5
I give my right hand to the Occidentals and my left to the Orientals, hoping
that between them they will not utterly destroy the insignificant “connecting
link.” And that’s all.
(Sui Sin Far, 1865-1914)
INTRODUZIONE
Asian American
Asia e America, America e Asia: geograficamente due continenti separati da
quell’Oceano Pacifico, così temuto e impraticabile fino all’epoca moderna;
culturalmente, così distanti a causa di una voragine culturale che separa gli asiatico-
americani dai lettori privi di un solido bagaglio informativo a proposito delle culture
e dei popoli asiatici. Oggi, che la “Cina è così vicina”, insieme alle Indie e alle altre
“tigri asiatiche”, occuparsi della letteratura delle minoranze asiatiche negli Stati Uniti
non è più soltanto una specializzazione accademica, ma un vero e proprio
interrogativo da porsi, per poter riflettere sul nostro futuro. Il termine Asian
American porta in sé molte sfumature, ed esaminarle tutte significherebbe sconfinare
in ambiti non consoni a questo lavoro. D’altra parte un problema piuttosto comune a
tutti gli scrittori asiatico-americani è la tendenza, da parte dei lettori, a considerare le
loro opere come documenti sociologici o antropologici, anziché valutarli come opere
letterarie. Solo agli inizi degli anni Novanta la critica ha cominciato a evidenziare la
trama e la bellezza di tali opere, in cui vengono documentate non solo le esperienze
degli asiatici negli Stati Uniti, ma anche una serie di percezioni individuali, che a
volte sono incomprensibile al nostro way of life.
1
Il percorso che intraprenderò nel presente lavoro parte da un avvenimento che, nella
sua tragicità, è servito a spargere i semi dell’intelletto e della cultura cinese in tutto il
mondo. Mi riferisco alla così detta letteratura della diaspora, concetto molto noto se
riferito ai popoli ebraico, armeno e africano; al contrario, meno noto e piuttosto
controverso, a causa di complesse ragioni storiche e culturali, è tale termine in
relazione al popolo cinese: i così detti cinesi d’oltremare. Spesso condannati come
migranti temporanei o pellegrini, i cinesi erano ghettizzati e sottoposti a forme
1
D. Izzo, Suzie Wong non abita più qui. La letteratura delle minoranze asiatiche negli Stati Uniti,
Shake Edizioni, Milano, 2006, pagg. 7-12
6
brutali di esclusione politica, economica e sociale nei paesi in cui si recavano.
2
Il
presente lavoro cercherà di ripercorrere la storia delle prime comunità cinesi in
America, particolarmente quella in California che si occupò della costruzione delle
ferrovie della Union Pacific e della Central Pacific of California, che sarà poi
collegata all’opera contemporanea dello scrittore sino-americano David Henry
Hwang (11 Agosto 1957).
In seguito si analizzerà una delle figure più importanti del panorama culturale sino-
americano, Sui Sin Far (1865-1914) la prima scrittrice cinese in America, nonché
colonna portante tra gli scrittori sino-americani di inizio secolo. Il suo lavoro si
focalizza sul tema del conflitto culturale e sulle conseguenze dell’acculturazione.
Con la sua scrittura, Sui Sin Far infrange le barriere culturali in modo del tutto nuovo,
descrivendo non solo la comunità sino-americana, ma anche quella bianca: una cosa
del tutto rara nella letteratura sino-americana d’inizio secolo, a causa della
discriminazione razziale che aveva negato a molti stranieri di instaurare stretti
rapporti con la società americana. Tuttavia, figlia di padre americano e madre
asiatica, Sui Sin costituiva un’eccezione e molti dei suoi personaggi sono
caratterizzati da una contesto etnico simile al suo.
