Introduzione
La tesi qui presentata ha come tema principale la relazione tra il commercio italiano della
Canapa e il mondo dei Social Network.
Il primo capitolo contiene una descrizione della Canapa dal punto di vista storico, sociale,
politico, economico e pubblicitario, a cui segue una descrizione del suo proibizionismo, fino ad
arrivare ai giorni nostri. Il contesto italiano viene poi confrontato con altri esteri in cui la
legislazione è diversa, come - ad esempio- quello di paesi quali Spagna, Portogallo, Svizzera,
Lussemburgo, California, Colorado.
Il secondo capitolo contiene un’analisi economica della situazione italiana nel caso di
legalizzazione, sotto vari profili: economico e fiscale, occupazionale, sanitario, di giustizia
Welfare.
Il terzo capitolo è costituito, invece, da una panoramica sui vari modi di pubblicizzazione
della Canapa, in Italia e nei paesi stranieri. Vengono descritte le linee guida della community
italiana: cosa permettono e non permettono di fare e quali tipi di limitazioni possono apporre.
Si sottolinea, in particolare, il tipo di censura assunta da queste piattaforme nei confronti di
contenuti incentrati su questo tema. Tali linee guida vengono poi confrontate con quelle di
paesi in cui la Cannabis è legale.
Come esempi vengono presentati tre casi che mostrano il tipo di social marketing utilizzato nei
Social da quattro differenti personaggi:
a. Una delle maggiori riviste italiane del settore denominata “Dolce Vita” assieme al suo
ideatore e direttore: il giornalista indipendente Matteo Gracis, personaggio di spicco
nel mondo della Canapa Italiana;
b. Cannabis For Future, un’ associazione costituita da un gruppo di attivisti sparsi in tutta
Italia, il cui obiettivo è quello di sensibilizzare l’opinione pubblica e la classe politica sui
benefici che può portare la legalizzazione della Cannabis e la valorizzazione dei suoi
utilizzi.
c. BigMike, imprenditore americano nell’ hempbusiness, conosciuto come uno dei
maggiori imprenditori del settore e proprietario della più redditizia azienda di
fertilizzanti: Advanced Nutrients, che produce prodotti usati dai migliori coltivatori in
107 paesi nel mondo, i quali hanno contribuito alla vittoria di decine di Cannabis Cup
1
.
d) Jorge Cervantes, pseudonimo di George Va Patten, è un orticolotore, editore e
scrittore americano specializzato nella coltivazione indoor, outdoor, e in serra di
cannabis terapeutica. E’ un personaggio importante della cultura cannabica americana
ed europea.
Il quarto capitolo contiene l’analisi dei risultati del sondaggio somministrato ad un campione
significativo di aziende italiane che lavorano nel Cannabusiness, con lo scopo di indagare il
comportamento delle aziende all’interno di piattaforme Social come Instagram e Facebook e -
viceversa- il trattamento dei contenuti postati dalle aziende da parte delle piattaforme citate, in
base alle linee guida della community, in Italia molto stringenti.
Il quinto capitolo, infine, è caratterizzato da una campagna pubblicitaria creata ad hoc per un
Cannabis Shop chiamato CanaPonte, realmente esistente, situato in provincia di Perugia e da
me gestito. Questa campagna verrà svolta con l’ipotesi iniziale che le linee guida della
Community diventino più tolleranti in seguito ad un cambiamento in positivo della legislazione
italiana, come d’altronde già sta accadendo in Paesi in cui la legalizzazione è avvenuta.
1
La High Times Cannabis Cup è un famoso festival organizzato nei Paesi Bassi dal 1987
che si svolge la terza settimana di novembre, dove si presentano e premiano annualmente
le migliori varietà al mondo di derivati della Cannabis. Oggi il festival viene svolto negli Stati
Uniti.
Cannabis Cup. (3 febbraio 2023). Wikipedia, L'enciclopedia libera. Tratto il 28 settembre 2023,
17:43 da //it.wikipedia.org/w/index.php?title=Cannabis_Cup&oldid=131872350.
Capitolo 1: Storia della Canapa
1.1 Introduzione alla Canapa
Fig.1-2: Rappresentazioni della pianta di Canapa e dei suoi componenti stelo, foglie, fiori,
semi. Fiore Antico Illustrazione Canapa - Immagini vettoriali stock e altre immagini di Pianta di
cannabis - iStock (istockphoto.com)
Canapa: s. f. (ant. o letter. cànape m. o f.) [lat. cannăbis, dal gr. κάνναβις; la voce lat. ebbe
diverse varianti, fra cui anche, in lat. tardo, canăpe e canăpa].
