5
Introduzione
Con l’espressione “questione cipriota” s’intende generalmente indicare
quell’insieme di avvenimenti che hanno dato origine da un lato alla
creazione e alla crisi della Repubblica di Cipro, dall’altro all’attuale
divisione dell’isola in uno Stato greco-cipriota al Sud (RoC) – riconosciuto
a livello internazionale come il rappresentante legale della Repubblica – e
uno Stato turco-cipriota al Nord, riconosciuto solo dalla Turchia, che ne
garantisce la sopravvivenza economica e militare.
La principale peculiarità della questione cipriota è infatti la sua sostanziale
multidimensionalità. In primo luogo parliamo infatti di un conflitto
coloniale fra una popolazione colonizzata e la potenza colonizzatrice, la
Gran Bretagna. D’altro lato siamo anche di fronte ad un conflitto
intercomunitario fra la maggioranza della popolazione di appartenenza
etnico-linguistico greca, e una minoranza, più o meno integrata, che
reclama a fasi alterne il mantenimento dello status quo, la spartizione
dell’isola e la parità politica con l’altra comunità.
In seguito alla fine della seconda guerra mondiale, agli albori del processo
di decolonizzazione e al sorgere della guerra fredda e del confronto
bipolare, quando la strategia britannica del divide et impera risulta non
bastare più, intervengono nella questione le due potenze alleate ma
6
avversarie della regione (Grecia e Turchia), ciascuna in nome e in sostegno
della propria ”comunità nazionale” a Cipro.
Il conflitto coloniale − leggermente anomalo dal momento che
l’anticolonialismo si unisce all’irredentismo enosista greco − si trasforma
dunque in conflitto intercomunitario e in un confronto greco-turco.
La convergenza di queste tre conflittualità produce un’inedita cornice
politico-istituzionale: gli accordi di Zurigo e Londra (1959-1960), imposti
da un negoziato diplomatico fra Regno Unito, Grecia e Turchia. Questa
cornice tuttavia non fa che “anestetizzare” il conflitto coloniale −
trasformando il dominio britannico nella presenza permanente e “sovrana”
di basi e truppe inglesi −, cristallizzare la conf littualità intercomunitaria −
facendo della dialettica fra greco-ciprioti e turco-ciprioti il perno della vita
istituzionale dell’isola, che sfocerà nei disordini del 1964 −, e infine
assecondare e solleticare gli appetiti di Grecia e Turchia, consentendo ai
due Paesi di sbarcare truppe a Cipro e di poter intervenire in forze,
unilateralmente, in caso di disordini intercomunitari (come effettivamente
accade nel 1974).
La multidimensionalità del conflitto si allarga a partire dal 1974, quando
l’Onu comincia ad assumere una posizione preminente nella questione
cipriota, avviando il lungo processo negoziale intercomunitario.
Il negoziato procede a fasi alterne e con esiti diversi: dal successo per il
raggiungimento dei primi accordi intercomunitari (1977 e 1979), fino allo
stallo negoziale, culminato con la nascita della TRNC (Repubblica Turca di
Cipro del Nord) nel 1983. Il riavvicinamento diplomatico greco-turco
durante il 1988 sembra preludere ad un passo in avanti nei rapporti tra le
due comunità cipriote.
7
Nel 1992, per la prima volta, l’Onu propone un documento di accordo
complessivo per la risoluzione della questione cipriota: il Set of Ideas che,
però, verrà respinto dai turco-ciprioti.
Nel periodo 1974-1990 la situazione cipriota si interseca con la bipolarità
del sistema internazionale. Data la sua posizione strategica nel
Mediterraneo, quale ponte di comunicazione con il Medio Oriente, Cipro è
considerato importante sia dal blocco americano – impegnato ad integrare
la Turchia nell’area di influenza occidentale – che dal blocco sovietico, che
cercava di sfruttare ogni possibile divisione che si fosse registrata nel
campo avversario.
Gli anni ’90 segnano l’ingresso di un nuovo attore internazionale nelle
dinamiche cipriote: l’Unione Europea (UE). L’“effetto catalizzatore” su
questa nuova prospettiva europea che ha certamente la duplice candidatura
alla UE da parte della Turchia (1987) e di Cipro (1990) ha però anche
conseguenze ambivalenti sul negoziato intercomunitario. Infatti, mentre la
richiesta di adesione della RoC – avanzata a nome dell’intera isola – è
subito accolta dalla Commissione Europea, quella turca è respinta. Il
dialogo intercomunitario si irrigidisce sia per le perplessità e le paure
turche-cipriote ad intraprendere il percorso di integrazione nell’UE, sia per
l’opposizione della Turchia.