Dopo aver tracciato la situazione culturale sino-americana a cavallo tra il
Diciannovesimo e Ventesimo secolo, il presente lavoro si focalizzerà sulla letteratura
degli scrittori cinesi di seconda generazione, attivi tra il 1920 e l’inizio del 1960. A
differenza della prima generazione, il loro obiettivo è di trovare un posto
nell’American life. Un forte desiderio di far parte della società americana è il tema
principale delle opere di questi scrittori, che ci forniscono una preziosa visione della
vita e delle mentalità di quei cinesi nati prima del 1960. Le loro opere, prodotte in un
periodo storico caratterizzato da rigidi vincoli etnici, confermano, anziché smentire,
lo stereotipo del cinese come “modello minoritario”. Ossessionati dall’imitazione dei
modelli americani, seguirono il filone letterario della cultura dominante. Questi
autori sono i pionieri dei così detti “ABC writers” (American Born Chinese) e la loro
scrittura è da vedere come la transizione da una mentalità cinese a una sino-
americana. Nel particolare saranno esaminate le opere di Pardee Lowe (1905-1996) e
2
Joseph S. M. Lau, Howard Goldblatt, The Columbia Anthology of Modern Chinese Litterature,
Columbia Universtiy Press, 1996
7
Jade Snow Wong (1922-2006), i quali, sebbene coetanei, dimostrarono una
sensibilità differente alle tradizioni del loro paese.
Per concludere, nell’ultimo capitolo, saranno trattati gli scrittori sino-americani
contemporanei, e i loro sforzi per creare una sensibilità nuova. Saranno illustrati i
cambiamenti della letteratura sino-americana durante le sue fasi storiche. Sebbene le
preoccupazioni per le sorti degli immigrati cinesi siano rimaste uno dei temi
principali, il punto focale di questi scrittori contemporanei è passato dalla ricerca di
un posto nella società americana alla rivendicazione di un’identità culturale sino-
americana. Oltre ad esaminare le principali tematiche che hanno influenzato la
contemporanea scena letteraria, di grande importanza è la rivalità tra Maxime Hong
Kingston (1940) e Franck Chin (1940).
Il periodo preso in esame va dagli anni Sessanta alla fine degli anni Ottanta e copre
dunque uno dei momenti culturalmente più vivaci della realtà statunitense. In seguito
a numerose lotte per i diritti civili e ai grandi risultati ottenuti da parte delle varie
minoranze che vivevano negli Stati Uniti, è convenzione che la letteratura sino-
americana inizi nel 1976 con The Woman Warrior di Maxine Hong Kingston (1940),
un grandissimo successo venduto come autobiografia. Questo genere letterario è
stato proprio quello più utilizzato dagli scrittori sino-americani, poiché era il genere
canonico della letteratura americana, con cui essi volevano narrare lo sviluppo della
loro comunità, evidenziando la loro integrazione nella società con l’obiettivo di
affermarsi in essa. Fino agli anni Settanta riescono ad avere successo solo quei libri
in cui vi sono rappresentazioni eufemistiche di Chinatown e non rappresentazioni
realistiche dei costumi tradizionali e della vita quotidiana dei cinesi. Ed è proprio qui
che Kingston attua una vera e propria rivoluzione in nome della libertà creativa e
della sperimentazione, oltre che di espressione della propria personale visione
artistica; la critica che cadde su di lei è di aver falsificato la tradizione cinese, di aver
diffamato i maschi in particolare e la comunità sino-americana in generale. Gli
scrittori sino-americani contemporanei compiono, dunque, esperimenti di genere,
forma e linguaggio per esprimere sensibilità che sono specifiche della loro cultura.
La stessa Kingston fonde storia e leggende folkloristiche cinesi con la realtà sino-
americana con la realtà sino-americana. Molti scrittori compiono esperimenti
linguistici con le forme colloquiali del dialetto sino-americano e si preoccupano
essenzialmente di raccontare la storia dei cinesi dal loro punto di vista, quello sino-
americano, per poter ricostruire le fondamenta di una cultura danneggiata e negata
8
dal razzismo.
