel suo
castello di Coppet, presso Ginevra. Attenta alle più svariate manifestazioni della letteratura
europea contribuì in modo determinate alla diffusione delle nuove idee romantiche in
Francia e in Italia.
26
Si veda Storia letteraria d‟Italia, a cura di Armando Balduino, Piccin Nuova Libraria,
Casa Editrice Dr. Francesco Vallardi, Padova, 1990, p.521
27
Nel Romanticismo si usa vedere in primo luogo una reazione con l’Illuminismo, una
riscoperta del sentimento in opposizione alla ragione. È possibile riconoscere alcuni aspetti
generali del Romanticismo: l‟individualismo; le manifestazioni del genio; il valore e lo
spirito del popolo; l’affermazione dei caratteri originali delle nazioni; l’interesse per la vita
e la storia particolare dei popoli europei si risolve in una passione per il medioevo, per i
suoi miti e le sue credenze, in una parola sola per la religione; e infine la tematica amorosa.
13
schema normativo e razionalistico”
28
: Omero, Dante e Shakespeare. Per
cui vengono usati toni espressivi più intensi legati al reale, al popolare,
all‟esotico e all‟arcaico. Comunque la rottura del sistema dei generi non è
di certo radicale come avverrà nelle avanguardie del Novecento, ma
verranno costruiti nuovi codici che si rifanno alla tradizione rinnovando,
però, le forme, liberandoli da regole troppo limitative e storicamente
antiquate. Se da un lato le nuove forme romantiche portano una
rigenerazione della letteratura dall‟altro si irrigidiscono in artificiali
convenzioni, si trasformano in moduli banali e ripetitivi, amati dal
pubblico borghese, ma privi di ogni vitalità
29
.
Gli autori romantici rifiutano l‟idea illuministica della ragione,
poiché questa non è in grado di spiegare la totalità del mondo. Nell‟età
romantica viene esplorato maggiormente l‟irrazionale, infatti, i
sentimenti, la follia, il sogno le visioni assumono un ruolo
preponderante. L‟uomo romantico cerca stabili supporti nella fede. Si
determina così un ritorno all‟utilizzo di pratiche magiche e occulte. Il
pensiero romantico porta ad una rivalutazione del Medioevo e del
romanzo gotico
30
. Innanzitutto perché nel Medioevo la religione svolge
un ruolo fondamentale per la società; fornisce le coordinate non solo
morali, ma anche esistenziali. Questo aspetto fa sì che, nel romanticismo,
si guardi all‟“Età di mezzo” come ad un‟epoca positiva perché pervasa da
un forte sentimento di misticismo e spiritualità. Infatti alla base del
romanzo gotico vi è una certa esaltazione delle ambientazioni medioevali
e i luoghi privilegiati sono castelli e cattedrali.
Con il romanticismo, cultura e letteratura entrano a far parte di un
progetto di sviluppo civile, etico e sociale. In esso, se si considerano le
scelte formali e la costruzione dell‟intreccio narrativo che assume il
romanzo, si possono individuare le caratteristiche del nuovo
28
Giulio Ferroni, Storia della letteratura italiana, Dall‟Ottocento al Novecento, cit, p. 110.
29
Giulio Ferroni, Storia della letteratura italiana, Dall‟Ottocento al Novecento, cit,, p.
111.
30
Si veda Margherita Ganeri, Il romanzo storico in Italia, Il dibattito critico dalle origini al
post-moderno, Piero Manni, Lecce, 1999
14
immaginario letterario e poetico
31
. Degno di nota è in questo contesto il
romanzo storico di Manzoni, I promessi sposi
32
, in sintonia con la
tradizione culturale lombarda dove il sentimento religioso assume un
grande rilievo insieme all‟ideologia nazionale. Ne I promessi Sposi le
partenze, i viaggi, le separazioni, le ricerche, gli incontri fortuiti sono
piuttosto frequenti, sono una delle costanti del romanzo d‟avventura. Il
monaco
33
di Matthew G. Lewis rappresenta il tipico esempio di romanzo
gotico in cui orrore, erotismo, suspense e violenza si mescolano,
affascinando il lettore. Non dimentichiamo che anche ne I promessi Sposi
non mancano rapimenti e colpi di scena. In questo contesto la figura
femminile di Lucia
34
ha un ruolo narrativo che la carica di significati
all‟interno del testo, mentre la priva di qualsiasi elemento che possa
alludere ad un‟identità soggettiva
35
. Lucia è la figura di un discorso
letterario e parte di un programma sociale e politico.
