_________________________ Analisi dei fabbisogni gestionali delle PMI della Provincia di Napoli
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di un database utilizzato per l’analisi degli stessi.
Lo strumento è stato suddiviso in tre sezioni; in particolare una prima sezione
“Anagrafica” per studiare le caratteristiche generali delle aziende che hanno
partecipato al progetto; le successive due sezioni trattano argomenti riguardanti
l’indagine vera e propria, in particolare la sezione “Analisi dell’azienda nelle sue
aree gestionali”, suddivisa in sottosezioni per ognuna delle aree aziendali da studiare,
indaga sulle problematiche gestionali riscontrate nelle singole aree, e la sezione
“Individuazione del ruolo dell’ingegnere gestionale” cerca di individuare la
conoscenza del ruolo dell’ingegnere gestionale ed il suo posizionamento all’interno
delle imprese.
Si è provveduto a selezionare una popolazione iniziale di 106 imprese tra
quelle associate ad API-Napoli. Dalla popolazione iniziale è stato estratto un
campione composto da circa 40 imprese, le quali hanno dato la propria disponibilità
a partecipare al progetto sottoponendosi all’indagine.
I risultati ottenuti hanno permesso di tracciare un quadro generale delle
imprese analizzate, ed in particolare l’individuazione di quelle caratteristiche che, più
di tutte, minano l’efficienza e la competitività delle imprese all’interno dello scenario
economico di riferimento.
La Tesi è strutturata in quattro parti: le prime due, di natura più generale,
delineano lo scenario all’interno del quale l’indagine è stata condotta, mentre nella
terza e quarta parte si descrive la fase operativa del progetto ed i suoi risultati.
Più dettagliatamente, la prima parte presenta un’istantanea della situazione
economica in cui operano le PMI. Si parte, da un livello macro, descrivendo la
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situazione generale del mercato italiano, valutandone le peculiarità generali e le
differenziazioni interne tra regione e regione, nonché cenni sulla correlazione tra la
situazione in Italia e quella nel resto della Comunità Europea. Successivamente la
descrizione sarà affinata passando a valutare le caratteristiche della realtà
meridionale, i relativi problemi socio-economici e le differenze con le altre realtà
nazionali. Infine si analizza, più in dettaglio, la situazione della Campania e della
Provincia di Napoli in particolare; ovvero i vari problemi socio-economici e
strutturali del tessuto imprenditoriale e di quello lavorativo.
La seconda parte tratta nello specifico la realtà delle piccole e medie imprese,
dandone, innanzitutto, una definizione generale e per poi illustrarne i modelli
organizzativi, e le sue problematiche; infine sarà presentata la realtà imprenditoriale
della provincia di Napoli analizzando le caratteristiche generali delle aziende iscritte
ad API-Napoli.
Nella terza parte, come detto, è riportata la fase operativa del progetto vero e
proprio, partendo dalla metodologia seguita, per arrivare ai risultati.
Si descriveranno le criticità gestionali delle PMI analizzando nello specifico la
Pianificazione Strategica, Marketing e Vendite, Controllo di Gestione, Logistica e
Produzione e Finanza Aziendale. Si passerà poi a confrontare il posizionamento,
nelle varie aree aziendali, delle imprese analizzate rispetto ad un’impresa tipo, che
non presenti particolari criticità.
Nella quarta ed ultima parte si descrive il rapporto tra l’ingegnere gestionale e
le PMI. Dopo una iniziale introduzione sul mercato del lavoro degli ingegneri
gestionali, si riportano i risultati dell’indagine relativi alla conoscenza da parte di
imprenditori e dirigenti di tale figura professionale; in particolare si indaga sulla
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consapevolezza della necessità di ingegneri gestionali nelle piccole e medie imprese
e sul loro posizionamento all’interno delle stesse.
In merito alla conduzione delle aree aziendali ed alle problematiche riscontrate
da imprenditori e dirigenti, i dati emersi hanno evidenziato una forte propensione
delle aziende alla qualità ed allo stretto rapporto con i clienti al fine di garantirne la
massima soddisfazione. Le aziende hanno manifestato elevate capacità tecniche ed in
generale grandissime prospettive di sviluppo e competitività dovute al fatto che le
maggiori problematiche emerse dall’indagine riguardano mancanze di tipo
prettamente gestionale interno e non problematiche di tipo commerciale o tecnico.
Uno degli elementi “denominatore comune” per le imprese coinvolte nel
progetto è la diffusa carenza di pianificazione a qualsiasi livello; in particolar modo
la pianificazione strategica ed il controllo di gestione si sono rivelati i principali
fattori di debolezza strutturale delle imprese.