3
Da questa presa di coscienza, grazie anche ai diritti riconosciuti negli
anni Settanta, gli scrittori sino-americani danno vita a una serie di eroine ed eroi. Di
grande importanza è sicuramente The Dance and the Railroad di David Henry
Hwang, che descrive lo sciopero messo in atto nel 1867 dalla comunità di cinesi che
lavoravano in un cantiere ferroviario, in cui i protagonisti principali sono appunto
due operai di questo cantiere. Partendo da queste premesse, si analizzeranno i punti
cardine della letteratura sino-americana, come ad esempio i tentativi compiuti per
ricostruire il passato perduto della vita dei genitori e dei nonni; la difficoltà da parte
dei giovani protagonisti di riuscire a costruirsi una nuova identità e la ricerca
continua di un posto nella vita americana. A queste domande hanno cercato di
rispondere molti scrittori e nel farlo ci hanno proposto uno sguardo su una comunità,
quella sino-americana, che in realtà è totalmente estranea nel paese in cui è ospitata.
Stranieri non solo per etnia, ma a causa di stereotipi costruiti dai media e dalla classe
dirigente americana, che hanno entrambi interessi nel perpetuare false leggende.
Tuttavia, la maggior parte degli scrittori contemporanei pone l’accento sulla scoperta
di un’America del cuore, così l’ha definita Carlos Bulosan, in cui sia possibile essere
nello stesso tempo americano e non avere la pelle bianca.
4
Oggi è sempre più
evidente come, in un mondo globalizzato come il nostro, gli scrittori sino-americani
siano più forti di quanto non lo siano mai stati in precedenza e meritano un grande
riconoscimento, proprio nel momento in cui cercano di esplorare degli aspetti della
loro esperienza americana, visti con occhi da orientale, ma che rimangano fraintesi e
poco apprezzati dal grande pubblico. Un esempio, oltre alla già citata Kingston, è la
scrittrice contemporanea Emy Tan, che con i suoi libri, in particolare The Hundred
Secret Senses
5
, permette di fare un confronto tra due realtà: quella americana, più
razionale e logica, basata su ciò che effettivamente si vede e quindi materialistica;
quella cinese, invece, radicata alle sue tradizioni, ai sentimenti e alle emozioni, che
sono nascoste a causa del pragmatismo che ci assale nella civiltà moderna in cui
viviamo. Di grande importanza per riuscire a comprendere queste sfumature di
significato, che purtroppo rimangono nascoste a causa della loro ermeticità, è il
concetto di Homi Bhabha di “third space” o “in-betweenness”, secondo cui la
3
E. Emory, Storia della civiltà letteraria degli Stati Uniti, vol II, Utet libreria, Torino, 1990, pag. 699
4
C. Bulosan, America is in the Heart in E. Emory, Storia della civiltà letteraria degli Stati Uniti, vol
II, Utet libreria, Torino, 1990, pag. 696-706
5
E. Tan, I cento sensi segreti, Feltrinelli, Milano, 2006
9
traduzione è un’attività creativa e generativa, e questo terzo spazio è il luogo in cui
avviene il “cultural translation”; il posto in cui è possibile evitare fraintendimenti, in
cui vengono offerte varie strategie per difendersi contro l’egemonia culturale
dominante.
6
La stessa identità sino-americana delle scrittrici prese in esame è da
vedere come un “third space”, cioè come un’identità di mezzo tra quella cinese e
americana. Sarà proprio questo il punto su cui il presente lavoro cercherà di
soffermarsi maggiormente e cioè, grazie alla mia personale conoscenza della lingua
cinese, provare a cogliere quelle sfumature di significato, quella sensibilità tipica
della lingua cinese, che alla maggior parte dei lettori potrebbe sfuggire proprio
perché culturalmente estranei a questa tradizione millenaria.
6
H. Bhabha, The Location of Culture, Routledge ,1994 in K.F. Lee, Cultural translation and exorcist:
a reading of Kingston’s and Tan stories, MELUS, University of Connecticut, summer, 2004, pagg.