Nome comune di diverse varietà di Canapa Sativa, specie appartenente alla famiglia delle
Cannabacee, annua, con radici fittonanti e fusti eretti, alti da pochi cm a più di 5 m, foglie
palminervie opposte o alterne, stipolate o lungamente picciolate, composta da foglie
lanceolate. E’diotica: negli individui maschili i fiori sono disposti in pannocchie terminali o
ascellari; nei femminili in glomeruli raccolti in una infiorescenza compatta. Le piante maschili
presentano fusti più slanciati, internodi più lunghi, fibra più fine e maturano e disseccano
prima.
2
2
Canapa, in Treccani.it - Enciclopedia, online, Roma, Istituto dell’Encilopedia Italiana
La Canapa in botanica è considerata una pianta senza pari: il suo ciclo è annuale, ma non
impoverisce il terreno, tanto che non ha bisogno di essere alternata ad altre colture. In una sola
stagione i suoi fusti possono raggiungere anche dai tre ai sei metri, garantendo quindi più
raccolti annui in caso di temperature calde. Anche sui terreni meno fertili può essere coltivata
ed avere buoni risultati, garantendo una buona ed insuperabile produzione per ettaro.
3
Canapa è anche il nome di una delle piante più controverse della storia.
I suoi usi più antichi risalgono a circa 15.000 anni fa.
4
Dove e come si sia diffusa è ancora oggi
un tema dibattuto tra gli studiosi: alcuni ritengono che il primo ceppo derivi dall’Asia centrale
nel 12.000 a.C. circa, in una regione situata a nord- ovest dell’Himalaya fino alla Cina, per poi
diffondersi nel resto del mondo, attraverso le migrazioni, da 4.000 anni fa.
Come possiamo leggere nella “Bibbia del coltivatore medico Outdoor e Indoor”
5
di Jorge
Cervantes - orticoltore, editore, scrittore americano, specializzato nella coltivazione di
Cannabis medica- le origini della Canapa sono localizzabili non solo in Asia, ma anche nelle
Americhe e in Africa.
Attualmente le tracce più antiche della sua presenza sono state rinvenute in Italia, vicino al
Lago Albano, in provincia di Roma e risalenti all’11.500 a.C. Infatti, furono i Romani ad
introdurre la coltivazione di Canapa in Italia già dai I secolo d.C., per poi costruire corde e vele
per le navi da guerra. Di ciò se ne parla, ad esempio, nel De Rustica di Columella e della
Naturalis Historia di Plinio il Vecchio.
6
In Cina già nel 2737 a.C. l’imperatore Sheng Nung studiava tecniche agricole innovative e
preparati ed è a lui che si attribuisce la composizione del Sheng Nung Ben Ts’ ao, cioè un
insieme di conoscenze mediche su cui poggiava e ancora oggi poggia la medicina tradizionale
cinese, dove sono stati catalogati trecento elementi naturali con proprietà terapeutiche, tra cui
primeggia la Cannabis.
In questo trattato ogni parte della pianta è esaminata e studiata: i fiori - il cui uso è
raccomandato per trattare dolori reumatici, mal di testa, disturbi ginecologici-; i semi usati
invece per trattare dismenorrea, indigestione, debolezza intestinale, intossicazioni; l’olio
estrapolato tramite lavorazioni particolari, utilizzato per contrastare malattie della pelle, ulcere
e ferite.
3
Ivi, p. 19
4
Gracis, M., Canapa Una storia incredibile, Officina di Hank, San Giuliano Milanese, 2019;
5
Cervantes J., La Bibbia del coltivatore MEDICO Indoor e Outdoor, Van Patten Publishing, Cina,
1983, p. 10
6
Gracis, M. Canapa Una storia incredibile, Officina di Hank, San Giuliano Milanese, 2019, p. 91
Secondo i primi scritti di farmacopea, i medici cinesi utilizzavano la Cannabis per preparare
potenti anestetici da somministrare prima degli interventi chirurgici.
7
Da qui, il vocabolo cinese
usato ancora oggi “anestesia” è composto da due caratteri ( 麻 醉) che significano
rispettivamente “Cannabis” e “Intossicazione”.
