pianeta-figlio a crescere. Per tali motivi il ruolo della madre nello sviluppo infantile è
s tato analizzato da molti s tudios i dell’età evolutiva e delle relazioni familiari.
Se tutto ciò è giustificato, altrettanto lo è chiedersi come faccia questo universo-
famiglia a reggersi in piedi, infatti due pianeti non entrano in collis ione, dis truggendo
così l’intero universo, perché mantengono la giusta distanza, ma ciò accade solamente
quando gli equilibri gravitazionali di tutt i i pianeti sono rispettati. Perciò si può
scorgere nel cosmo famiglia un altro sole, quello del padre che, più di ogni altro,
cos truis ce e mantiene tali equilibri.
Cosa succederebbe se il pianeta Marte decidesse di modificare i suoi assetti
gravitazionali e di cambiare orbita ? Allo stesso modo chiediamoci cosa succede
quando il padre cambia orbita uscendo dalla famiglia, chiediamoci cosa succede
quando manca quel contenitore paterno che permette il passaggio da una sequenza di
immagini all’altra.
In ques to lavoro è mia intenzione capire, all’inizio, quali s iano le caratteris t iche che
il sole paterno possiede e quale influenza abbiano nello sviluppo del bambino ed, in
seguito, cercare di capire cosa succeda quando invece il padre manca, quando è
assente il pianeta che dovrebbe far parte dell’universo famiglia, quando manca quel
tassello che permette all’immagine successiva di apparire.
Questi sono gli scopi del presente lavoro e gli interrogativi a cui cercherò di
rispondere.
RINGRAZIAMENTI
Quando si giunge ad un traguardo di vita, piccolo o grande che sia, il pensiero va
sempre a coloro che ci hanno aiutati in questo percorso, perché nel nostro ricordo essi
ci hanno spianato la strada rendendola meno difficile di quanto sarebbe stata. Anche
nella mia mente ciò avviene e con una vivezza di immagini tale da pensare che queste
persone siano qui di fronte a me in questo momento così importante. Loro in realtà
sono in me e lo saranno sempre perché sono me, sono immagini che io ho di me stesso
e che da loro ho ricevuto. Io ringrazio sempre le mie immagini ed il solo continuare a
vederle così vividamente è per me il più alto dei sentimenti. Grazie al mio mondo !
Grazie al mio piccolo microcosmo popolato di così splendidi personaggi.
Arese, maggio 1997.
PARTE PRIMA:
STUDI SULLA FIGURA
PATERNA
I.
IL RUOLO E LE FUNZIONI DEL PADRE IN UN’OTTICA
MULTIDISCIPLINARE
In questo capitolo intendo delineare il ruolo che il padre svolge all’interno della
famiglia in una prospettiva multidisciplinare che comprenda quelle scienze che, più
delle altre, hanno contribuito ad un’analisi approfondita di questo tema. Il mio
obiettivo è, dunque, quello di dare un quadro più completo della figura paterna, perciò
non mi soffermerò su temi che, seppur molto importanti, esulano da questa analisi e
dagli obiettivi dichiarati di questo lavoro.
Per completezza di informazione, riguardo ai temi che non verranno esaminati,
rimanderò a testi più specifici.
I.1. PROSPETTIVA SOCIOLOGICA : IL RUOLO DEL PADRE
NELLA FAMIGLIA
Il ruolo e le funzioni del padre in un’ottica multidisciplinare 10
I.1.1. LA FAMIGLIA E LE SUE FUNZIONI
La sociologia evidenzia come la componente elementare dell’organizzazione di una
società sia la famiglia. Difatti, F. Ferrarotti la definisce come una “istituzione sociale
primaria” di stampo formale, vale a dire :
“(una)(...)struttur(a) social(e) organizzat(a), continuativ(a) nel tempo,
capac(e) di far valere e pesare sugli individui un sistema di norme, ossia di
premi e di castighi.(...)in strutture formalmente codificate,(...)cui gli individui
debbono normalmente attenersi.”(F. Ferrarotti 1986, p.131)(cors ivo aggiunto)
La famiglia contemporanea deriva, nella sua strutturazione e nelle sue funzioni, dai
cambiamenti che si sono susseguiti durante la storia della nostra società. Infatti, esiste
uno stretto rapporto fra famiglia, epoca storica e organizzazione politica, per cui
ognuno di questi fattori influisce sulle funzioni della famiglia, i ruoli familiari, ecc.