25-26
10
CAPITOLO 1
LA CORSA ALL’ORO: TRA SPERANZA E DISCRIMINAZIONE
1.1. Letteratura della diaspora
Diaspora, letteralmente “dispersione dei semi”, è un termine da sempre stato
utilizzato per riferirsi all’esilio del popolo ebraico dalla Terra Santa; tuttavia
recentemente è stato impiegato, in senso lato, per indicare le condizioni e le
esperienze di dispersione interculturale moderne, che possono essere sia forzate da
fattori esterni sia autoimposte.
È da quest’accezione più ampia che nasce la definizione “letteratura della diaspora”,
e che indica quella parte della letteratura cinese moderna scritta da cinesi d’oltremare
( 华侨 Huaqiao) sulle loro esperienze di vivere lontani dalla loro terra natale. Opere
inizialmente scritte in cinese, per un pubblico cinese, in seguito furono redatte nella
lingua del paese che li ospitava. In Cina, questo tipo di letteratura è conosciuta con
diversi nomi, come ad esempio “letteratura dell’esilio” ( 流亡文学 liuwang wenxue),
“letteratura degli studenti all’estero”( 流 学上文 学 liuxuesheng wenxue), ”letteratura
dei cinesi d’oltremare” ( 海外华文文学 haiwai huawen wenxue).
7
L’esperienza della diaspora è un fenomeno molto importante nella storia moderna
della Cina: a cavallo tra il Diciannovesimo e il Ventesimo secolo un gran numero
d’intellettuali e di scrittori cinesi furono mandati all’estero con lo scopo di acquisire
l’esperienza necessaria per salvare il proprio paese in balia di una terribile crisi. Il
modello Occidentale era d’esempio per quei politici e pensatori che alla metà del
1800 volevano attuare delle riforme di stampo modernista in Cina. Le figure più
importanti che si adoperarono allo svecchiamento del paese, in particolar modo
dell’esercito, furono Li Hongzhang
8
e Zhang Zhidong
9
. Quest’ultimo nel 1894 aveva
ospitato in Cina un reggimento tedesco formato da dodici ufficiali e ventiquattro
7
B.S. McDouglas, K. Louie, The Litterature of China in the Twentieth Century, Columbia University
Press, November 1999, pagg. 60-62
8
Li Hongzhang - 李鸿章- (1823-1901), è stato un importante politico e generale cinese della fine
della dinastia imperiale dei Qing. In Occidente è conosciuto per le sue idee di stampo moderniste e fu
anche un importante negoziatore con la Russia nella lotta contro il Giappone nel suo espansionismo in
Manciuria. Era il generale dell’esercito Anhui, che poi divenne l’esercito Beiyang.
9
Zhang Zhidong – 张之洞 – (1837-1909), è stato un politico cinese della fine della dinastia imperiale
dei Qing. Si adoperò per tutta la vita alla modernizzazione dell’esercito cinese, prendendo spunto
dalle tecnologie occidentali e facendo venire in Cina ingegneri e militari tedeschi. Durante la
Rivoluzione Culturale, nel 1966, la sua tomba venne distrutta dalle Guardie Rosse.
11
marescialli per istruire l’esercito nazionale con tecniche militari moderne. Li
Hongzhang era molto ispirato dalle riforme che in quel periodo stavano avvenendo in
Giappone, il famoso periodo Meiji
10
, e sosteneva che ci fosse la necessità urgente di
rafforzare e modernizzare l’impero prima che le forze straniere riuscissero a
schiacciarlo. Anche lui sosteneva la necessità di rafforzare e modernizzare l’esercito.
Nel 1896, Li compì un viaggio in Europa, e negli Stati Uniti, dove provò in prima
persona lo sviluppo tecnologico dell’Occidente. Il mondo Occidentale era dunque di
grande stimolo per i politici e i pensatori cinesi di fine 1800, così stimolanti che
alcuni di loro vennero mandati in esilio per le loro idee troppo rivoluzionarie. Esempi
noti sono quelli dei riformatori Kang Youwei
11
e il discepolo Liang Qichao
12
,
promotori della Riforma dei cento giorni
13
, stroncata con un colpo di Stato nel 1898.
