Nei Paesi occidentali la Degenerazione maculare senile è la principale causa di perdita
irreversibile della vista nelle persone al di sopra dei 50 anni. Anche se nessuno sa per
certo quanti sono i pazienti affetti da tale patologia, alcune fonti hanno stimato che in
Italia gli ultra 50enni colpiti potrebbero essere oltre 3,5 milioni. Inoltre si è cercato di
fornire una esaustiva definizione di cosa sia la Degenerazione maculare senile, le cause
scatenanti e i relativi test che consentono di diagnosticarla.
Nella seconda parte di questo lavoro si è cercato di dare un giusto inquadramento a tutto ciò che
riguarda l’Ausilio per ipovedenza. Partendo dalla definizione di ausilio data dal “Libro bianco
delle disabilità ”, si è deciso di suddividere gli ausili esistenti oggi in commercio in varie
categorie, fornendo una descrizione dettagliata ed una lista dei vari vantaggi e svantaggi che si
possono incontrare nell’uso di questi ausili. Nel capitolo sulle innovazioni tecnologiche e
futuribili a servizio degli ipovedenti si è descritto lo studio di ricerca e sviluppo svolto dalla John
Hopkins University sulla strumentazione riguardante il visore portatile “V-max”.
A partire da questa analisi si è pensato di effettuare un miglioramento del “V-max”,
in particolar modo di connettere tramite tecnologia wi-fi, il visore ad un PC
(preesistente in un impianto domotico per il controllo della casa) per la gestione dei
dati acquisiti. La realizzazione fisica di tale strumentazione non è stata possibile,
tuttavia si è cercato di studiare la fase di elaborazione delle immagini; nel paragrafo
5.5 è presente la descrizione dell’esperienza effettuata in laboratorio.
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1. DEFINIZIONE ED INCIDENZA DELL’IPOVISIONE
1.1 Definizione
Quando si parla di IPOVISIONE (o vista parziale) ci si riferisce ad una condizione
permanente di riduzione delle prestazioni visive, che non può essere rettificata da una
rifrazione costante. L’ipovisione si può considerare un livello intermedio tra la
visione normale (normovisione) e la cecità legale. Attualmente non esiste una
univoca classificazione dell'ipovisione. L'Organizzazione Mondiale della Sanità
(WHO) ne ha adottato una in cui si distinguono tre livelli
1
:
- 1 ) Normovisione
• Visione normale (valori di acuità visiva superiori a 8/10): individui
con normale attività di lettura e normale distanza di lettura.
• Visione quasi normale (valori compresi fra 7/10 e 3/10): individui che
possono svolgere una normale attività di lettura, a costo però di una
minore distanza di lettura.
- 2) Ipovisione
• Perdita di acuità visiva moderata (valori compresi fra 3/10 e 1 /10): la
lettura può essere normale soltanto in presenza di ausili adeguati che
integrino le normali funzioni visive (p.es.: lenti d'ingrandimento).
• Perdita di acuità visiva severa (valori compresi fra 1/10 e 2/50): anche
con gli ausili visivi la lettura risulta più lenta del normale; la capacità
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visiva residua ha tuttavia ancora un ruolo predominante rispetto
all'ausilio.
• Perdita di acuità visiva grave (valori compresi tra 2/50 e 1/50):
l'attività di lettura è ulteriormente ridotta e gli ausili visivi diventano
più importanti rispetto alle capacità residue.
- 3) Cecità (valori compresi al di sotto di 1/50).
Tipicamente, il soggetto affetto da ipovisione, anche con la migliore correzione
possibile dello spettro visivo, non può leggere un giornale ad una distanza di lettura
normale di (40 cm), ma spesso ad aggravare la situazione subentrano anche altre
problematiche quali la mancanza di orientamento o problemi di deambulazione.
Clinicamente la funzione visiva più colpita è l'acutezza visiva, ma in alcuni casi si
presenta una riduzione del campo visivo e/o della sensibilità al contrasto. Sebbene
non ci sia una sola definizione generalmente accettata di ipovisione, una
incorreggibilità della visione centrale dell’ occhio migliore è compresa tra lo 0,3
%(6/18) e lo 0,02% (6/300), questo è il criterio più comunemente usato per la
classificazione dell’acutezza visiva. Si può distinguere tra risposta normale,
danneggiamento, disabilità ed handicap, definiti rispettivamente nel
“Recommendation on the Classification of Visual Performance
2
”
e nella
“International Classification of Impairments, Disabilities, and Handicaps
3”
.
- Il danneggiamento visivo riferito al vedere. Indica una limitazione in una o più
delle sue funzioni di base: acutezza visiva, campo di visione, visione serale, ecc.
- L'incapacità visiva riferita all'individuo. Indica una limitazione dell'abilità di
compiere certi compiti visivi definiti come il leggere, lo scrivere, l' orientamento o la
mobilità.
L’Handicap visivo si riferisce alle funzioni generali dell'individuo nell'ambiente
attuale. Può causare una mancanza dell'indipendenza fisica, dell'indipendenza
economica o dell'integrazione sociale. In Tabella 3 possiamo trovare una
classificazione delle varie prestazioni visive. La vista parziale può essere dovuta al
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solo danneggiamento dell’acuità visiva, del campo visivo, della sensibilità al
contrasto o al danneggiamento simultaneo di più di una di queste funzioni. In alcuni
casi potrebbe essere più appropriato definire la ritenzione di una forma di visione
utilizzabile.