1
La famiglia è una istituzione sociale primaria e, come tale, la società le ha sempre
affidato delle funzioni fondamentali, quali : 1) funzione economica-lavorativa, 2)
funzione educativa, 3) funzione di socializzazione.
Molti sociologi hanno evidenziato come, a causa dell’avanzare
dell’industrializzazione e della tecnologizzazione, la famiglia contemporanea stia
progressivamente perdendo la sua saldezza istituzionale delegando alla società proprio
queste funzioni prioritarie.
1) Per quanto riguarda la funzione economica-lavorativa, ormai sono pochissime le
aziende a conduzione familiare. Il padre non è più colui che insegna il “mestiere” ai
propri figli, i quali sono, quindi, costretti a ricercare nella società esterna sia una
1
Per un’analisi approfondita dello sviluppo storico delle strutture familiari e dei rapporti fra famiglia e
stato, rimando a Saraceno, C.,1975, La famiglia nella società contemporanea, Torino, Loescher.
Il ruolo e le funzioni del padre in un’ottica multidisciplinare 11
appropriata formazione lavorativa che l’occupazione lavorativa stessa. A tal proposito,
è molto interes sante ciò che afferma C. Saraceno (1981) riguardo alle famiglie che
abitano nelle zone del centro e del nord-est dell’Italia (C. Saraceno definisce questa
zona “l’area intermedia o semiforte”
2
). In questa area geografica vi é una forte
concentrazione di “famiglie allargate”, in cui i legami di parentela avvengono, per lo
più, lungo le linee maschili di dis cendenza ; quindi la comunità e il s uo perpetuars i è di
origine maschile-patriarcale. Le relazioni fra genitori e figli si esprimono sotto forma
di rapporti di lavoro, poiché l’esperienza lavorativa inizia nell’azienda familiare.
Saraceno evidenzia come :
(...)i giovani impiegati nell’azienda familiare(...) possono apparire e anche
essere più integrati nella collettività, più in sintonia con essa e con i suoi
valori(...) viceversa i giovani studenti con nessuna o scarsa esperienza
lavorativa,(...) appaiono più conflittuali, meno integrati nella comunità e negli
stessi valori familiari : proprio perché(...) hanno uno spazio di esperienza(...)
che non coincide con quello dell’intera famiglia .”(C. Saraceno, in S. Acquaviva
1981, p.91-92)(cors ivo aggiunto)
Dall’analisi dell’autrice risulta chiaro che quando la famiglia, e soprattutto il padre,
si prende carico di questa funzione che la società gli ha affidato, i figli si adattano con
maggior facilità alla realtà s ociale.
La conclusione di questo discorso è la seguente : la perdita di quella funzione
“lavorativa-economica”, che la famiglia ha sempre avuto in passato, è fortemente
legata all’indebolimento della figura paterna in seno all’organizzazione sociale.
2) Per quanto riguarda la funzione educativa, i genitori tendono sempre più a
delegare questo delicato compito alla scuola. Ciò è dovuto sia all’aumento della
2
P er una descrizione appropriat a di quest a area geografica e per un’analisi più det t agliat a delle
conclusioni dello studio di C. Saraceno sulle famiglie italiane, rimando a Saraceno C., Modelli di
famiglia, in Acquaviva e altri, 1981, Ritratto di famiglia degli anni ’80, Bari, Laterza.
Il ruolo e le funzioni del padre in un’ottica multidisciplinare 12
disponibilità dei s ervizi educativi s colas tici ed extra-s colas tici s ia alla impos s ibilità da
parte di entrambi i genitori, per esigenze lavorative, di passare più tempo in casa con i
propri figli.
3) Per quanto riguarda la funzione di socializzazione, a causa della sua importanza è
bene esaminarla a parte ed evidenziare il ruolo che la figura paterna gioca in questo
delicato compito.
I.1.2. LA SOCIALIZZAZIONE
La funzione di socializzazione della famiglia consiste nella riproduzione del sistema
sociale attraverso la trasmissione e l’appropriata interiorizzazione dei valori e delle
leggi su cui questo si basa.
Tale trasmissione avviene in due direzioni :
1) Socializzazione dei figli : educarli all’accettazione dell’autorità e dei valori della
società.