La diplomazia europea cerca di superare l’impasse, impegnandosi più
attivamente nella vicenda, ma gli esiti non sono quelli sperati. Infatti, se da
un lato la RoC diventa membro ufficiale dell’UE (maggio 2004), dall’altro
la riunificazione dell’isola rimane ancora un miraggio, soprattutto dopo il
fallimento del Piano Annan (aprile 2004).
8
Contemporaneamente, anche se i rapporti euro-turchi migliorano a partire
dal 1995 (stipulazione dell’Unione Doganale), raggiungendo l’apice nel
2002 con la vittoria del partito filo-europeista turco AKP, il continuo rinvio
europeo sine die riguardo l’apertura dei negoziati per l’ingresso della
Turchia in Europa produce nei turchi un senso di frustrazione e perplessità.
La questione rimane quindi ancora aperta. Le speranze per il
raggiungimento di un accordo tra le due comunità non sono ancora
tramontate, anzi, a partire dall’8 luglio 2006 i negoziati sono ripartiti. Ma la
risoluzione positiva della questione cipriota non è scontata. Quello che
appare comunque evidente è che il negoziato in corso costituisce l’ultima
possibilità per scongiurare la definitiva divisione dell’isola.
9
Parte prima
LE ORIGINI DEL CONFLITTO E LA SPARTIZIONE
DI CIPRO
1) DALLA PREISTORIA AL DOMINIO OTTOMANO
Nonostante la piccola estensione del suo territorio, Cipro vanta una
posizione geografica strategica.
Si trova, infatti, nella zona orientale più estrema del Mar Mediterraneo,
all’incrocio dei tre grandi continenti: Africa, Asia e Europa.
Durante la sua lunga storia, Cipro vide l’invasione di numerosi popoli
provenienti sia dal mondo occidentale che da quello orientale, ognuno dei
quali lasciò una traccia indelebile sull’isola.
I primi abitanti che formarono le antiche città cipriote (8000 a.C)
provenivano dalla Siria e dell’Anatolia.
Durante la tarda Era del Bronzo Cipro diventò snodo commerciale
importante grazie all’esportazione degli elaborati di rame. A partire dal XIV
secolo a.C., diventò colonia micenea, conferendo all’isola un carattere
greco. Il fattore nazionale e culturale greco rimase indelebile, venendo
conservato e fatto proprio dalla popolazione cipriota nonostante le
successive invasioni straniere. Le antiche tradizioni greche, al pari di alcuni
elementi religiosi e linguistici, si sono mantenute sino ai giorni nostri.
10
Con il decadere della cultura micenea, intorno all’inizio del primo
millennio, Cipro vide il susseguirsi di una serie di popoli invasori: dai fenici
agli assiri, dagli egiziani ai persiani.
Nel 58 a.C. l’isola cadde sotto la dominazione romana.
Nel 330 d.C, dopo la divisione dell’Impero Romano, Cipro entrò a far parte
dell’Impero Romano d’Oriente e a partire dalla metà del VII secolo rimase
sotto costante attacco delle popolazioni arabe fino a quando, dopo tre secoli,
l’Imperatore romano non respinse definitivamente le popolazioni islamiche.
A partire dal 45 d.C, per opera degli apostoli Barnaba e Paolo, l’isola venne
cristianizzata. Nonostante numerose persecuzioni cristiane ebbero luogo a
Cipro nei decenni successivi, nel corso del IV secolo, la Chiesa Ortodossa
di Cipro venne riconosciuta autocefala
1
. Questa indipendenza dalla Chiesa
Ortodossa ufficiale le consentì di svolgere un ruolo importante nella vita
politica del paese.
L’ultimo sovrano bizantino venne sconfitto nel 1192 dai Crociati guidati dal
re inglese Riccardo Cuor di Leone. Il sovrano inglese vendette l’isola ai
Templari, i quali però la restituirono al sovrano pochi mesi dopo. I ciprioti
si erano mostrati contrari ad ogni possibile soluzione di dominazione estera.
In realtà l’acquisizione dell’isola da parte di Guido di Lusignano (maggio
1192) – inviso ai ciprioti, i quali erano però ormai privi di ogni protezione
bizantina – segnò l’inizio di un nuovo dominio. Durante la dominazione dei
franchi Lusignani (fino al 1489) e poi sotto quella veneziana (1489-1571),
la popolazione fu mantenuta in uno stato di severa servitù feudale.
Ugualmente oppressa fu la Chiesa Ortodossa di Cipro, che subì notevoli
1
Nel
431,
durante
il
Concilio
di
Efeso,
la
Chiesa
di
Cipro
ottenne
di
poter
eleggere
un
proprio
Arcivescovo,
contro
le
richi este
del
Patriarca
di
Antiochia
che
voleva
arrogarsi
questo
diritto.
L’indipendenza
della
Chiesa
di
Cipro
venne
poi
confermata
dall’Imperatore
Zeno
nel
488
e
ribadita
al
Consiglio
di
Trullo
(o
Quinisesto)
del
692.
