INTRODUZIONE
L'idea alla base di questo progetto è accendere i riflettori sulla relazione di tre
dimensioni, che ultimamente concorrono spesso intrecciandosi tra loro: un
disastro naturale, la comunicazione pubblica e il comportamento elettorale.
L'ipotesi è che la comunicazione pubblica, in un contesto di crisi come la
gestione di un'emergenza naturale, sia elemento in grado di influenzare il
comportamento di voto degli elettori. La tesi è stata sostenuta facendo ricorso
sia a fondamenti teorici sia ad una ricerca di tipo qualitativo sviluppata su due
canali. Si è ritenuto utile analizzare tre casi di crisi derivanti da recenti disastri
naturali, ai quali le amministrazioni locali italiane hanno dovuto fronteggiare. I
tre casi di studio sono: Il terremoto a L'Aquila nell'aprile 2009, l'alluvione a
Genova nel novembre 2011 e il terremoto in Emilia-Romagna nel maggio 2012.
In ognuna di queste emergenze è stata analizzata la comunicazione pubblica
da una prospettiva interna e una esterna e si è ipotizzato l'impatto di questa
comunicazione di crisi sulle prime elezioni locali utili post-disastro. Ciò che
viene ipotizzato è un suggerimento e una proposta per ulteriori ricerche sul
campo; non ha dunque nessuna pretesa di oggettività. L'originalità
contraddistingue l'idea, in quanto difficilmente tra i fattori che vengono ricercati
per determinare le intenzioni di voto emerge la comunicazione di crisi. Non è
usuale inoltre, considerare la comunicazione in contesto di emergenza come
fattore negativo oppure come opportunità capace di avere un impatto sul
comportamento elettorale; solitamente in relazione a un disastro naturale si
parla in modo esclusivo di impatti sociali ed economici. Inoltre, spesso si
dimentica che un fatto pubblico come un disastro naturale non può mai
esimersi dall'essere anche un fatto di tipo "politico". La prima parte, composta
da tre capitoli, ripercorre i fondamenti teorici utilizzati per definire la
comunicazione pubblica, la cui differenza con la comunicazione politica è
spesso impercettibile; le teorie e le pratiche utilizzate nella gestione e
comunicazione di crisi e infine lo sviluppo delle determinanti relative al
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comportamento elettorale. La seconda parte lascia la teoria per abbracciare la
pratica e la ricerca qualitativa, analizzando la tematizzazione operata dai media
nei tre casi di emergenza citati. In questo capitolo, anch'esso composto da tre
capitoli, oltre alla descrizione dei vari contesti, viene definito il punto di vista dei
mezzi di informazione riguardo le emergenze oggetto di analisi. Le cornici che
forniscono i media concorrono in maniera fondamentale a plasmare la realtà
che i cittadini osservano e dunque la tematizzazione mediatica risulta molto
influente sulle decisioni prese dall'elettore. Nella terza parte, sempre di tre
capitoli, l'analisi di ricerca qualitativa verte invece sulla prospettiva interna;
viene delineata l'emergenza dal punto di vista di osservatori privilegiati, i quali
meglio di altri possono chiarire le pratiche gestionali e comunicative messe in
atto dalle pubbliche amministrazioni interessate. Questo punto di vista, dato il
profilo di prossimità all'emergenza degli intervistati, risulta utile per evidenziare
l'intreccio tra la gestione di una situazione di crisi e il contesto elettorale.
Il primo capitolo fornisce un chiarimento teorico sullo sviluppo del concetto di
comunicazione pubblica e cerca di definirne i confini in relazione alla contigua
comunicazione politica. Per comunicazione pubblica si intende dunque la
comunicazione fornita dalle varie articolazioni dello Stato, ad esempio comuni
e province, riguardo temi di interesse generale. In Italia soprattutto, la
distinzione con la comunicazione politica, la quale tende ad agire soprattutto
con finalità simbolica piuttosto che relazionali, è molto sfumata. Pur
differenziando i pubblici a cui la comunicazione si rivolge - il cittadino/utente
per la comunicazione pubblica e il cittadino/elettore per la comunicazione
politica - nella fase elettorale e in caso di situazione di crisi queste differenze si
diradano fino ad annullarsi. La stessa legge 150 del 2000, che pone la
comunicazione pubblica come pivotale in un processo relazionale e informativo
della pubblica amministrazione, nella forma distingue le due tipologie di
comunicazione, ma nella sostanza è consapevole che il confine tra
comunicazione politica e comunicazione pubblica è poco chiaro, in quanto
l'identità politica è una presenza costante e ingombrante all'interno delle
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strategie di un'amministrazione dello Stato. Il crinale scivoloso e la
sovrapposizione tra comunicazione pubblica e politica emerge in modo più
chiaro quando si è in situazioni di crisi.
