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Analisi preliminare dei materiali del livello superficiale (US 8185) della campagna di scavo UniMI 2014 a Calvatone-Bedriacum

Calvatone è un piccolo comune in provincia di Cremona, identificato fin dall'Ottocento come l'antica Bedriacum, il vicus romano dove si combatterono due battaglie nel 69 d.C. L'università degli Studi di Milano vi scava da 30 anni, con grande attenzione allo studio dei materiali, che sono stati anche oggetto di diverse tesi. Nel mio lavoro, dopo un'introduzione al sito e agli scavi, ho analizzato un gruppo di materiali provenienti da uno strato superficiale e perciò molto eterogenei per classe e periodo: proprio per questo rappresentano un campione significativo dei ritrovamenti principali dello scavo. Vi è poi un approfondimento su una particolare categoria di materiali bedriacensi, gli orli ritagliati, e un'ipotesi sulla loro funzione.
Per questa tesi, in particolare, non si sono scelti reperti omogenei per classe o per tipologia, ma provenienti invece da un livello superficiale (US 8185) e perciò molto eterogenei. Solitamente non si dà molta importanza ai reperti di livelli superficiali poiché, essendovi giunti tramite rimescolamenti del terreno e disturbo degli strati sottostanti, non hanno alcun valore cronologico. Tuttavia sono pur sempre un campione rappresentativo di ciò che si rinviene negli strati più antichi, dunque dei principali periodi di occupazione del sito, e vanno quindi tenuti in considerazione, al pari del materiale raccolto nelle ricognizioni.

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Introduzione Ormai da trent’anni l’Università degli Studi di Milano è impegnata negli scavi di Calvatone, un piccolo comune al confine fra la provincia di Cremona e di Mantova; fin da quando, nell’Ottocento, si è proposto di identificarvi quella Bedriacum ricordata dalle fonti antiche per le battaglie del 69 d.C., vi sono state continue scoperte, se pur fra momenti di ricerca entusiastica e altri di parziale oblio. Oggi, non solo l’identificazione non è più messa in dubbio, ma si è riusciti a dare concretezza all’insediamento, individuandovi le strutture e comprendendone l’organizzazione topografica. Nu- merosissime sono state le pubblicazioni scientifiche, ma sempre senza dimenticare la divulgazione al pubblico, senza la quale l’archeologia, e in generale le discipline umanistiche, rischiano l’autoreferenzialità. Ma perché la divulgazione sia seria e non scada, come purtroppo spesso accade, nella banalizzazione, occorre che vi sia una solidissima base di conoscenze: con ciò mi collego a un altro pregio di questi scavi, ovvero la grande attenzione riservata ai materiali rinvenuti. Questi, non solo sono fondamentali per comprendere i contesti di provenienza (cronologia assoluta e attività svolte), ma sono anche, per così dire, il collegamento del sito col mondo esterno, essendo indicativi di relazioni e traffici (tanto più in un insediamento come Bedriacum dalla forte vocazione commer- ciale). Perciò gli studi dei materiali di Calvatone non hanno solo valore locale, ma diventano uno dei punti di riferimento (almeno) per tutta l’Italia settentrionale. Negli anni sono state anche asse- gnate varie tesi riguardanti i materiali, e questo non solo porta dati nuovi, che potranno essere ripre- si e approfonditi, ma è anche utilissimo alla formazione teorica e pratica degli studenti. Per questa tesi, in particolare, non si sono scelti reperti omogenei per classe o per tipologia, ma provenienti invece da un livello superficiale (US 8185) e perciò molto eterogenei. Solitamente non si dà molta importanza ai reperti di livelli superficiali poiché, essendovi giunti tramite rimescola- menti del terreno e disturbo degli strati sottostanti, non hanno alcun valore cronologico. Tuttavia sono pur sempre un campione rappresentativo di ciò che si rinviene negli strati più antichi, dunque dei principali periodi di occupazione del sito, e vanno quindi tenuti in considerazione, al pari del materiale raccolto nelle ricognizioni. Inoltre anche per questi reperti è possibile il confronto tipolo- gico, dal sito stesso o da altri siti, e da tale confronto può derivare un progresso nello studio. Infine la loro analisi preliminare è molto utile per i laureandi, che possono così familiarizzare con le tecni- che di archiviazione e inventario e con differenti classi di materiali, a fini professionalizzanti. Il lavoro effettuato sui materiali assegnati si configura come un’analisi preliminare, propedeutica ad approfondimenti successivi. A partire dal database presente in archivio, ricavato dall’inventario redatto sullo scavo con i dati essenziali dei singoli reperti, si è proceduto ad ampliare le informazio- ni, come le misure, i colori (secondo le tavole Munsell), le decorazioni, la descrizione, i tipi ecc. Inoltre si è provveduto a una totale documentazione fotografica (solo una minima parte dei reperti era già fotografata) e alla documentazione grafica di una scelta di essi. La tesi è così strutturata. Nella prima parte vi è un inquadramento storico-archeologico di Calva- tone-Bedriacum, in cui ripercorro la storia degli studi, dalle fonti, alla proposta di localizzazione, alle scoperte più o meno fortuite, fino ai fondamentali scavi di Mario Mirabella Roberti fra gli anni Cinquanta e Sessanta del secolo scorso. Infine vi è un’esposizione per aree dei principali risultati degli scavi più recenti, quelli della Soprintendenza nel “Campo del Generale” e quelli universitari nell’area di proprietà provinciale, in località Costa di S. Andrea. 5

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Informazioni tesi

  Autore: Filippo Molteni
  Tipo: Tesi di Laurea Magistrale
  Anno: 2017-18
  Università: Università degli Studi di Milano
  Facoltà: studi umanistici
  Corso: archeologia
  Relatore: Maria Teresa Grassi
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 472

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Parole chiave

catalogo
calvatone
bedriacum
materiali romani
orli ritagliati

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