A
history
of
Cyprus ,
Katia
Hadjidemetr iou,
Hermes
Media
Press,
Nicosia,
2002 ,
pp.
182 ‐ 184.
11
ingiustizie e ingerenze
2
da parte delle autorità che volevano instaurare e
favorire la confessione cattolica.
Nel 1571 l’isola di Cipro passò sotto la dominazione ottomana
3
, che durò
per tre secoli.
Sin dalle fasi iniziali si assistette a una forte colonizzazione delle nuove
terre sia da parte di turchi provenienti dalla regione dell’Anatolia, che da
militari turchi, come conseguenza della politica governativa. L’intento
dell’autorità ottomana, infatti, era quello di stanziare permanentemente sul
suolo cipriota una comunità turca.
La differenza religiosa e linguistica che intercorreva tra i due gruppi non
faceva altro che rendere più complesso e difficoltoso l’incontro tra le
diverse culture. Il nuovo gruppo etnico, favorito anche dal sistema della
millet, che di fatto permetteva una convivenza separata tra le comunità, non
s’integrò mai con la popolazione locale e anzi cercò di evitare il più
possibile i contatti e i matrimoni misti, scegliendo per esempio di abitare in
villaggi separati.
Il lascito dell’occupazione ottomana avrà importanti ripercussioni sulla
storia futura dell’isola: da un lato il senso di orgoglio e appartenenza dei
turchi ciprioti; dall’altro la sostanziale inesistenza di un unico popolo
cipriota perché rimasto di fatto separato nelle due comunità: quella greca e
quella turca.
2
Confisca
di
beni
e
proprietà
della
Chiesa
di
Cipro
(ceduti
alla
confessione
cattolica),
riduzione
dell’indipendenza
dell’Arcivescovato,
chiusura
di
alcune
chiese
ortodosse,
deportazione
di
vescovi
nonché
uccisione
di
alcuni
uomini
religiosi.
http://
atcanews.org/archive/HISTORICAL_BACKGROUND.pdf ,
p.6.
3
Nell’estate
1750
I
turchi
allestirono
un’invasione
su
larg a
scala.
Il
3
lugli o,
le
forze
turche
sbarcarono
a
Larnaca
nella
costa
sud ‐ orientale
dell’isola.
Forte
di
circa
100.000
uomini,
l’esercito
turco
si
diresse
verso
la
capitale,
Nicosia,
senza
incontrare
alcuna
resistenza.
Il
9
settembre,
dopo
poco
più
di
un
mese
di
assedio,
Ni cosia
viene
conquistata.
Lo
stesso
accadde
alle
altre
città
di
Paphos,
Limassol
e
Kyrenia.
Ma
è
solo
con
la
presa
di
Famangusta
(agosto
1751),
dopo
un’eroica
difesa
della
città,
che
la
spedizione
militare
turca
giunse
ad
una
conclusione,
determinando
l’ini zio
del
dominio
ottomano.
A
history
of
Cyprus ,cit.,
pp.
260 ‐ 267.
12
Con l’arrivo dei turchi-ottomani, la popolazione cipriota venne liberata
dalla condizione servile a cui era sottoposta da secoli, e ciò le permise di
ricomprare quelle terre che un tempo erano appartenute ai suoi antenati.
Anche nel campo educativo e amministrativo-locale, alla comunità greca
vennero accordate alcune autonomie organizzative.
Parallelamente a queste concessioni, però, la comunità greco-cipriota
rimase in una posizione sociale piuttosto svantaggiata e soggetta a ingiusti
trattamenti: disparità nel pagamento delle tasse, confische arbitrarie di
terreni, corruzione del sistema amministrativo ottomano. Queste condizioni
portarono, nel corso dei secoli, ad alcune rivolte che vennero però
duramente represse.
4
Lo scoppio della guerra di indipendenza in Grecia nel 1821 aveva trovato
molto supporto nella popolazione greco-cipriota, la quale sperava in una
futura incorporazione. L’amministrazione ottomana di Cipro, però, rispose
reprimendo le nascenti aspirazioni all’enosis (dal greco “unione”), cioè
all’unificazione di Cipro alla Grecia: 486 cristiani, tra i quali spiccava la
figura dell’Arcivescovo Kyprianos, capo della Chiesa di Cipro, e altri
importanti uomini religiosi, vennero infatti uccisi perché accusati di
cospirare con i ribelli greci
5
.
L’episodio dimostra l’importanza del ruolo attivo e di primo piano della
Chiesa Ortodossa di Cipro non solo da un punto di vista morale e religioso,
ma anche per la preservazione e il rafforzamento dell’identità nazionale e
tradizionale.