Andando avanti nel tempo, possiamo vedere che la Canapa ha avuto innumerevoli altri utilizzi,
un esempio sono le tre caravelle con cui Cristoforo Colombo salpò in direzione India (come
inizialmente credeva) e con cui arrivò, invece, in America. La Niña, la Pinta e la Santa Maria
avevano funi, cavi e vele interamente composte in fibra di Canapa
8
, cioè una fibra robusta ed
elastica allo stesso tempo. All’interno delle tre caravelle la Canapa serviva anche a far luce:
l’olio tratto dai suoi semi faceva funzionare le lampade.
Trecento anni dopo, nel 1794, a New York negli Stati Uniti, ricordiamo come primo presidente
dello stato a Stelle e Strisce, George Washington, succeduto da Thomas Jefferson. Entrambi i
presidenti, oltre ad aver ricoperto lo stesso ruolo, erano entrambi proprietari terrieri ed
entrambi privilegiavano la Canapa.
Di seguito possiamo leggere - come testimonianza- alcune parole scritte, rispettivamente, da
George Washington e da Thomas Jefferson:
● Lettera inviata da G. Washington al direttore che gestiva le tenute in sua assenza:
“Sono felice che il giardiniere sia riuscito a salvare tutti i semi di Canapa indiana.
Preparate bene il terreno e poi piantatela in aprile, la Canapa può essere piantata in
ogni luogo.”
9
● Annotazione nei diari di T. Jefferson: “Anche se la migliore Canapa e il migliore
tabacco crescono sullo stesso tipo di terreno, la prima è necessaria al commercio e alla
navigazione, in altre parole al benessere e alla protezione del paese, il secondo invece
non è utile, anzi è addirittura dannoso. Il suo valore dipende dal semplice piacere e
dalle imposte cui è soggetto. E’ vero che la Canapa necessita di più lavoro rispetto al
tabacco, ma essa offre materie prime per ogni tipo di industria e può costituire un valido
sostentamento per un considerevole numero di persone. Per questo in un paese molto
popolato si deve scegliere la Canapa.”
Le conoscenze dell’antica medicina cinese si diffusero presto oltre i confini dell’impero,
diventando parte anche di altre tradizioni farmacopee, come dagli Assiri e nella Penisola
Araba. Fu però in India che la Cannabis venne utilizzata e studiata maggiormente. In questa
7
Grotenhermen, F., Huppertz, R., La Canapa come medicina, Leoncavallo Libri, 1999
8
Ciano, C., Gay F., Le navi di Cristoforo Colombo, Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato,
9
Washington G., The writings of George Washington, vol. 12, Worthington Chauncey Ford, 1989
zona, già mille anni prima di Cristo, la pianta era utilizzata come analgesico, anticonvulsivo,
antinfiammatorio, antibiotico e contro bronchiti, asma e inappetenza.
10
Dall’India le conoscenze sulla Canapa si sono spostate, in tempi più recenti, verso l’Europa e
gli Stati Uniti grazie a due pionieri
11
:
● William Brooke O’Shaughnessy, medico irlandese, negli anni Trenta del Novecento
trovandosi in India studiò gli utilizzi terapeutici della pianta e rimanendo colpito, una
volta tornato in patria nel 1939, redasse il primo manuale medico europeo dedicato ai
cannabinoidi.
12
● Jacques Moreau, psichiatra francese, dopo un viaggio in Marocco testò la Cannabis
nella cura di alcuni pazienti psichici. I risultati furono incoraggianti e anche lui scrisse
un manuale per trasmettere le sue nuove scoperte alla comunità scientifica europea.
13
Nel 1860 in Ohio si tenne la prima conferenza mondiale sulla Cannabis terapeutica e
successivamente furono molti gli articoli scientifici scritti sul tema, così che la Cannabis entrò
ufficialmente nella farmacopea statunitense. I rimedi a base di Canapa iniziarono ad essere
pubblicati su quotidiani e riviste, un esempio può essere “L’enciclopedia analitica di medicina
pratica”
14
pubblicata nel 1924, che raccomandava la Canapa per varie problematiche
(insonnia, insonnia senile, melanconia, morbo di Parkinson, emicrania, affaticamento agli
occhi, menopausa, tumori cerebrali ed altre ancora).
Gli usi che si possono fare di questa pianta sono, quindi, tra i più disparati: in particolare è da
sottolineare la distinzione degli utilizzi in base all’area geografica interessata. Andando a
ritroso nella storia, infatti, vediamo che l’utilizzo occidentale prevalente è stato quello
manifatturiero; mentre l’utilizzo prevalente in oriente è stato quello medico.