Il secondo capitolo delinea proprio la comunicazione di crisi, tipologia che si
attiva nella maggior parte dei casi a seguito di un'emergenza, cioè di uno
sconvolgimento inaspettato nell'ordinarietà di un sistema. Si cercano di
contestualizzare nel mondo della pubblica amministrazione strumenti e
tecniche nati per l’impresa privata, dai quali emerge come il momento di
maggior importanza sia la fase di gestione e comunicazione, fase nella quale la
crisi raggiunge il suo apice di gravità. Per uscirne, e addirittura trasformare la
crisi in opportunità, è fondamentale, sia per l'impresa sia per l'amministrazione,
coinvolgere il pubblico, fornire informazioni in modo trasparente e gestire un
rapporto con i media adeguato. In questo processo è evidente che la credibilità
acquisita in precedenza, la chiarezza e l'attivismo, sono elementi che, se
presenti, garantiscono un'uscita dalla crisi senza particolari conseguenze
negative e portando in dote autorevolezza e reputazione.
Nel capitolo terzo si evidenzia la relazione tra la comunicazione in contesto di
crisi e comportamento politico-elettorale, sottolineando l'importanza dei fattori
cognitivi ed emozionali, che incidendo sulla credibilità, sulle paure e sulla
fiducia dei cittadini verso l'amministrazione, possono determinare il successo o
il fallimento degli attori politici. La comunicazione dell'emergenza, veicolata
dalla politica e filtrata dal sistema mediatico, risulta essere in un certo senso
tra le determinanti del comportamento elettorale. I maggiori studi in materia
ribadiscono che la spiegazione dell'intenzione di voto non è più attribuibile alle
tradizionali fratture sociali utilizzate per decenni (classe, religione, territorio
etc.) e risulta necessario sviluppare nuovi approcci e nuove variabili. La scelta
di voto diventa pertanto sempre più "individuale" e tra gli approcci relativi alle
intenzioni di voto si fa largo quello psicologico, che lega il comportamento
elettorale all'emozione. Nel solco della teoria dell'intelligenza emotiva si crede
che in una situazione non ordinaria, come un'emergenza, le persone risultino
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essere maggiormente permeabili ad assorbire informazioni, e dunque a variare
le loro credenze politico-elettorali. Insomma, nella scelta di voto di un cittadino
assumono valore le dinamiche comunicative e cognitive e, a maggior ragione
in una situazione di crisi, la comunicazione pubblica dei vertici politici deve
essere adeguata per toccare le percezioni degli elettori.
Finita la disamina teorica si può affermare che sussiste una relazione tra
comunicazione pubblica in contesto di crisi e comportamento elettorale; ciò che
va esaminato è la qualità e la modalità di questa connessione. La seconda
parte, utilizzando gli strumenti della ricerca sociale, cerca di fornire una
controprova dell'ipotesi, attraverso l'analisi della tematizzazione fornita dai
quotidiani nei tre casi di emergenza. È necessario sviluppare un lavoro di
ricerca sociale di tipo qualitativo per arrivare a concludere che una
comunicazione pubblica in contesto di crisi determina variazioni di
comportamento elettorale e analizzarne le modalità. È stata quindi sviluppata
un'analisi del discorso dei testi di alcuni quotidiani che forniscono una
prospettiva esterna della gestione della crisi, facendo emergere le cornici
dominanti che i media hanno sviluppato intorno alla situazione di emergenza,
proponendo una determinata realtà all'opinione pubblica. Le situazioni di
emergenze prese in esame sono relative a tre tragici eventi naturali
manifestatisi nel nostro paese: si tratta dell'eventi sismico che ha distrutto
L'Aquila nell' aprile 2009, dell'alluvione che ha colpito Genova nel novembre
2011, e del più recente terremoto in Emilia-Romagna, che ha devastato
soprattutto il modenese, nel maggio 2012. Per ognuna di queste situazioni di
crisi si sono riepilogati gli avvenimenti, attraverso la descrizione del fatto,
analizzando il contesto sociale, il clima d'opinione pubblica, le dinamiche
politiche, le decisioni prese e la letteratura in materia. In seguito ci si è posti il
problema della rappresentazione e costruzione mediatica della realtà, la quale
soprattutto in situazione di emergenza, è capace di modificare opinioni e
atteggiamenti del pubblico riguardo la percezione dei danni, delle
responsabilità e dell'efficacia delle risposte. Si analizzerà dunque come i media
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hanno informato i cittadini riguardo l'evento, nell'arco temporale che va dalla
situazione di crisi al momento elettorale. L'analisi del discorso dei testi dei
quotidiani è un lavoro prevalentemente interpretativo che permette di far
emergere continuità e tendenze nei testi esaminati, ma senza presunzione di
oggettività. La soggettività del ricercatore, oltre al filtri del browser utilizzato per
la ricerca, si riscontra nei criteri per la campionatura del materiale, che è stato
poi suddiviso e analizzato nella sua composizione lessicale e grammaticale alla
ricerca di emblematicità e tipicità ricorrenti. I risultati sono stati tre frames forti
con i quali i quotidiani hanno inquadrato ognuna delle situazioni di crisi. Per il
caso de L'Aquila emerge forte la cornice dell'evento mediatico, tenuto in piedi
soprattutto dal Governo nazionale; per l'alluvione a Genova il quadro si basa
sulle responsabilità del Sindaco, e nel caso del terremoto in Emilia-Romagna i
quotidiani danno molto spazio alle amministrazioni locali e inquadrano invece
la situazione come un'opportunità di rilancio del territorio, senza lasciarsi
andare a isterismi.
