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- la produzione di biofilm, come osservato in Pseudomonas aeruginosa (Davies et al.,
1998; Zhu e Mekalanos, 2003);
- la virulenza in alcune specie, tra cui Vibrio cholerae (Miller et al., 2002);
- la produzione di antibiotici (Derzelle et al., 2002; Takano et al., 2001);
- l’induzione di fattori di virulenza negli organismi di ordine superiore (es. piante) (Dow et
al., 2003);
- la sintesi di batteriocine (Eijsink et al., 1996; Brurberg et al., 1997; Hauge et al., 1998);
- la sporulazione (Perego e Hoch, 1996);
- la regolazione dei flussi nutritivi (March e Bentley, 2004).
La comunicazione cellulare tra i batteri si può avere a livello intra- e interspecie
mediante meccanismi differenti in funzione dei batteri Gram-negativi e batteri Gram-
positivi. Affinché un composto chimico possa essere considerato una molecola segnale
deve poter innescare una reazione all’interno di una popolazione microbica diversa da
quella che le cellule presentano in una condizione individuale. Le molecole segnale devono
possedere anche proprietà chimiche che ne consentano la diffusione nell’ambiente.
In relazione agli ecosistemi alimentari tali molecole possono avere anche delle
ripercussioni dal punto di vista organolettico. In generale, ogni specie batterica produce e
risponde ad un solo segnale autoinduttore. Nei batteri Gram-negativi, la comunicazione
intra-specie è mediata da una famiglia di molecole definite chimicamente come acil-
omoserina lattoni, in sigla AHLs dall’inglese acyl-homoserine lactones (oppure, HSL)
(Fuqua et al., 2001). Nei batteri Gram-positivi, il quorum sensing intra-specifico è per lo
più regolato da peptidi a basso peso molecolare (Merritt et al., 2003).
Molti autoinduttori consentono di mettere in atto la comunicazione intra-specie,
tuttavia un autoindutore di recente scoperta, definito come Autoinduttore di tipo 2 (AI-2), è
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stato indicato come molecola segnale universale per la comunicazione a livello
interspecifico. Alcuni studi indicano che l’autoinduttore AI-2 contiene informazioni
aggiuntive oltre a quelle relative alla densità cellulare raggiunta. Tale molecola segnale è
stata rilevata ed identificata in Vibrio harveyi. Questo microrganismo produce un tipico
autoinduttore (HSL autoinduttore AI-1) dei batteri Gram-negativi; tuttavia, la risposta
all’autoinduttore HSL è mediata da un circuito di fosforilazione a due componenti simile a
quello dei batteri Gram-positivi. Inoltre, V. harveyi produce e rileva un secondo
autoinduttore di tipo AI-2. Quest’ultimo è sintetizzato da una significativa varietà di batteri
Gram-negativi e Gram-positivi, e in ogni caso la produzione richiede la presenza di una
proteina denominata LuxS.
Diversamente da quanto accade per l’HSL e per gli oligopeptidi autoinduttori, la via
biosintetica dell’AI-2 è caratterizzata da composti intermedi che sono risultati identici in
tutti gli studi relativi a batteri produttori di autoinduttori AI-2 sinora affrontati. Tali risultati
hanno portato a definire l’autoinduttore AI-2 un segnale “universale” che funziona nella
comunicazione intercellulare (Miller e Bassler, 2001). Recentemente è stata determinata la
struttura chimica dell’autoinduttore AI-2 di V. harveyi; che si identifica in un furanosil
borato-diestere diverso da altri autoinduttori (Chen et al., 2002).
