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Capitolo IV
Greimas: la grande struttura sintagmatica
Compiuta una descrizione approfondita degli elementi che compongo Il
leone, la strega e l’armadio, e dopo esserci soffermati sugli aspetti simili e
dissimili che caratterizzano la narrazione di Lewis paragonandola al lavoro
di Propp sulle funzioni, possiamo passare ad un’analisi più profonda,
cercando di identificare gli elementi più decisivi su cui l’intera opera si
basa. E’ chiaro che ora abbandoneremo quel campo sicuro e (quasi) privo di
rischi che è “il confronto” e “la descrizione” per addentrarci in un terreno di
gran lunga più impervio come quello dell’analisi. Per far ciò dovremo far
affidamento agli studi di Algirdas Julien Greimas, in particolare dovremo
appoggiarci alla sua interpretazione della sequenza narrativa canonica.
Greimas ritiene che ogni racconto sia organizzato da una grande
struttura sintagmatica molto semplice e generale, che comprende quattro
tappe fondamentali; tappe che, ne Il leone, la strega e l’armadio, compaiono
con molta chiarezza e senza alcun tipo di fraintendimento. Elencandole con
ordine, questi quattro momenti della struttura sintagmatica sono il contratto,
la competenza, la performanza e la sanzione. E’ lampante, anche
semplicemente scorrendo le funzioni di Propp presenti in questa narrazione,
che Lewis ripercorre queste quattro tappe, rendendole limpide agli occhi del
lettore, anche di quello meno attento.
La prima tappa è il contratto, e altrimenti non potrebbe essere: prima di
avere ogni sorta di competenza, è necessario che venga esplicitata una posta
in gioco; un mandato in cui qualcuno stabilisce che cosa bisogna fare e
quale potrà essere la ricompensa per il successo di tale azione. Questo
qualcuno non deve essere necessariamente un personaggio: nella narrazione
di Lewis il Destinante della missione finale è la profezia, così recitata
all’interno de Il leone, la strega e l’armadio:
“Il dolore sparirà, quando Aslan comparirà;
al digrignare dei suoi denti fuggon tutti i malviventi;
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quando romba il suo ruggito, gelo e inverno è ormai finito; se lui scuota la
criniera, qui ritorna primavera.
Il tempo del male sarà terminato
Quando i figli d’Adamo e del suo costato
I troni di Cair Paravel avranno conquistato”
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.
E’ il castoro a recitare questa profezia ai fratelli Pevensie: l’animale
funge da Destinante solo nel momento in cui mette a conoscenza i
protagonisti del destino che, se questi vorranno, li attenderà. La profezia,
elemento immancabile in ogni racconto fantasy, è il Destinante maggiore, se
così si può definire: è ciò che pone Peter, Edmund, Susan e Lucy davanti
alla scelta finale, se accettare o sottrarsi al proprio destino. Tuttavia questa
profezia non è il primo Destinante della narrazione, ma c’è ne sono altri due,
che, a differenza di questa “filastrocca”, non proviene dall’esterno, ma è un
contratto che i giovani protagonisti stipulano con loro stessi.
Sappiamo benissimo che al centro di ogni narrazione c’è un compito che
deve essere eseguito o un’azione che deve essere compiuta o un oggetto che
deve essere conquistato; ecco in questo caso i fratelli Pevensie, resisi conto
dell’arresto (ingiusto) del fauno Tumnus, diventano Destinanti e Destinatari.
Decidono infatti di liberare il giovane fauno dalla grinfie della strega: in
questo modo il fauno da aiutante (accoglie Lucy nel suo primo viaggio a
Narnia e impedisce che venga catturata) si trasforma in oggetto di valore. I
protagonisti stipulano questo contratto fra di loro e con loro stessi: il loro
obbiettivo, ancor prima di sentire il peso del destino addosso e di decidere di
contribuire alla liberazione di Narnia, è quello di liberare Tumnus, anche per
sdebitarsi con il fauno della sua grande gentilezza nei confronti della piccola
Lucy.