Un altro risultato importante riguarda la gestione finanziaria delle imprese che
spesso è soggetta a problemi di liquidità dovuti, oltre che alla solita mancanza di
pianificazione, ad una notevole differenza tra i tempi di pagamento dei debiti, spesso
molto brevi, ed i tempi di riscossione dei crediti molto spesso lunghi, soprattutto
quando i crediti sono verso la pubblica amministrazione.
Suddivisi poi le aziende facenti parte del campione in 5 settori: Servizi,
Edilizia, Impiantistica, Produzione, Meccanica/carpenteria; è stata poi fatta un’analisi
settore per settore, svolta sulle aree operative di gestione delle aziende, comparando i
risultati ottenuti dalle aziende dei singoli settori con un risultato sufficiente di
un’azienda ideale che pur non presentando eccellenze risultasse pienamente
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sufficiente in tutte le aree aziendali. Tale analisi evidenzia come i settori Servizi,
Impiantistica e Meccanica/Carpenteria, siano in linea con una situazione ideale pur
essendo carenti nelle fasi di pianificazione e controllo di gestione, mentre altri settori
come Edilizia e Produzione evidenziano maggiori problemi.
La parte conclusiva dell’indagine è imperniata sulla conoscenza dell’ingegnere
gestionale da parte degli imprenditori, sul ruolo che egli potrebbe ricoprire nelle
piccole e medie imprese sul suo posizionamento al loro interno e sulle sue
competenze maggiormente utili per le stesse.
I risultati di tale inchiesta hanno evidenziato inizialmente una diffusa scarsa
conoscenza dell’ingegnere gestionale e delle sue competenze, ragion per cui è lecito
annoverare tra le cause della mancata penetrazione degli ingegneri gestionali nel
mercato del lavoro rappresentato dalle piccole e medie imprese, la parziale o
completa ignoranza degli imprenditori su tale figura. Tale disinformazione è dovuta,
per lo più ad una scarsa comunicazione sia da parte delle università verso le aziende,
attraverso la promozione e l’informazione delle competenze degli ingeneri gestionali
che potrebbero essere utili alle PMI, sia da parte delle aziende verso le università,
attraverso le associazioni di categoria come l’API, esplicitando le carenze aziendali e
le competenze che dovrebbe avere un ingegnere per operare proficuamente
all’interno della loro realtà.
È ovvio che tale considerazione non solo non è sufficiente a motivare un fenomeno
così diffuso, ma è anche riduttiva.
Andando nel dettaglio dell’indagine si è giunti alla conclusione che
probabilmente una delle principali motivazioni di tale fenomeno è la considerazione
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diffusa nella stragrande maggioranza degli imprenditori, dell’assunzione di un
ingegnere gestionale come un costo piuttosto che una opportunità di sviluppo
dell’azienda, costo che nella maggior parte dei casi non si vuole o non si può
sostenere.
La scarsa propensione degli imprenditori alla pianificazione, riscontrata nel
corso dell’indagine sulla gestione delle aree aziendali, si è palesata anche in questo
caso; infatti, si è mostrata inesistente la visione prospettica degli imprenditori sui
benefici economici ed organizzativi apportati dall’assunzione di un ingegnere
gestionale, soffermandosi al costo del suo lavoro piuttosto che sui vantaggi, anche in
termini di riduzione dei costi generale, che esso può apportare all’azienda.
Queste considerazioni possono anche essere interpretate come una scarsa
propensione al rischio da parte degli imprenditori e tale interpretazione è anche
avvalorata dalla dichiarazione degli stessi di preferire l’assunzione di personale
esperto piuttosto che porsi come formatori di neolaureati, più flessibili ed economici
rispetto al personale esperto, ma ancora acerbi.
Passando al posizionamento della figura dell’ingegnere gestionale, ed alle sue
competenze ritenute più utili alle aziende, si potuto tracciare un profilo alquanto
preciso: l’ingegnere gestionale è visto come una figura interna all’azienda che lavori
a tempo pieno sulla pianificazione e soprattutto sul controllo di gestione, un ruolo
fondamentale che dovrebbe ricoprire è quello di essere un solido ponte tra la
produzione e l’amministrazione; una persona che sia capace di ottimizzare i processi
aziendali, non solo sulle esigenze economiche piuttosto che su quelle tecniche, ma
che sia in grado di fonderle al fine di trovare un proficuo equilibrio tra le parti.