2) Socializzazione degli adulti : s tabilizzare dei proces s i sociali iniziati
nell’infanzia. In altre parole, chiudere un ciclo di vita interiorizzando quelli che sono i
valori di genitorialità che la società ci propone.
Lo scopo della famiglia, non è tanto quello di creare una “brava persona”
insegnandogli le buone maniere, ma quello di trasformare i propri figli in buoni
cittadini, cioè in persone ben adattate alla società. La società occidentale
contemporanea è, per motivi s torici e culturali, di s tampo maschilis ta-patrilineare,
basti pensare al significato che il cognome assume a livello sociale. La funzione del
cognome è quella di garantire, all’individuo facente parte della famiglia,
un’identificazione sociale chiara e fissa nel tempo in grado di definire uno spazio
interazionale preciso nell’ambito del quale esercitare un controllo e un potere . Tale
spazio si snoda lungo la discendenza paternale che viene così ad eliminare la presenza
sociale della madre e della sua discendenza.
Il ruolo e le funzioni del padre in un’ottica multidisciplinare 13
A causa di questa organizzazione sociale di stampo patriarcale, il processo di
socializzazione che la società stessa richiede ai suoi membri è portato avanti
soprattutto dal padre.
3
Nei contatti educativi con i figli, il padre cerca di insegnare gli
ideali e i comportamenti che la vita sociale esige, ma ciò che determina il buon fine di
questo sforzo pedagogico, non è né la costrizione né la dolcezza dello stile educativo,
bensì l’immagine e gli atteggiamenti sociali del padre stesso.
Una preziosa ricerca svolta da A. Cavalli
4
s ull’immagine che i bambini s i creano del
lavoro del proprio padre, mostra con chiarezza come la figura paterna diventi qualcosa
di cui andare fieri o da svalutare socialmente in base o al rendimento economico
(categoria preferenziale per i figli maschi) o al prestigio (categoria preferenziale per le
bambine). La conclusione di questa ricerca è che il padre svolge una funzione di
“(...)mediazione nella trasmissione dei valori quando il bambino vede in lui il
rappresentante vivente dei valori dominanti.”(Cavalli A., in Storace G., 1983, p.104.).
I valori che un padre infonde nei propri figli/e sono differenti a seconda del ceto
sociale a cui egli appartiene, ma più di ogni altro elemento risentono del ruolo
lavorativo che egli ricopre. M. Kohn (1974), sottolinea che la s icurezza economica
della classe media-borghese e la posizione sociale che ne deriva, determina nei
genitori e, soprattutto, nel padre una tendenza ad incrementare il valore della auto-
direzionalità; al contrario l’inclinazione a rispettare l’autorità dei datori di lavoro porta,
nel ceto operaio, ad accentuare l’importanza del valore della conformità alle regole
sociali, per cui ne deriva uno stile educativo teso ad intensificare, soprattutto nel padre,
le proibizioni e le costrizioni.
Nella società industrializzata di oggi, anche la funzione di socializzazione è sempre
più svolta da is t ituzioni extra-familiari. Ques to fenomeno è fortemente legato, per le
3
Per motivi di chiarezza espositiva, è mio dovere evidenziare la mia volontà di non voler in nessun
modo sottovalutare il ruolo che la madre ha nel processo di socializzazione dei figli ( molti
sociologici, infatti parlano di “genitori” in senso globale senza distinguere in modo chiaro le influenze
che ognuno dei due ha nel processo di socializzazione) ma ciò che, in questa sede, voglio mettere in
rilievo è la part icolare e specifica posizione che il padre assume.
Il ruolo e le funzioni del padre in un’ottica multidisciplinare 14
ragioni che ho esposto in precedenza, al cambiamento che la figura paterna sta avendo
in una fas e di completa rivoluzione degli as s ett i familiari tradizionali.
I.1.3. IL RUOLO PATERNO : MUTAZIONI E NUOVI ASSETTI
Come tutti gli studi sociologici dimostrano, la famiglia sta perdendo tutte quelle
funzioni che tradizionalmente possedeva e che ne facevano il pilastro portante
dell’organizzazione sociale. Parsons (1974) afferma che la famiglia è un gruppo simile
agli altri raggruppamenti sociali, per cui le contraddizioni che nascono in seno ad essa
possono venire spiegate nei termini di un non completo adeguamento ai ruoli familiari
(padre come leader; madre come sostegno) che, secondo Parsons, derivano, nella loro
definizione, non da caratteristiche contingenti, ma da sistemi funzionali radicati nella
storia.