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CAPITOLO 1
1.1 Il quorum sensing nei batteri Gram-negativi
In tempi relativamente recenti (il primo lavoro risale al 1979) è stato descritto il
sistema di comunicazione cellulare nei batteri Gram-negativi ed in particolare in Vibrio
fischeri (Neaslon e Hastings, 1979). All’epoca, non si parlava ancora di quorum sensing e
la comunicazione cellulare era considerata un fenomeno di scarsa importanza. V. fischeri è
un batterio marino che vive in determinati organi di alcuni ospiti, come ad esempio il
calamaro Euprymna scolopes o il pesce Monocentris japonicus (Neaslon e Hastings, 1979;
Miller e Bassler, 2001). Nell’associazione tra il batterio e l’organismo superiore, il primo
fornisce la bioluminescenza, mentre il secondo garantisce un ambiente ricco di nutrienti
per il batterio. L’ospite utilizza la luce, prodotta dal batterio, per l’accoppiamento e per
sfuggire ai predatori. Quando la densità della popolazione di V. fischeri aumenta,
nell’organo luminescente si accumula una determinata quantità di autoinduttore, la cui
rilevazione permette ai batteri di capire di essere all’interno dell’organo preposto. Quando
nell’organo è raggiunta una determinata concentrazione di autoinduttore, si innesca una
cascata di reazioni che porta alla trascrizione dei geni che codificano per la
bioluminescenza. L’emissione di luce da V. fischeri si ha solo ad elevate densità cellulari e
solo negli organi preposti dell’ospite. E. scolopes, infatti è un organismo animale notturno
che vive su bassi fondali costieri ed il suo organo luminescente è in posizione ventrale.
Esso è dotato di un’apertura, una valvola, grazie alla quale è in grado di modulare
l’intensità della luce emessa dalla coltura simbiotica di V. fischeri. In funzione della luce
lunare e stellare che colpisce il suo dorso, il calamaro è in grado di regolare l’apertura e la
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chiusura di questa valvola in modo da non proiettare alcuna ombra al di sotto della sua
sagoma. Tale strategia permette allo stesso di sfuggire ai predatori. Il sistema di quorum
sensing in V. fischeri (Figura 1) ha inizio con la codifica, da parte del gene luxI presente
nell’operone luxICDABE, per l’enzima autoinduttore sintetasi LuxI. Questo enzima è
responsabile della sintesi della molecola segnale autoinduttore. In particolare, si tratta di un
N-(3 oxoesanoil)-omoserina lattone (HSL).
L’elevata concentrazione dell’autoinduttore segnala ai batteri che essi si trovano
nell’organo luminoso. In ambiente oceanico, infatti, l’AI si disperderebbe, impedendo la
comunicazione cellulare. L’HSL diffonde passivamente nell’ambiente esterno fino al
raggiungimento di un “quorum”. Raggiunta tale soglia, la molecola ritorna nella cellula. Il
passaggio, che avviene contro gradiente, prosegue fino a quando la concentrazione nel
citosol (circa 10 nanomoli) equipara quella extracellulare (Kaplan e Greenberg, 1985). Un
altro gene, luxR codifica per un fattore di trascrizione LuxR che interagisce con
l’autoinduttore, formando un complesso HSL-LuxR. Il complesso si lega a monte
dell’operone luxICDABE. Tale meccanismo innesca la trascrizione dei componenti
strutturali del sistema “luciferasi”, implicato nella bioluminescenza.
La formazione del complesso HSL-LuxR-operone induce inoltre la trascrizione del
gene luxI (Miller e Bassler, 2001). Affinché l’elemento LuxR risulti attivo, e quindi in
grado di esplicare la sua funzione, è richiesto l’intervento di chaperonine GroEL e GroES
che operino un riavvolgimento della conformazione (Dolan e Greenberg, 1992). Numerosi
studi hanno dimostrato che lo stesso meccanismo di quorum sensing è comune a molte
specie gram-negative. Nei batteri Gram-negativi, la comunicazione intra-specie è mediata
da molecole che prendono il nome di acil-omoserina lattone, in sigla AHLs (Fuqua et al.,
2001). I substrati necessari per la sintesi di queste molecole sono l’S-adenosilmetionina
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(SAM) e la proteina trasportatrice acyl-ACP che è un intermediario nella biosintesi degli
acidi grassi.