Allo stesso tempo la Canapa può essere: fonte di cibo, materia prima essenziale, fonte di
materie edilizie, energetiche e tessili, ma anche ingrediente fondamentale per utilizzi medici e
rituali.
In questo senso è necessario fare una distinzione che nel settore botanico è insensata, ma
fondamentale nei suoi utilizzi:
10
Gracis M., Canapa una storia incredibile, Officina di Hank, San Giuliano Milanese, 2019, p.16
11
Ivi, p. 17.
12
Mikuriya T., Marijuana in Medicine: past, present and future, Calif Med, 1969.
13
Grinspoon L., Marijuana reconsidered, Harvard University Press, 1971.
14
Mathre M., Cannabis in medical practice, op.cit.
Ci sono varietà di Canapa a basso e ad alto contenuto di THC: il tetraidrocannabinolo, cioè
uno dei maggiori principi attivi della pianta di Canapa.
Le varietà con basso contenuto sono più adatte all’uso industriale; le seconde sono invece
capaci di provocare effetti psicotropi (dati dall’alto contenuto di principio attivo). I fiori e l’olio
sono ingredienti usati in medicina, mentre il fusto della pianta è stato - e continua ad essere-
materiale per la costruzione. Infatti è composto da due parti: la corteccia esterna dalla quale si
può estrarre la fibra e dalla quale si fabbricano cordame, filati e tessuti e il canupolo, cioè la
parte legnosa interna allo stelo, usata per la produzione di carta, per produrre combustibile per
i fuochi domestici. La Canapa è un elemento fondamentale per molte industrie del mondo in
quanto in natura non esiste alcuna fibra che sia più forte, duratura e resistente.
16
A livello industriale l’utilizzo della Canapa è stato registrato anche ai tempi dei fenici per le vele
navali (fino alla fine dell’800 quando si diffusero le imbarcazioni a vapore), per le reti da pesca,
passando poi all’abbigliamento, tanto che venne usata anche per la composizione delle tasche
del primo modello da lavoro dei jeans firmati Levi’s. Un altro materiale derivante dalla fibra
della Canapa è la carta: i primi fogli furono fabbricati in Cina più di 2.000 anni fa.
Successivamente in Europa venne usata per la stampa del primo libro, nel 1453: la Bibbia di
Gutenberg e poi, ancora più tardi nel 1776, per la Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati
Uniti d’America.
17
Nel Settecento la produzione della Canapa in Occidente ebbe un grande sviluppo, fino
all’arrivo della Rivoluzione Industriale, che inserì nel mondo dell’agricoltura la
meccanizzazione. In natura il cotone, rispetto alla Canapa, aveva una produzione inferiore per
ettaro, necessitava di molta più acqua, impoveriva il terreno, mentre la fibra che se ne ricavava
era meno resistente e costava di più.
18
Le caratteristiche della Canapa, invece, come abbiamo
visto, sono del tutto opposte.
16
Gracis M., Canapa una storia incredibile, Officina di Hank, San Giuliano Milanese, 2019, p. 19
17
Ivi, p. 20.
18
Ivi. p. 33
Con la Rivoluzione Industriale tutto cambiò: oltre alla meccanizzazione, vennero introdotti
concimi chimici, nuove tecniche di irrigazione e nuovi macchinari, tutti elementi che permisero
di migliorare la resa e massimizzare la produzione. Il tutto venne accompagnato anche da
cambiamenti politici e sociali molto profondi. E’ il periodo della decentralizzazione produttiva
con lo scopo di pagare meno il lavoro, dell’ampliamento degli imperi coloniali, dello
schiavismo, dell’aumento delle fabbriche.
Rapidamente il cotone sostituì la Canapa e la carta iniziò ad essere prodotta tramite una nuova
lavorazione: grazie ad un macchinario di nuova invenzione si rese possibile sminuzzare i
tronchi degli alberi in pochi minuti, trattare il trinciato prodotto con bisolfito di sodio e olio per
ottenere una pasta che veniva stesa in fogli e lasciata ad asciugare. In seguito, tramite il cloro -
un altro solvente chimico- i fogli diventavano bianchi.
