Adolescenza, formazione dell’identità e abuso di alcol: Analisi del fenomeno e interventi di prevenzione primaria
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INTRODUZIONE GENERALE
L’adolescenza ѐ una fase dello sviluppo molto importante, perché in essa si viene a costruire
e definire l’identità della persona attraverso la sperimentazione di nuovi comportamenti e all’in-
terno di relazioni significative tra pari che costituiscono un allargamento delle precedenti rela-
zioni familiari. La curiosità degli adolescenti, il loro desiderio di far esperienze nuove fanno sì
che questa fase sia associata all’uso ed abuso di sostanze psicoattive, tra cui l’alcol. L’uso di
sostanze, a sua volta, in una fase dello sviluppo in cui il cervello non è ancora maturo, può
influenzare il processo della formazione dell’identità e preoccupa gli adulti che sono interessati
ad accompagnare tale processo, favorendone esiti positivi.
L’abuso di alcol in adolescenza non ѐ ovviamente un fenomeno recente ma, in tempi recenti,
è divenuto giorno dopo giorno «epidemico», nel senso che si manifesta nelle diverse parti del
mondo in modo crescente e variegato. Accanto ad un modello sociale di consumo alcolico che
accompagna i pasti ed il mangiare, si è sempre più diffusa una modalità di uso dell’alcol che ha
a che fare con la ricerca di stordimento o dell’alterazione della coscienza attraverso stati di in-
tossicazione. Basti pensare al fenomeno del binge drinking. La gravità del problema è eviden-
ziata anche dal fatto che l’assunzione di alcol avviene sempre più precocemente e che la preco-
cità del consumo è un fattore che si correla ad un impatto più negativo sulla salute fisico-men-
tale. L’alcol si associa a disturbi digestivi, malattie cardiovascolari, malattie infettive, tumori e
disturbi mentali. Il suo uso smodato sembra favorire alcuni comportamenti pericolosi, tra cui
abusi fisici, sesso non protetto, gravidanze precoci, atti criminali, incidenti stradali, violenze
interpersonali ed autolesionismo ed interferire gravemente con lo sviluppo, potendone sia bloc-
care le potenzialità, sia accelerarne il percorso in modo problematico.
L’importanza della questione che si intreccia con temi educativi e di promozione della salute
ci stimola a studiare il fenomeno del rapporto tra giovani e alcol, non solo per comprendere
come esso si sviluppi, ma anche per capire come, quando, dove e perché progettare interventi
di prevenzione primaria dell’abuso di alcol tra gli adolescenti, al fine di proteggere e salvaguar-
dare la società umana di oggi e di domani.
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La trattazione di questo lavoro si realizza in tre capitoli preceduti e seguiti rispettivamente
dall’introduzione e dalla conclusione generale.
Il primo capitolo descrive l’adolescenza nelle sue dimensioni neurobiologica e psicosociale.
Questa descrizione mette in luce le caratteristiche che permettono agli adolescenti di realizzare
il loro importante compito di sviluppo, cioè la definizione della propria identità. Vengono ana-
lizzati vari elementi manifesti e non manifesti alla base del processo di formazione e acquisi-
zione dell’identità, evidenziando quali siano le opportunità legate a questo processo e quali siano
invece i rischi o le criticità.
Il secondo capitolo analizza come e perché gli adolescenti usano e abusano di alcol. Prima
di tutto, sono descritte le proprietà chimiche dell’alcol; in seguito, sono rilevate le azioni di
questa sostanza sul funzionamento del sistema nervoso centrale. Sono poi analizzati i modi in
cui l’alcol viene assunto dagli adolescenti e come esso possa influenzare il loro comportamento
relazionale, affettivo e cognitivo. Infine, sono analizzate le fasi del consumo e come il compor-
tamento di uso possa trasformarsi nel tempo in una modalità di assunzione dipendente dell’alcol.
Il terzo capitolo cerca di rispondere alla domanda «che cosa possiamo fare?», partendo dal
presupposto che «ѐ meglio prevenire che guarire» e, dunque, focalizzandosi sulle strategie di
prevenzione primaria. La prevenzione primaria consiste nel proteggere i soggetti sani e, a livello
globale, nel contrastare i fattori di rischio, depotenziandoli o eliminandoli e, altresì, nel sostenere
lo sviluppo degli adolescenti, promuovendo la loro salute mentale tramite il rinforzo di alcune
abilità sociali favorevoli al benessere psicosociale. A livello della società o della comunità al-
largata, i luoghi privilegiati della prevenzione primaria sembrano essere innanzitutto la famiglia,
la scuola, la comunità locale e il gruppo dei pari. È quindi messa in evidenza la responsabilità
dei protagonisti coinvolti in questo tipo di prevenzione.
Infine, la conclusione generale contiene una sintesi dei principali contenuti emersi dallo
studio ed è anche l’occasione per presentare alcune riflessioni personali e per evidenziare le
opportunità e le sfide incontrate durante la realizzazione di questo lavoro.