Le rivendicazioni avanzate dal movimento femminista hanno determinato, in questi
anni, un cambiamento socioculturale che ha portato alla inevitabile modificazione del
ruolo as sunto dal padre nella organizzazione familiare e di cons eguenza in quella
sociale.
Le caratteristiche fondamentali che il ruolo paterno ha avuto in passato e che
ancora, anche se in misura inferiore, cerca di mantenere sono essenzialmente quelle
di :
1) Sostegno economico. Il padre è colui che provvedeva al mantenimento della
famiglia giustificando così la sua assenza dalla scena familiare. Con l’introduzione del
lavoro doppio (maschile e femminile) questa caratteristica paterna è andata via via
scemando. Oggigiorno sono poche le madri che non partecipano, almeno quanto il
padre, al sostentamento economico della famiglia.
2) Figura autoritaria. Nella s toria della famiglia, la s ocietà occidentale (mas chilis ta e
patrilineare) ha progres s ivamente inves tito s ulla figura paterna le funzioni di autorità
4
I dati relativi a questa ricerca sono esposti nel saggio di Cavalli A., L’immagine del lavoro del padre,
in Storace G.(a cura di), 1983, La paternità, Milano, Franco Angeli.
Il ruolo e le funzioni del padre in un’ottica multidisciplinare 15
verso i figli e la moglie. La riforma luterana affidava al padre addirittura il posto di
capo temporale facendolo diventare il depositario del potere statale e divino.
Lo s tudio di M. Horkheimer (1974) sull’autorità, anche se è abbas tanza datato,
mostra con molta chiarezza i meccanismi che determinano l’interiorizzazione da
parte dei figli dell’autorità paterna. Horkheimer sottolinea che alla base di questo
processo d’interiorizzazione è nascosto il complesso edipico per cui, nel triangolo
padre-madre-figlio, il padre (che rappresenta l’autorità, il leader, la legge) spinge
all’esterno, quindi nel mondo sociale, i desideri che il figlio rivolgerebbe invece verso
la madre.
3)Guida. Con l’avvento della industrializzazione, il padre ha perso la sua peculiare
funzione di guida per i figli. Infatti, non potendo insegnare loro nessun mestiere e non
potendo più introdurlo in reti sociali ben definite ed estese, non riesce a far vedere al
figlio/a quello che dovrà fare una volta uscito dall’ambiente familiare.
Il padre ha un ruolo che è socialmente accettato solo quando soddisfa le
caratteristiche che ho elencato in precedenza, fuori da questi confini non può andare
senza cadere nel ridicolo. L’autorità è incompatibile con l’intimità e al padre non
compete il rapporto quotidiano con il figlio, l’accudirlo e il nutrirlo: la virilità ha limiti
precis i ed invalicabili.
In base a queste considerazioni possiamo capire fenomeni sociali quali la mancanza
degli uomini come maes tri d’as ilo e la loro pres enza s olo dall’età della ragione in poi,
cioè dai sei-sette anni, quando l’adulto-padre-uomo considera il bambino un essere
razionale e, di conseguenza, gli concede il suo tempo ed interesse.
Le modificazioni che sono avvenute in seno alla famiglia hanno modificato il
concetto di paternità rendendolo confuso e indefinito. Per cui essere ”padri è una cosa
importantissima, molto più dell’essere madri : le quali madri, per molti aspetti,
nascono, mentre padri si diventa”(Ball B.,1968, p.1)(cors ivo aggiunto).
L’atteggiamento maschile nella famiglia moderna è quello di aiutare la donna
nell’accudire i bambini attraverso una divisione del lavoro domestico che però risulta
ancora asimmetrica. Difatti, i padri tendono a scegliere i compiti più piacevoli e
Il ruolo e le funzioni del padre in un’ottica multidisciplinare 16
gratificanti. Tale sottile preferenza è legata all’inconscio rifiuto dei propri doveri verso
il figlio in quanto accudire un bambino vuol dire mettere in gioco la propria emotività.
Un figlio è un es sere indifeso che dipende da una persona la quale deve rispondere con
sentimenti che di solito è abituato ad eludere da sé al fine di controllarli. In altre
parole, l’occuparsi di un bambino mette in gioco la propria tenerezza, emotività e
sens ibilità, portando ad un tale senso di responsabilità e coinvolgimento che i padri
hanno spesso paura per la propria stessa identità.