Per altri, come Zhou Enlai
14
e Sun Yat-sen
15
, l’Occidente, specialmente l’Europa, fu
il luogo dove formarsi per poi ritornare in patria. Sun Yat-sen fece dell’Occidente la
10
Periodo Meiji (1868-1912), letteralmente significa “periodo del regno illuminato” e viene fatto
coincidere con i 45 anni di regno dell’ Imperatore Mutsuhito. L’imperatore continuò l’ intensa
campagna di riforme iniziata vent’anni prima e ristrutturò lo stato giapponese in senso occidentale,
portando poi in seguiro alla creazione di una costituzione.
11
Kang Youwei – 康有为- (1858-1927), riformatore, filosofo e politico cinese. Affascinato dal
Rinnovamento Meiji avvenuto in Giappone, Kang si fece promotore di un riformismo radicale che
mise in atto con la fallimentare Riforma dei cento giorni nel 1989. Principale responsabile della
Riforma, venne condannato a morte e per salvari fuggì in Giappone e poi negli Stati Uniti, dove fondò
la Società di protezione dell’Imperatore, in seguito chiamato partito Democratico, insieme al suo
discepolo Liang Qichao. Kang viaggiò presso i cinesi residenti all'estero, propagandando le sue idee
sulla monarchia costituzionale e rendendo così la Società Proteggere l'Imperatore uno dei principali
gruppi politici emigrati. Acerrimo nemico dei conservatori che attuarono il colpo di Stato nel 1898,
venne celebrato da Mao Zedong come uno dei primi importatori del socialismo in Cina, nonché un
sincero simpatizzante comunista.
12
Liang Qichao – 梁 启超 – (1873-1929), riformatore, scrittore e fiosofo cinese. Assieme a Kang
Youwei fu il promotore della Riforma dei cento giorni, in cui promuoveva l’inserimento programmi
didattici di materie occidentali quali matematica fisica e chimica, letteratura e narrativa, a fianco dei
classici cinesi. Fallita la Riforma fu costretto a scappare in esilio in Giappone, dove mise per scritto il
suo pensiero e quello del maestro Kang Youwei a favore di una monarchia costituzionale. Nella sua
vita intraprese molti viaggi per il mondo, visitando nel 1899 il Canada dove incotrò Sun Yat-sen, il
rivoluzionario. Tra il 1900 e il 1903 si recò in Australie e negli Stati Uniti, dove incontrò il presidente
Theodore Roosevelt a Washington.
13
Riforma dei cento giorni – 百日维新 (bairi weixi) – (11 giugno 1898- 21 settembre 1898), è stato il
tentativo di modernizzare l’apparato politico, sociale, culturale, militare ed educativo della Cina.
Venne formalmente messa in atto dall’imperatore Guangxu, a cui si appoggiavano Kang Youwei e i
suoi discepoli, tra cui Liang Qichao. La Riforna venne bruscamente interrotta da un colpo di Stato
effettuato dall’imperatrice Cixi e da alcuni conservatori tra cui Li Hongzhang e il discepolo Yuan
Shikai, a capo dell’Esercito Beiyang.
14
Zhou Enlai - 周恩来 - (5 Marzo 1898, 8 Gennaio 1976), è stato un grande rivoluzionario, politico e
leader del Partito Comunista Cinese (PCC) e della Repubblica Popolare Cinese ( RPC ), nonché uno
dei fondatori dell’Esercito Popolare di Liberazione. Fu il Primo Ministro della RPC, dalla sua
fondazione nel 1949, fino alla sua morte nel 1976.
15
Sun Yat Sen – 孙中山- (12 Novembre 1866, 12 Marzo 1925), è stato un politico cinese, considerato
il fondatore della Cina moderna, nonché uno dei rivoluzionari più importanti, che contribuì al
rovesciamento dell’Impero Cinese nel 1911.
12
sua filosofia: combinare il bisogno di una modernizzazione di tipo occidentale con le
tradizioni cinesi.