4
Nell’arco
di
tempo
compreso
tra
il
1572
e
il
1668
si
registrarono
circa
28
rivolte
a
cui
presero
parte
persone
povere
di
entrambe
le
comunità
etniche.
In
alcuni
casi
vennero
persino
avviat i
alcuni
contatti
con
l’obiettivo
di
trovare
protettori
europei
volenterosi
ad
intervenire
contro
i
turchi.
Ibid.,
p.280.
5
I
sospetti
delle
autorità
turche
furono
confermati
da
alcuni
volantini
in
cui
veniva
propagandato
il
supporto
alla
rivoluzione
att raverso
assistenza
finanziaria
e
materiale.
Ivi,
p.300.
13
L’ascesa del ruolo socio-politico della Chiesa di Cipro venne ulteriormente
istituzionalizzato dalla dominazione ottomana attraverso il sistema della
millet (che riconosceva alle autorità religiose il potere di governare la
propria minoranza non musulmana) e riconosciuto ente responsabile per la
riscossione delle tasse per la comunità greco-cipriota.
La Chiesa di Cipro riacquisì, così, quell’importanza e quel ruolo centrale
nella vita politico-sociale che aveva perso, a vantaggio della Chiesa
Cattolica, durante la dominazione franca e veneziana. Gradualmente
l’Arcivescovo di Cipro, già leader religioso della Chiesa autocefala, venne
riconosciuto etnarca, cioè leader della comunità greco-cipriota.
2) CIPRO AGLI INGLESI
Il Congresso di Berlino (1878), convocato per affrontare e rivedere i
rapporti di potere tra gli stati europei in seguito alla guerra russo-turca del
1875-1877, ridefinì la mappa geopolitica dei Balcani e del Mediterraneo
orientale. La Convenzione di Cipro, stipulata tra la Gran Bretagna e il
sultano ottomano pochi mesi prima del Congresso (4 giugno 1878),
imponeva la cessione dell’isola. Nello specifico, l’Impero ottomano
manteneva la sovranità sull’isola (ricevendo quindi dai suoi abitanti un
tributo annuo), mentre l’amministrazione diretta passava in mano inglese
6
.
L’interessamento inglese nei confronti di Cipro è collegabile a una doppia
motivazione: da un lato essi si proponevano di frenare l’avanzata russa
verso il Mediterraneo, impedendole uno sbocco diretto al mare; dall’altro
andavano a consolidare la loro superiorità nel Mediterraneo aggiungendo
6
Articolo
1
della
Convenzione
di
Cipro:
“…And
in
order
to
enable
England
to
make
necessary
provision
for
executing
her
engagement,
His
I mperial
Majesty
the
Sultan
further
consents
to
assign
the
Is land
of
Cyprus
to
be
occupied
and
administered
by
England. ”
Cyprus:
Ethnic
Conflict
and
International
Politics,
Joseph
S.
Joseph,
Macmillan,
London,
1997 ,
p.170.
14
Cipro ai loro possedimenti di Gibilterra e Malta. L’isola diventava, così,
una pedina fondamentale nello scacchiere orientale, sia come base navale a
protezione dell’Egitto, sia come snodo centrale verso le Indie a seguito
dell’apertura del Canale di Suez (1869).
Dopo lo scoppio della Prima Guerra Mondiale (1914) e dell’alleanza
dell’Impero ottomano con le potenze degli Imperi Centrali, la Gran
Bretagna considerò nulli gli accordi del 1878 e annesse Cipro. Durante
l’evolversi del conflitto mondiale, gli inglesi offrirono, per la prima e ultima
volta nel corso della loro reggenza, Cipro alla Grecia, qualora quest’ultima
avesse accettato di allearsi alle potenze dell’Intesa e attaccare la Bulgaria.
La Grecia declinò la proposta.
Col Trattato di Losanna
7
, firmato nel luglio 1923, la Repubblica di Turchia
riconosceva ufficialmente la perdita dell’isola di Cipro, che diventerà, due
anni più tardi, una colonia della Gran Bretagna.
3) L’AMMINISTRAZIONE BRITTANNICA E ASPIRAZIONI
ALL’ENOSIS
La transizione dalla sovranità turca a quella inglese ebbe come conseguenza
immediata per la comunità turca il passaggio da una condizione di
appartenenza al gruppo dominante, all’appartenenza a quello di minoranza.
Anche se i turchi poterono godere del costante appoggio inglese (soprattutto
nel contrastare le aspirazioni all’enosis) e di una rappresentanza
nell’amministrazione pubblica e nella polizia sproporzionatamente ampia
rispetto al peso della loro comunità, rimasero in una condizione sociale ed
economica più bassa rispetto ai compatrioti greci.
7
Articolo
20:
“Turkey
hereby
recognises
the
annexation
of
Cyprus
proclaimed
by
the
British
Government
on
the
5
th
of
November
1914.”