Le ultime ricerche nell’ambito degli studi sulla famiglia hanno dimostrato come in
maniera sempre più frequente, il padre rivendica per sé le attività di cura e rapporto
con i figli (l’introduzione del padre nella sala parto ne è una dimostrazione).
Da una ricerca condotta da Piotrkowski
5
nel 1979 risulta che molti padri s tatunitensi
cercano di ridurre lo spazio fra lavoro e famiglia per rimediare al senso di esclusione e
di separazione dalla stessa. Tali tentativi avvengono in maniere differenti a seconda
della posizione professionale occupata.
Il ruolo del padre si sta modificando profondamente e la crisi della famiglia seguirà,
probabilmente, il decorso di questo cambiamento.
I.2. PROSPETTIVA ANTROPOLOGICA: IL PADRE NEI
DIVERSI SISTEMI CULTURALI
L’antropologia è quella disciplina scientifica che focalizza l’attenzione sullo studio
della razza umana, dei popoli antichi e dei loro modi di vivere. Questa disciplina si
suddivide in diversi orientamenti fra i quali si ritrova l’antropologia culturale che si
occupa ”(...)della descrizione e dell’analis i delle culture - cioè le tradizioni socialmente
acquis ite - delle epoche pas sate e presenti.”( Harris M., 1990, p.2 )
5
Per una analisi approfondita di tale ricerca rimando a Saraceno C.,1988, Sociologia della famiglia,
Bologna , il Mulino, p.195.
Il ruolo e le funzioni del padre in un’ottica multidisciplinare 17
L’etnologia è una sottodisciplina dell’antropologia culturale che descrive e analizza
le culture contemporanee.
In questo paragrafo intendo esaminare il ruolo che la paternità ha avuto nell’arco dei
millenni,
6
per poi s offermarmi ad illus trare la figura e le funzioni che il padre rives te in
alcune culture contemporanee, definite come primitive, nelle quali è possibile ritrovare
delle forme arcaiche di paternità.
I.2.1. LA PRESA DI COSCIENZA DELLA PATERNITA’
Il concetto di paternità non nasce con l’uomo, infatti la scarsa conoscenza che
l’essere umano aveva dei meccanismi riproduttivi, gli impediva di legare
immediatamente l’atto riproduttivo con quello sessuale.
Secondo la cultura primitiva i bambini, ad un certo stadio dello sviluppo, entrano
nel ventre materno a causa di un contatto avuto dalla donna con un animale o con un
oggetto.
L’ignoranza dei meccanismi legati alla riproduzione, è attestata da numerose
testimonianze linguistiche e da quelle attinenti alla storia religiosa e dei costumi delle
popolazioni primitive.
7
Le società primitive avevano una cos tituzione di t ipo matrilineare, per cui il potere
sociale era nelle mani della donna che, in virtù delle sue capacità procreative, si
poneva in contatto diretto con i ritmi della natura innalzandosi al ruolo di Dio.
Il pas s aggio da una società matrilineare a una patriarcale è legato, es s enzialmente,
alla pratica della guerra. Nel Paleolit ico, i rari contatt i fra gli uomini, la pres enza di
estesi spazi disponibili per l’agricoltura avevano determinato un’epoca in cui regnava
la pace. Questa “età dell’oro” in cui la donna dominava pacificamente, si era interrotta
6
In questo paragrafo intendo analizzare solo la nascita del concetto di paternità, ma per una dettagliata
descrizione storiografica della figura paterna rimando all’ottimo testo di Dieter Lanzen, 1991,
Vaterschaft. Vom Patriarchat zur Alimentation, Hamburg, Rowohlt T aschenbuch Verlag GmbH (trad.
it . Alla ricerca del padre, Bari, Laterza, 1994).
Il ruolo e le funzioni del padre in un’ottica multidisciplinare 18
nel Neolitico quando si presentarono una serie di situazioni nuove e complesse.
L’aumento demografico, la riduzione dello spazio disponibile, il più frequente contatto
fra popolazioni, il risveglio della cupidigia a causa dell’accumulo di ricchezze in
alcune zone privilegiate, l’uso dei metalli per la fabbricazione delle armi e
l’addomesticamento del cavallo, avevano favorito la pratica della guerra. La maggiore
forza fis ica del maschio lo res e più adatto alle azioni belliche e ciò gli permis e di
modellare la società a suo piacimento.