In molti Paesi la “cecità legale” corrisponde a una riduzione dell’acuità visiva
dell’occhio migliore sotto lo 0,1 (6/60), rendendo così legalmente ciechi alcuni
ipovedenti.
1.2 Chi sono gli ipovedenti
La parola ipovedente è entrata da poco nel vocabolario italiano e la si rinviene per la
prima volta in un testo legislativo del 1984 (decreto ministeriale sulla fornitura di protesi
da parte del Servizio Sanitario Nazionale). Dal punto di vista semantico l'espressione
"ipovedente" è sicuramente una bruttura, risultando dalla fusione di una parola greca e di
una latina. Essa sta ad indicare le persone che hanno grossi problemi di vista e che non
rientrano nel concetto di cecità assoluta.
Attualmente è stata riconosciuta pubblicamente nella legge n.138 del 3 aprile 2001, che
distingue tra:
• "ipovedenti gravi": coloro che hanno un visus compreso tra 1/20 e 1/10 oppure
una riduzione del campo visivo tra il 10% e il 30%;
• "ipovedenti medio - gravi": coloro che hanno un visus compreso tra 1/10 e 2/10
oppure una riduzione del campo visivo tra il 30% e il 50%;
• "ipovedenti lievi" : coloro che hanno un visus compreso tra 2/10 e 3/10 oppure
una riduzione del campo visivo tra il 50% e il 60%.
Grado Residuo Visivo Punteggio
Assente superiore a 4/10 0
Lieve tra 2/10 e 3/10 1
Moderata tra3/10 e 1/10 2
Grave tra 1/100 e 2/50 3
Cecità centrale con
residuo
tra percezione del movimento e conta delle
dita 4
Cecità centrale
assoluta
tra nessuna percezione della luce e
percezione della luce 5
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Tra le classificazioni proposte in Italia, ricordiamo quella stilata dal prof. M.
Zingirian e coll
4
., la quale considera separatamente l'ipovisione centrale e quella
periferica ed attribuisce un punteggio diverso a seconda del residuo sensoriale ancora
in possesso dell’ipovedente.(tab. 1, 2)
Grado Residuo Visivo Punteggio
Assente > 70% 0
Lieve 50-69% 1
Moderata 30-49% 2
Grave 10-29% 3
Cecità periferica con residuo 1-9% 4
Cecità periferica assoluta 0% 5
tab. 1 Ipovisione Centrale
tab. 2 Ipovisione Periferica
Per determinare quale sia la percentuale del residuo visivo si utilizzano delle
particolari griglie, come quella di Esterman. Questa, sovrapposta ad un tracciato
perimetrico manuale cinetico (ma anche di tipo automatico), attribuisce un punteggio
ai vari punti esaminati sulla base delle risposte fornite dal paziente. Con questo
procedimento tuttavia si valutano soltanto gli stimoli luminosi di intensità massimale
e non si esegue uno studio accurato di eventuali scotomi relativi, realizzabile invece
con le apposite griglie ideate da Gandolfo. Usando entrambi i sistemi è possibile
ricavare il grado globale della minorazione visiva
5
. Gli indici di disabilità visiva
globale usati sono stati quelli introdotti da Zingirian-Gandolfo-Capris (tab. 3).
Classe Punteggio
Disabilità assente 0
Disabilità lieve 1-2
Disabilità media 3-4
Disabilità grave 5-6
Disabilità totale relativa 7-8
Disabilità totale assoluta 9-10
tab. 3 Indici di disabilità visiva globali
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In Italia si calcola che gli ipovedenti siano circa un milione. Per la maggior parte si tratta
di anziani che hanno subito una diminuzione della loro capacità visiva in età adulta. È
importante sottolineare che solo gli ipovedenti gravi hanno diritto alla pensione e
possono usufruire di alcune agevolazioni previste per i ciechi, quali il collocamento
obbligatorio come centralinisti o massofisioterapisti. Gli altri ipovedenti possono,
invece, rientrare nella categoria degli invalidi con diversa percentuale di invalidità e
conseguentemente diversi benefici economici e lavorativi.
1.3 Prevalenza ed Incidenza
Le statistiche riguardanti la frequenza dell’ipovisione sono meno comuni di quelle
sulla frequenza della cecità, perché i parzialmente ciechi non sono registrati, a meno
che loro non siano giuridicamente ciechi. Comunque, informazioni utili a riguardo
possono essere ricavate da fonti diverse, per esempio combinando i dati che si sono
registrati sulla cecità con quelli esistenti sull’analisi della visione dei paesi più
rappresentativi.
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tab. 4 Classificazione delle Capacità Visive
In più nazioni occidentali, la generalità della cecità legale è nell'ordine di 0,2 %.
Comunque, l'incidenza riportata è solo approssimativamente ad un decimo della
generalità; ovvero, l'incidenza della cecità legale è nell'ordine di 0,02 percento.
L'analisi di statistiche dagli Stati Uniti suggerisce che, all'interno di un gruppo
giuridicamente cieco, approssimativamente circa il 15 - 25 percento del campione
risultano essere parzialmente e funzionalmente cieco: ovvero, almeno i tre-quarti
della popolazione giuridicamente cieca hanno della visione utile. Inoltre il gruppo
che ha l’ipovisione, ma non è giuridicamente cieco, è approssimativamente 3 - 4
volte più grande della popolazione giuridicamente cieca.
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