16
Zhou Enlai studiò sia in Giappone sia in Francia; frequentò
diversi gruppi di studenti vicini al comunismo e all’anarchia in Germania e Gran
Bretagna, e poi tornò in Cina per unirsi al Partito Comunista Cinese ( PCC ) con il
compagno Sun Yat Sen. Da ciò è chiaro come la diaspora cinese sia stata
essenzialmente un esilio volontario, in cui gli sconvolgimenti sociali e politici della
madre patria, uniti alla ricerca di una vita migliore giocarono un ruolo decisivo.
17
Questo è il punto d’inizio del presente lavoro, che ha il compito di tracciare le origini
e lo sviluppo della letteratura sino-americana, nel periodo compreso tra il 1850 e
oggi, esaminandone le differenze di stili e di tematiche nei diversi periodi. Per far ciò
si partirà proprio dall’analisi dei testi di quei cinesi d’oltre mare, che arrivarono negli
Stati Uniti nella metà del Diciannovesimo secolo e che rappresentano la primissima
fase della letteratura sino-americana.
1.2. 1849: “The Gold Rush” e le poesie della Gold Mountain
Le fonti storiche fanno risalire la prima grande ondata migratoria dalla Cina negli
Stati Uniti intorno al 1849, anno in cui un pioniere svizzero, John Suter, scoprì l’oro
in California. La sfrenata corsa al metallo giallo che ne scaturì, diede il via a un
flusso migratorio di migliaia di uomini provenienti da ogni parte del mondo, inclusi
un gran numero di avventurosi cinesi che si stanziarono in California e nelle
vicinanze delle miniere in Sierra Nevada.
18
Inizialmente questi avventurieri cinesi, genericamente chiamati in americano forty-
niners
19
o in cinese 金山客 jin shan ke Gold Mountain travelers
20
, erano appena 325,
ma quando le voci sulla loro fortuna giunsero in madre patria, il numero arrivò a
2716 nel 1851.
21
16
G. Samarani, La Cina del Novecento. Dalla fine dell’impero a oggi, Giulio Enaudi editore, Torino,
2004, pagg. xi-xii
17
J. Mostow, The Columbia Companion to modern East Asian literature, Columbia University Press,
New York, 2003, pag. 546
18
A.M. Martellone, La questione dell’immigrazione negli Stati Uniti, Il Mulino, 1980, pag. 47
19
Forty-niner: cercatore d’oro durante la corsa all’oro in California nel 1849, da Oxford Paravia,
Oxford University Press, 2006
20
金山 jin shan (Montagna dorata): è il nome con cui i cinesi si riferivano all California e alle regioni
del nord America, come Columbia Britannica Canada. Il nome in origine era utilizzato per riferirsi
unicamente alla California, stato in cui molti cinesi si recarono in seguito alla scoperta dell’oro nel
1849.
21
R. Takaki, Strangers from a Different Shore: A History of Asian American, Little, Brown and
Company, Boston, 1998, pag, 79
13
Il grande afflusso di cinesi in California è testimoniato da una serie di canzoni
popolari che in quegli anni iniziarono a circolare lungo il delta del Fiume delle Perle,
nella regione del Guandong, da cui venivano la maggior parte dei cinesi in cerca di
fortuna.
22
Molti di essi erano uomini, perlopiù giovani, che dovevano lasciare in
patria la propria famiglia. Le mogli, secondo tradizione, dovevano rimanere in Cina a
prendersi cura dei campi e dell’educazione dei figli. Molti di coloro, partiti per
l’America alla ricerca di un nuovo lavoro, mandavano periodicamente del denaro in
patria per aiutare la famiglia, oppure ritornavano dopo aver racimolato un po’ di
fortuna. Altri, però, non fecero mai ritorno a casa e le leggi contro l’immigrazione
resero difficile anche il ricongiungimento negli Stati Uniti. Queste canzoni popolari,
di cui ci sono giunte le trascrizioni in inglese, non fanno altro che testimoniare ed
esprimere la tristezza delle donne per la dolorosa separazione e la lunga e paziente
attesa per un eventuale ritorno dei congiunti. Un esempio ne sono le seguenti poesie:
I. In the second reign year of Haamfung
23
, a trip to Gold Mountain
was made.