Dopo questa prospettiva, nella terza parte l'analisi qualitativa si è concentrata
sugli osservatori privilegiati, utilizzando lo strumento dell'intervista semi-
strutturata, attraverso la quale l'obiettivo è stato quello di fornire una
prospettiva interna della comunicazione e della gestione di crisi da parte delle
amministrazioni e i loro vertici. Per ogni caso in esame è stato intervistato una
personalità che ha vissuto da involved la situazione di crisi. Per l'emergenza a
L'Aquila è stata intervistata la Presidente della provincia all'epoca, Stefania
Pezzopane; per l'alluvione a Genova, il portavoce del Sindaco, Alberto Villa;
per il terremoto in Emilia-Romagna il sindaco del comune di Bomporto, tra i
territori del modenese più colpiti, Alberto Borghi. Ognuno degli osservatori
privilegiati ha fornito la descrizione delle emozioni ma soprattutto delle pratiche,
delle decisioni e dei rapporti istituzionali instaurati durante quei momenti,
completando l'angolazione con la quale è possibile osservare una crisi. La
decisione di voto dei cittadini si ritiene influenzata dalla gestione e
comunicazione della crisi messa in atto dalla pubblica amministrazione e, oltre
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alla visione data dai mezzi di informazione, è fondamentale valutare - per
potere confutare e confermare l'ipotesi - anche una prospettiva interna.
Stefania Pezzopane, nel capitolo sette, conferma con sue parole la percezione
avuta riguardo alle difficoltà, dovute alla centralizzazione operata dalla
protezione civile, a sviluppare pratiche e comunicazioni autonome da parte
delle amministrazioni locali abruzzesi. Dall’intervista ad Alberto Villa, nel
capitolo otto, emerge una comunicazione dell'amministrazione comunale
genovese impostata in modo incalzante e aggressivo per allontanarsi dalle
colpe, oltre che alla confusione decisionale che accompagnava in quei
momenti l’amministrazione. Alberto Borghi, nel capitolo nove, afferma invece
come il piano di prevenzione e la collaborazione tra istituzioni e parti sociali
abbia garantito una gestione della crisi emiliana derivante dal terremoto
secondo un paradigma di civismo, lavoro e opportunità.
Integrando le due prospettive è stato possibile sviluppare le conferme e le
confutazioni all'ipotesi in oggetto: i cittadini determinano i loro comportamenti
elettorali associando alcune caratteristiche di credibilità ai vertici politici di
un'amministrazione, durante una situazione di crisi tutti gli elementi che
concorrono a formare la reputazione di un'istituzione e dei sui soggetti vengono
modificate e amplificate. In base alla realtà proposta ai cittadini, analizzata con
la ricerca qualitativa, sia dall'interno delle amministrazioni sia attraverso il filtro
del sistema mediatico, si è reso possibile indagare come la gestione e la
comunicazione di una crisi possano pertanto essere determinanti per
modificare il comportamento di voto degli elettori. L'elettore, cittadino votante e
utente, forma le proprie convinzioni su molti aspetti ed è per questo che, al di là
delle analisi di ricerca, non si ha in questo elaborato nessuna pretesa di
oggettiva; si crede comunque che le basi teoriche e la ricerca sul campo
sviluppata in questa sede possano essere capisaldi a sostegno di una tesi
originale che, pur partendo da un suggerimento, sia possibile implementare in
futuro.
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