Oltre al modello manzoniano che si impone nella cultura italiana
per l‟aspetto linguistico letterario ma anche per il suo messaggio
ideologico, vi è un altro romanzo che chiude la fase di storia della cultura
letteraria risorgimentale: Le Confessioni d‟un Italiano di Ippolito Nievo, in
cui si racconta un‟esperienza storica che, attraverso il filtro della
memoria, si traduce in un itinerario di coscienza individuale e politica. La
Pisana conserva nel testo, come Lucia e Teresa, la funzione essenziale di
perno e mediazione nelle tensioni individuali e sociali
36
. Il romanzo dà
senso all‟esperienza individuale innalzando la nuova coscienza civile e
politica.
31
Giulio Ferroni, Storia della letteratura italiana, Dall‟Ottocento al Novecento, cit,, p. 67.
32
Scritto il 24 aprile 1821 mentre Manzoni si trovava con la famiglia nella villa di
Brusuglio a pochi chilometri da Milano.
33
Marisa Bulgheroni, La tentazione della chimera, Charles Brockden Brown e le origini
del romanzo americano, Edizioni di storia e letteratura, Roma, 1965, p.126
34
Immagine di una violenza subita, che in lei assume valenze di una sopraffazione sociale;
e insieme simbolo del valore sociale e progressivo della fede religiosa e degli affetti
familiari e domestici.
35
Marina Zarcan, Il doppio Itinerario della scrittura, La donna nella tradizione letteraria
italiana, cit, p. 68
36
Ibidem, p. 68
15
Nella fase di costruzione della nazione unita e in quella successiva
in cui si intreccia la creazione di un‟identità nazionale allo sviluppo
capitalistico, si sviluppano due generi di scrittura: una saggistica di
matrice pedagogica che rende esplicito quale sia il ruolo sociale che la
donna è chiamata ad accettare; ed una a carattere storiografico. È
importante tenere presente che alla base delle due tipologie sta il nuovo
rapporto tra individui e Stato e dal quale si definiscono i caratteri del
cittadino
37
. In questo ambito, come scrive con precisione Annarita
Buttafuoco “la „natura femminile‟ … è stata il „luogo‟ in cui si sono
giocate sia l‟esclusione delle donne dalla cittadinanza, sia, da parte di
queste, la pretesa che proprio la „natura femminile‟ dovesse costituire,
invece, un requisito essenziale per la piena assunzione di diritti”
38
.
L‟identità di essere donna assume quindi una valenza non solo simbolica
e culturale ma anche politica. Nasce così il modello della „donna nuova‟.
Questo nuovo soggetto culturale trova spazio e utilizzazioni differenti,
dal discorso politico alla narrazione letteraria; inoltre indica il passaggio
ad una nuova concezione femminile. L‟identità di essere donna assume
quindi una valenza non solo simbolica e culturale ma anche politica. Alla
fine del secolo la „Donna Nuova‟ è il prototipo del rinnovamento
spirituale e comportamentale femminile, e verrà divulgato come modello
in modo massiccio con l‟avvento della Grande Guerra.
Sempre negli anni dell‟unificazione italiana, accanto alla letteratura
normativa pedagogica, come ho già detto, prende corpo il discorso
storiografico; un genere intrapreso nella seconda metà del XVIII secolo
da Girolamo Tiraboschi
39
, a cui Francesco De Sanctis
40
affida la
funzione di narrare la storia civile della nazione attraverso la
37
Marina Zarcan, Il doppio Itinerario della scrittura, La donna nella tradizione letteraria
italiana p.70.
38
Annarita Buttafuoco, Questioni di cittadinanza. Donne e diritto sociali nell‟Italia
liberale, Siena, 1997, pp. 12-13.
39
Girolamo Tiraboschi (Bergamo, 18 dicembre 1731 – Modena, 9 giugno 1794) erudito e
storico della letteratura italiana.
40
Francesco Saverio De Sanctis (Morra Irpina, 28 marzo 1817 – Napoli, 29 dicembre
1883) è stato uno scrittore, critico letterario, politico, Ministro della Pubblica Istruzione e
filosofo italiano. Fu il maggiore critico e storico della letteratura italiana nel XIX secolo.
Intellettuale che incarna e rappresenta l’etica di una borghesia laica e progressista