Ricapitolando: il primo contratto è quello che i fratelli Pevensie stipulano
fra di loro e che li spinge a liberare il loro amico; il secondo è la profezia,
recitata dal castoro, che li vedrà protagonisti della liberazione di Narnia e,
come già analizzato, non è un contratto che li vede come Destinanti e
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ibidem, pp.53-54
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destinatari, ma solamente destinatari. Il Destinante è la profezia, loro,
accettando di adempierla, ne diventano i Soggetti e i destinatari e l’oggetto
di valore che deve essere perseguito altro non è che la liberazione di Narnia
dal male e la conquista del regno.
Prima ancora però della stipulazione di questi contratti vi è un falso
accordo: quando Edmund intraprende il suo primo viaggio a Narnia e
incontra la Strega Bianca. In questa occasione Edmund è il Destinatario di
un falso contratto, dal momento che la strega, antagonista dell’intera
narrazione, funge da Falso Destinante per ingannare il giovane e compiere il
proprio volere. Tuttavia Lewis non segue uno schema base nella sua
narrazione, ma uno schema con iterazioni complesso: questo significa che la
sequenza narrativa di Greimas non si riduce ad essere un mero susseguirsi di
eventi lineari Contratto Competenza Performanza Sanzione ma un
dedalo di intersezioni fra questi momenti, che, sicuramente rendono più
interessante la narrazione, e, guardando nel complesso Le cronache di
Narnia fanno de Il leone, la strega e l’armadio il libro più affascinante dal
punto di vista teorico e di un’analisi semiotica.
Ancora parlando di contratti, ce ne sono altri due che non sono collocati
all’inizio della narrazione, ma quando questa è nel pieno del suo
svolgimento. Il primo contratto designa come oggetto di valore il fauno
Tumnus; il secondo contratto, che possiamo definire senza alcun dubbio
Contratto Principale o Maggiore, è quello che dà maggior forza ai
protagonisti e li indirizza verso uno specifico obbiettivo, più grande di
qualsiasi altro, analizzando la storia da un punto di vista esterno: la
liberazione di Narnia, la vittoria delle forze del Bene e l’annientamento
delle forze del Male. Come sappiamo, alla luce dell’analisi della fabula della
narrazione, in un certo momento del viaggio, quindi dopo che i protagonisti
hanno preso coscienza di ciò che deve essere compiuto e hanno intrapreso il
percorso che li condurrà agli Oggetti di valore, Edmund tradisce i propri
fratelli. Ovvero, memore della promessa della Strega Bianca, si dirige al
castello della regina per beneficiare di tale accordo. Dunque i fratelli, fedeli
alle parole della profezia, decidono di proseguire il viaggio per raggiungere
Aslan, sapendo che solo lui può liberare il fratello: proprio qui vengono
presentati due attanti fondamentali.
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Edmund, da protagonista, si trasforma, seppur per un breve tratto della
narrazione, in Oggetto di valore e viene presentato Aslan, l’Aiutante
principale dei protagonisti, che restituirà Edmund alla propria famiglia. A
questo contratto, che vede come Destinanti Peter, Susan e Lucy e come
destinatario lo stesso Aslan, ne viene immediatamente concatenato un altro
che vede come parti la Strega Bianca, Aslan e Edmund: la regina, facendo
appello alle leggi che governano il mondo di Narnia, afferma che tutti i
traditori sono suoi e dunque il terzo dei fratelli Pevensie le deve essere
restituito. La regina è quindi il Destinante del contratto, Aslan ne è il
destinatario, e Edmund l’oggetto di valore. Il leone, onde evitare la morte
del giovane uomo, offre la propria vita come risarcimento, adempiendo così
al contratto stipulato con la regina.