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Capitolo primo
ADOLESCENZA AL CROCEVIA DELLA FORMAZIONE DELL’IDENTITÀ
1.1.Descrizione dell’adolescenza: verso l’acquisizione dell’identità
Fino a poco tempo fa l’adolescenza era considerata come un periodo che mette in crisi ra-
gazzi/ragazze e adulti che li assistono. L’idea era che, in questo periodo, si manifestino diversi
cambiamenti a livello fisico, biologico, psichico, sociale e relazionale, fonte di situazioni im-
prevedibili e incontrollabili, di fronte alle quali non si può fare nient’altro che aspettare che il
periodo si concluda per riprendere il ritmo normale della vita. Però, in questi anni, la scienza ha
fornito alcune importanti informazioni che riducono l’ampiezza di queste aspettative. Infatti,
l’adolescenza inizia con i cambiamenti della sfera biologica e cerebrale, che segnano l’inizio
della pubertà, e si estende poi ai cambiamenti della sfera psichica e socio-relazionale. Descri-
verla permette di analizzare il modo in cui avvengono questi cambiamenti e il ruolo che essi
giocano nel processo dell’acquisizione dell’identità. Andiamo a trattare questo argomento attra-
verso la descrizione della dimensione neurobiologica e psicosociale.
1.1.1. Dimensione neurobiologica
La dimensione neurobiologica dello sviluppo adolescenziale concerne i cambiamenti rile-
vabili manifesti e non manifesti. Gli uni sono di origine biologica e hanno effetti a livello fisico
e morfologico, gli altri avvengono nelle diverse aree cerebrali, specialmente nella zona corticale
e sottocorticale e si manifestano nel funzionamento del sistema nervoso centrale.
Il primo tipo di cambiamenti riguarda la pubertà, nota come periodo di rapida maturazione
fisica che comprende il cambiamento nel sistema ormonale ed endocrino, l’accelerazione se-
guita dal rallentamento e dall’arresto dell’accrescimento scheletrico, l’aumento e la distribu-
zione del grasso corporeo e del tessuto muscolare, lo sviluppo del sistema circolatorio e respi-
ratorio, l’aumento di forza e di resistenza, la maturazione dei caratteri sessuali secondari e degli
organi riproduttivi (Maggiolini e Pietropolli, 2004, p. 97). Specificamente, si osservano nei ra-
gazzi l’aumento della dimensione dei caratteri sessuali primari, la manifestazione dei primi peli
pubici dritti e la loro crescita, la prima eiaculazione, l’inizio del periodo di massima crescita, la
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crescita dei peli ascellari, i cambiamenti più marcati nella voce, la crescita di barba e baffi. Nelle
ragazze si manifestano la crescita del seno, dei peli pubici e dei peli ascellari, l’aumento dell’al-
tezza, l’aumento della larghezza dei fianchi e le prime mestruazioni (Santrock, 2017, pp. 103-
105). Questi cambiamenti sono considerati come indicatori dell’inizio dell’adolescenza, anche
se non è possibile determinare il suo inizio preciso, dato che le trasformazioni puberali non
avvengono alla stessa età nei vari individui (Palmonari, 1993, p. 93) e che la pubertà corrisponde
non all’età cronologica, ma alla presenza di segni determinati dai fattori genetici e ambientali.
Perciò, l’inizio della pubertà può variare dai 10 ai 13,5 anni per i ragazzi e dai 9 ai 15 anni per
le ragazze con qualche eccezione di precocità, di almeno un anno, influenzata da una buona
salute e alimentazione (Santrock, 2017, p. 101).
Alla base di questi cambiamenti ci sono geni e ormoni. I geni sono delle informazioni ere-
ditarie che influenzano lo sviluppo ed il funzionamento delle cellule tramite la costruzione delle
proteine e degli enzimi. Le proteine, costituenti della struttura fisica delle cellule, sono respon-
sabili del comportamento complesso e bersaglio delle forze che determinano l’evoluzione. Gli
enzimi permettono particolari reazioni chimiche all’interno delle cellule. Il processo di costru-
zione delle proteine è molto complesso. In realtà, i geni sono conservati in molecole di acido
desossiribonucleico, DNA, costituito da un filamento di sequenze variabili di nucleotidi (Gua-
nina, Citosina, Timina e Adenina). Tramite il processo di trascrizione, il DNA innesca un fila-
mento di acido ribonucleico, RNA-messaggero, situato nel citoplasma. In seguito, tramite il
processo di traduzione, l’RNA-messaggero si lega ai ribosomi che leggono la sequenza dei suoi
nucleotidi (Guanina, Citosina, Uracile e Adenina) e permettono di collegare tra loro amminoa-
cidi e formare le molecole proteiche (Watson e Breedlove, 2014, pp. 455-457). Nella sua fun-
zione, ogni gene trasmette le informazioni che riguardano lo sviluppo e il funzionamento di un
organo o sistema specifico. Il gene responsabile dei cambiamenti puberali è chiamato GPR54; è
situato nel cervello in una zona basale dell’ipotalamo e induce quest’ultimo a mettere in circolo
il GnRH (Gonadotropin Releasing Hormone), ormone che attiva la ghiandola pituitaria o l’ipo-
fisi. L’ipofisi, a sua volta, mette in moto due gonadotropine, LH (Luteinising Hormone) e FSH
(Follicle Stimulating Hormone), che attivano le gonadi. Le gonadi secernono il testosterone
(principale androgeno) e l’estradiolo (principale estrogeno) che, in concentrazioni diverse nei