With a pillow on my shoulder, I began my perilous journey.
Sailing a boat with bamboo poles across the seas,
Leaving behind wife and sisters in search of money,
No longer lingering with women in the bedroom,
No longer paying respect to parents at home.
(M.K. Hom, Songs of Gold Mountain: Cantonese Rhymes from San Francisco Chinatown, Berkeley:
University of California Press, 1987, pag. 39)
II. O, just marry all the daughters to men from Gold Mountain:
All those trunks from Gold Mountain, you can demand as many
as you want!
O, don’t ever marry your daughter to a man from Gold Mountain:
Lonely and sad, a cooking pot is her only companion!
(M.K.Hom, Songs of Gold Mountain: Cantonese, pag 46)
La prima canzone è una vera e propria rarità poiché sono cantati i sentimenti
dell’uomo lontano da casa e non quelli della donna abbandona in patria. La seconda,
22
Fiume delle Perle ( 珠江 zhu jiang): è il terzo fiume più lungo della Cina ed è conosciuto anche con
il nome di Fiume di Guandong, provincia in cui si trova la città di Canton.
23
The second reign year of Haamfung ( Xianfeng 咸丰): Xianfeng è stato il nono imperatore della
dinastia dei Qing. Il secondo anno del suo regno coincide con il 1852.
14
invece, è una canzoncina popolare in cui sono decantati i pro e i contro di sposare un
uomo della Gold Mountain
24
.
A questo punto viene normale domandarsi se il solo motivo che spinse così tanti
cinesi a immigrare in California, abbandonando le proprie famiglie, fosse stato solo
la sfrenata corsa all’oro, con la speranza di una vita migliore e con una paga più alta.
Chiaramente vi sono altri fattori che necessitano di essere indagati, come ad esempio
la crisi sociale e politica che, alla fine del Diciannovesimo secolo dilagava in Cina,
particolarmente nelle regioni del sud. Il Guandong fu la provincia maggiormente
colpita, poiché l’economia non si era mai ripresa in seguito agli sconvolgimenti
dovuti alla Guerra dell’Oppio
25
e alle terribili sanzioni economiche imposte dal
Trattato di Nanchino
26
, che ne sancì la fine nel 1842. Oltre alla guerra persa con una
delle potenze Europee, in questo caso l’Inghilterra, la Cina dovette fare i conti con
una delle rivolte contadine più grandi della sua storia, la Rivolta dei Taiping (1851-
1864)
27
: tutti questi avvenimenti furono le micce che innescarono il boom
dell’immigrazione cinese. Non è dunque azzardato considerare la diaspora cinese,
intesa nell’accezione più ampia di cui si è detto sopra, come un esilio volontario di
molti cinesi che tentarono la fortuna oltremare.
In quel periodo erano davvero pochi i cinesi in grado di pagarsi un viaggio così
lungo con i propri risparmi: molti di loro ipotecavano i terreni, le case e i
possedimenti. Un altro metodo, caldamente appoggiato dalla controparte americana
era il credit-ticket system, con cui broker cinesi e americani anticipavano il costo del
viaggio agli immigrati, i quali una volta giunti negli Stati Uniti lavoravano presso di
loro fino a quando non estinguevano tutto il debito.
28
24
J.Yung,G,H.Chang, H.M.Lai, ,Chinese American voices from the gold rush to the present,
Berkeley: University of California Press, 2006, pag. 7
25
La Guerra dell’Oppio (1839-1842) fu la prima delle due guerre che la Cina combatté contro
l’Inghilterra, che dopo aver aumentato sempre più la sua espansione commerciale in Cina aveva
aperto il mercato cinese all’oppio, che proveniva dall’India, colonia britannaica. In risposta a ciò la
Cina aumentò i divieti sulla droga, facendo così scoppiare il conflitto.