Ovviamente parlando dei contratti e degli oggetti di valore è stato
impossibile non parlare della performanza, altra tappa fondamentale della
grande struttura sintagmatica di Greimas. Si è infatti parlato di ciò che deve
essere compiuto: il salvataggio di Edmund e Tumnus in primis e la
liberazione di Narnia. Dunque stilati gli obbiettivi da raggiungere, poste in
gioco le ricompense ottenibili grazie alla conquista di tali oggetti di valore,
c’è da chiedersi come sia possibile che dei bambini possano compiere
queste imprese?
Peter, Edmund, Susan e Lucy all’inizio della narrazione ci vengono
presentati come dei bambini senza alcuna esperienza o capacità che lascino
presupporre la realizzazione di imprese degne di re o regine. Ed è proprio su
questo elemento, su questa condizione dell’essere umano che Lewis getta la
basi de Il leone, la strega e l’armadio e, in generale, su Le cronache di
Narnia.
I giovani protagonisti prima che la performanza possa essere realizzata,
“devono conquistare i mezzi concettuali o materiali necessari per farlo”
15
.
Agli occhi di un bambino, proprio come lo sono Peter e i suoi fratelli, la
conquista del mezzo per sconfiggere il Male e salvare gli amici non
potrebbe essere più chiaro di così, e nella funzione proppiana questo sarebbe
il conseguimento del mezzo magico: durante il viaggio per raggiungere la
Tavola di Pietra, luogo di accampamento dell’esercito di Aslan, i giovani
eroi ricevono in dono da Babbo Natale spada e scudo per Peter, arco, frecce
15
Volli U., Manuale di Semiotica, Editori Laterza, Bari, 2008, p. 97.
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e un corno che richiama un magico aiuto se suonato in caso di estremo
bisogno per Susan, pugnale e pozione salvifica che cura ogni male ad
eccezione della morte per Lucy.
Dunque in questo episodio davvero significativo della narrazione
vengono conquistati i mezzi materiali necessari per raggiungere l’obbiettivo
posto nel contratto. Sicuramente l’accumulo di competenza non è risolvibile
solamente tenendo fede a questo episodio, ma è rintracciabile nell’intero
viaggio che i fratelli Pevensie compiono durante l’intera narrazione. La
domanda a cui stiamo cercando di rispondere è come sia possibile che dei
bambini possano compiere questa impresa, e senza dubbio delle armi, per
quanto straordinarie possano essere, non sarebbero per nulla sufficienti. Le
competenze necessarie i protagonisti le acquisiscono proprio durante il loro
viaggio verso la realizzazione degli obbiettivi: come lo stesso Lewis
dichiara più di una volta all’interno de Le cronache di Narnia l’aria che si
respira in questo mondo è benefica, soprattutto per gli esseri umani, e li
rende più forti, più coraggiosi e più saggi. Spiegata così sembra una
semplice giustificazione per la riuscita dell’impresa da parte di quattro
bambini, ma a parer mio, non è così.
Lewis vuole farci capire come sia indispensabile avere fede e credere in
se stessi: solo così si riesce a portare a compimento degli obbiettivi, troppo
grandi all’apparenza. Così il viaggio e la consapevolezza di ciò che avverrà,
rende i protagonisti più maturi e pronti ad affrontare i pericoli e le difficoltà,
pur mantenendo i tratti tipici della fanciullezza. Ad aggiungersi a ciò vi è la
presenza di Aslan: il Grande Leone, facilmente individuabile il paragone
nella tradizione cristiana, emana un’ aura di potere e solennità, gioiosa e
terribile a seconda del percorso scelto per arrivare a lui, che trasforma, anzi,
migliora, chi si trova al suo cospetto.
In tal modo Peter e Edmund riescono a vincere la battaglia contro le forze
della Strega Bianca, Susan e Lucy riescono ad aiutare il leone
nell’operazione di salvataggio dei prigionieri della regina.
Ultima tappa della grande struttura sintagmatica di Greimas è la
sanzione, e in questo caso si tratta sicuramente di una sanzione positiva. I
protagonisti portano a termine con successo la prova decisiva (o
performanza) e vengono ricompensati secondo i termini del contratto