Si ebbe questo cambiamento in quanto la Canapa non era più concorrenziale e non riusciva a
seguire i ritmi veloci della rivoluzione industriale: la Canapa doveva ancora essere lavorata in
modo tradizionale dato che le macchine sgranatrici con cui si lavorava il cotone non erano
abbastanza potenti per lavorarla, mentre gli attrezzi che frantumavano i tronchi degli alberi non
riuscivano ad avere la meglio sull’elasticità dei suoi steli.
19
Le cose cambiarono nel 1917 quando George Schlichten brevettò il decorticatore, cioè una
macchina per mietere e legare cereali come grano e avena - successivamente sorpassata
dalla più moderna mietitrebbiatrice - modificata appositamente per la Canapa. Infatti, bastava
inserire la Canapa nell’ingranaggio, che poi veniva divisa in fibra e steli grazie ad un altro
ingranaggio interno. Gli steli venivano triturati e ricadevano nella tramoggia, qui un
compressore li soffiava verso l’imballatrice, dalla quale uscivano già confezionati. Le fibre
invece arrivavano verso la legatrice, che le suddivideva in fasci ordinati pronti per la
lavorazione.
20
Questo macchinario innovativo venne giudicato dal Dipartimento dell'Agricoltura degli Stati
Uniti come “un macchinario che una volta messo a punto riporterà quella della Canapa a
essere la maggiore industria agricola nazionale”
21
.
Questa invenzione fu ripresa negli anni Trenta da coloro che continuarono gli studi sulla fibra
della Canapa che - si scoprì- poteva essere utilizzata anche per la produzione di plastica e
cellulosa e venne messa a punto un’ulteriore tecnica innovativa che consentiva di ’ottenere
carta dalla polpa dello stelo e non dalla corteccia (precedentemente la polpa veniva
considerata un sottoprodotto della lavorazione, nonostante fosse il 70 % dello stelo). I primi
decorticatori vennero attivati in Texas, Minnesota e Illinois, dove dimostrarono di poter
garantire una produzione veloce a prezzi concorrenziali rispetto a quelli del cotone per i tessuti
19
Ivi. p. 33
20
Ivi. p. 34
21
USDA Bulletin, n.404, 1916.
e degli alberi per la carta. In concomitanza a ciò, le pubblicazioni sulla Canapa - anche
industriale- iniziano ad aumentare
22
:
● 1937: esce sul Mechanical Engineering un articolo “Il più proficuo e desiderabile dei
raccolti” dove per la prima volta si poneva l’accento sulle qualità della Pianta nella
tutela dell’ambiente;
● 1938: esce sulla rivista Popular Mechanics un articolo intitolato “Un nuovo raccolto da
un miliardo di dollari” dove venivano elencati tutti i possibili utilizzi della Canapa in
campo industriale:
<< [...]oltre venticinquemila articoli diversi, dalla dinamite al cellophane, passando per corde,
reti e tutti gli oggetti di uso quotidiano. Con la sua polpa si produrrà ogni qualità di carta e si è
calcolato che diecimila acri
23
a Canapa produrranno tanta carta quanto in media quaranta mila
acri di foresta >>
24
.
A ciò si aggiungono degli studi che - in segretezza- stava svolgendo dal 1929 una delle più
grandi ed importanti fabbriche di automobili americane: La Ford.
In seguito alla Rivoluzione Industriale ci fu un aumento delle automobili, le quali in breve tempo
divennero un prodotto di massa. La loro produzione, come oggi, richiedeva grandi quantità di
metallo, plastiche e petrolio, ma Henry Ford era convinto che l’automobile del futuro dovesse
essere costruita e alimentata con elementi biodegradabili.
25
Fu così che ideò una vettura
costruita interamente con fibre naturali tratte da lino, Canapa e paglia e alimentata interamente
con etanolo di Canapa.
26
Sarebbe stata una vettura alternativa, fabbricata con elementi esclusivamente naturali, che
non avrebbe compromesso l’ambiente né la salute delle persone, ma purtroppo questo
progetto non poté essere presentato al mondo intero.
22
Gracis M., Canapa una storia incredibile, Officina di Hank, San Giuliano Milanese, 2019, p. 35
23
Un acro americano corrisponde a 0,404686 ettari, cioè 4046,873 metri quadrati.
24
New billion dollar crop, in Popular Mechanics Magazine, n.2, 1938
25
Gracis M., Canapa Una storia incredibile, Officina di Hank, San Giuliano Milanese, 2019, p. 36
26
Rowan Robinson, The Great Book of Hemp, Bear & Co., 1996.