Il passaggio ad una società patriarcale non è, quindi, legato alla presa di coscienza
del concetto di paternità, infatti tale conquista è più recente di quanto si possa pensare.
Nel Neolitico la pratica dell’allevamento aveva reso evidente che non era possibile
scegliere di uccidere solo i capi maschi per conservare le femmine per la riproduzione,
in quanto, così facendo, le femmine rimanevano sterili. Nella mitologia antica
vediamo, però, che il legame fra uomo e procreazione veniva ancora frainteso. Gli dei
maschi capaci di procreare non avevano bisogno dell’aiuto femminile; ciò era dovuto
al tentativo delle società patrilineari di spodestare le dee femminili che legavano la
loro potenza proprio alle capacità riproduttive. Fra i vichinghi la Dea Nerthus, simbolo
della fert ilità
8
, fu sostituita dal Dio Freyr che ne assorbì ogni capacità procreativa. Fra
i greci, nonostante esistesse la dea Gea che rappresentava la grande madre terra capace
di produrre da sé il proprio padre Urano, il più famoso Zeus, padre degli dei,
possedeva il dono di procreare dei figli facendoli uscire dalla testa
9
. Nel racconto
biblico Eva nacque da una costola di Adamo, ma, molto più in generale, insito nel
concetto di monoteismo, c’è il principio per cui Dio Padre creò l’intero universo
dandogli la vita.
Se l’uomo-padre non è mai riuscito, in maniera definitiva, ad appropriarsi della
fert ilità femminile e del potere che ne deriva, la società patrilineare ha is tituito il
7
Per un approfondimento di queste testimonianze rimando a : Depuis J.,1987, Au nom du père. Une
Histoire de la paternitè, s.l., Le Rocher (trad. it. Storia della paternità, Milano, Tranchida, 1992).
8
La dea Nerthus veniva esposta in primavera e lavata da schiavi maschi che, alla fine della cerimonia.
venivano uccisi a causa del loro contatto con la dea.
9
La mitologia greca narra che Zeus unitosi a Meti (la sapienza), generò Atena , ma prima che la
madre partorisse, la ingoiò, sicché Atena nacque dal suo capo.
Il ruolo e le funzioni del padre in un’ottica multidisciplinare 19
concetto di nascita sociale grazie al quale detiene il potere di procreare, da solo, dei
cittadini.
In tutte le società patriarcali il padre è colui che gioca un ruolo fondamentale
nell’entrata dei figli nella società adulta. In un’organizzazione sociale colui che detiene
il potere è anche colui che definisce le leggi e i ruoli che gli appartenenti a tale società
devono rispettare. Ne deriva che il volere del padre è quello che fa di un essere umano
un essere sociale. ”Non avrai altro Dio all’infuori di me” è il comandamento cristiano
che esplicita la totale obbedienza che un individuo deve all’autorità paterna.
L’autorità indiscussa non è quella del padre reale ma quella del simbolo paterno.
Nella cultura cristiana, ritroviamo questo concetto nell’episodio in cui Gesù si perde
a Gerusalemme e viene ritrovato nel tempio da Maria e Giuseppe, mentre parlava con
gli anziani e con i dottori.
“Vedendolo ne furono meravigliati e sua madre gli disse : - Figlio, perché ci
hai fatto così? Tuo padre e io, addolorati, andavamo in cerca di te. - Egli rispose
loro: - Perché mi cercavate ? Non sapete che io mi devo occupare di quanto
riguarda mio Padre ?”(Luca, 2, 48)(corsivo aggiunto)
La figura del padre e le s ue funzioni in ambito familiare s i cos tituis cono sulla base
dell’organizzazione sociale. Tutto ciò si ritrova sia nella nostra cultura industrializzata
(vedi il paragrafo di questa tesi dedicato all’analisi sociologica) sia in culture
contemporanee che, però, non hanno subito quei mutamenti che il progresso
industriale e tecnologico ha apportato.
I.2.2. UNO STUDIO ETNOGRAFICO : IL PADRE IN ALTRE CULTURE
L’etnografia è quella disciplina che descrive i vari popoli che costituiscono il genere
umano. Tale descrizione comprende tutti i vari aspetti delle popolazioni: razza, modi
di vivere, istituzioni sociali, vita spirituale, ecc.