L’enzima LuxI promuove la formazione di un legame amminico tra la catena laterale
acilica dell’acyl-ACP e la molecola SAM (More et al., 1996), con conseguente produzione
di AHLs e rilascio di metiltioadenosina (MTA). È stato dimostrato che questo processo di
biosintesi è analogo in tutte la specie di batteri Gram-negativi e che l’anello dell’omoserina
lattone è conservato in tutte le molecole segnale finora identificate (Parsek e Greenberg,
2005). La differenza, pertanto, consiste nel tipo di catena acilica laterale. Sebbene il
meccanismo biosintetico sia il medesimo in tutte le specie Gram-negative, gli studi hanno
dimostrato che gli autoinduttori sono unici per ogni specie, e che vi è una relazione
univoca tra gli AHLs e la proteina LuxR. In Tabella 1 è riportato un elenco di specie
batteriche, caratteristiche di ecosistemi alimentari, che possiedono la proteina LuxI,
l’autoinduttore e le proteine regolatrici.
Tra le specie in cui è stato osservato un meccanismo di comunicazione simile a
quello di V. fischeri vi è Erwinia carotovora che è un fitopatogeno responsabile di
marciume radicale in numerose specie vegetali. La sua virulenza dipende da molti fattori
tra cui la sintesi di esoenzimi (pectinolasi, poligalatturonasi, cellulasi, proteasi) che
degradano i tessuti della pianta, permettendo al batterio di penetrare e dar luogo
all’infezione. La sintesi di tali enzimi dipende dalla densità cellulare batterica (Jons et al.,
1993; Pirhonen et al., 1993). Difatti, l’azione patogena si esplica solo nel momento in cui
la popolazione di E. carotovora ha raggiunto un livello tale da innescare un’infezione
consistente. Il meccanismo tramite il quale i batteri rilevano le informazioni sulla densità
cellulare è analogo a quello esplicato da V. fischeri nella bioluminescenza ed avviene
mediante l’azione della coppia ExpI/ExpR, analoga alla coppia LuxI/LuxR. Gli studi su E.
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carotovora hanno dimostrato che il patogeno può adottare un altro meccanismo di quorum
sensing che conduce alla sintesi di antibiotici del tipo “carbapenem”. La produzione di tali
molecole è regolata dalla coppia di omologhi CarI/CarR (McGowan et al., 1995). La
patogenicità di E. carotovora è dovuta proprio alla possibilità di esplicare un’azione
sinergica tra la produzione dell’antibiotico e la sintesi degli esoenzimi. Gli antibiotici che il
microrganismo sintetizza consentono di eliminare, o comunque ridurre, la popolazione di
microbiota competitivo. Gli elementi ExpI e CarI sintetizzano lo stesso AHLs che,
raggiunta una certa soglia, si lega all’elemento CarI, innescando la trascrizione dei geni
che codificano per la produzione dell’antibiotico.
Un ulteriore esempio di quorum sensing nei batteri Gram-negativi è quello di P.
aeruginosa i cui meccanismi sono controllati da un circuito di tipo gerarchico (de Kievit e
Iglewski, 2000) (Figura 2). In particolare, due paia di omologhi LuxI/LuxR sono stati
identificati come LasI/LasR e RhlI/RhlR. LasI e RhlI sono autoinduttori-sintetasi che
producono, rispettivamente le molecole segnale tipo N-(3-oxododecanoil)-omoserina
lattone ed N-(butirril)-omoserina lattone (Pearson et al., 1995). In P. aeruginosa, questi
due sistemi funzionano in tandem per controllare il carattere della virulenza (Pesci e
Iglewski, 1997). Sebbene la maggior parte degli studi siano stati volti a comprendere gli
effetti del quorum sensing nella regolazione dei fattori di virulenza, risulta evidente che il
6-10% dei geni di P. aeruginosa sono regolati da molecole di tipo AHL (Arevalo-Ferro et
al., 2003). Una regolazione analoga è stata osservata anche in altre specie di Pseudomonas
(es. Pseudomonas fluorescens).