26
Trattato di Nanchino: fu firmato il 29 Agosto 1842 e sancì la fine della prima guerra dell’oppio,
1839-1842, tra la Cina e l’Inghilterra. Le condizioni del trattato furono disastrose per la Cina, che
dovette pagare 21 milioni di dollari come risarcimento per i danni di guerra e aprire cinque porti in cui
l’Inghilterra poteva liberamente commerciare con chi voleva.
27
Rivolta dei Taiping: rivolta contadina scoppiata in Cina tra il 1851 e il 1864, che si rifaceva ai
precetti della setta degli “Adoratori di Dio”, fondata da Hong Xiuquan - 洪秀全- (1814-1864)
proclamatosi fratello minore di Gesù con il mandato divino di liberare la Cina dal dominio della
dinastia imperiale dei Manciù per stabilirvene una cristiana.
28
W. Djao, Being Chinese, Voices from the Diaspora, The University of Arizona Press, Tucson, 2003,
pag. 22
15
Questo traffico Transpacifico fece salire a 322.000 il numero di cinesi in America,
fino a quando non fu firmato il Chinese Exclusion Act nel 1882, con il quale venne
bandita l’immigrazione cinese. La legge fu abrogata solo nel 1943.
1.3. Chinatown: tra immaginario esotico e razzismo
Negli anni antecedenti alla grande corsa all’oro, il numero degli immigrati cinesi che
si erano recati negli Stati Uniti era limitato a qualche marinaio, mercante e domestico
e la loro presenza era accolta dal popolo americano come qualcosa di nuovo e
curioso. La comunità cinese partecipava alle principali feste nazionali, come la
parata del 4 luglio, in cui si distinguevano sempre per le loro esotiche
rappresentazioni, sempre realizzate in modo impeccabile. L’iniziale e ingenua
opinione che gli americani avevano del popolo del cosiddetto Regno di Mezzo, si
trasformò ben presto in vero e proprio razzismo. Perciò tutti gli eventi che deflagrano
in Cina nel corso della metà del 1800 fecero sì che arrivò negli Stati Uniti un numero
enorme d’immigrati. Proprio come accade ancora oggi, i primi ad accusare malessere
per questa situazione furono le organizzazioni di lavoratori e le classi alte, che
divennero i principali ambienti di pregiudizio. I lavoratori, com’è facile intuire,
lamentavano che questi cinesi, provenendo da un paese a basso tenore di vita,
accettavano salari minimi: erano la migliore mano d’opera a buon mercato che i
datori di lavoro potessero desiderare. Il sopraggiungere di un numero sempre
maggiore d’immigrati aumentò la paura e il disagio anche tra le classi sociali più alte,
intimorite per l’effetto negativo a lungo termine per la società.
29
Avvenne un vero e proprio cambiamento nei confronti dei cinesi i quali furono i
primi a subire il razzismo degli americani; già nel 1855 il letterato Bayard Taylor
(1825-1878) inveiva contro la minaccia dell’immigrazione cinese, asserendo che
fosse il popolo moralmente più degradante esistente sulla faccia della terra.
30
Da
lavoratori instancabili, onesti e pacifici furono additati come servili coolies
31
,
29
A.M. Martellone, La questione dell’immigrazione negli Stati Uniti, Il Mulino, 1980, pag. 221- 223
30
S. Gompers, H. Gustadt, Some Reason for Chinese Exclusion, Meat vs Rice: American Manhood
against Asiatic Coolieism, American Federation of Labor, document 137, San Francisco, 1908
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Coolies è il termine inglese con cui si indicavano i lavoratori asiatici e in particolare cinesi che
lavoravano in America. La parola vine fatta risalire alla metà del Diciasettesimo secolo e proviene
dall’urdu quli (lavoratore giornaliero, servo), prestito anch’esso dal turco e dall’arabo ghulam (servo).
È interessante notare come la parola cinese 苦力 (kuli) letteralmente significhi grande(uso)di forza.
I coolie asiatici della fine del 1880 e dell’inizio del 1900 venivano utilizzati negli USA, in Australia,
in Nuova Zelanda e nella Indie occidentali, come operai sfruttati nei lavori più umili e pesanti che gli