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La crisi dell'industria discografica a seguito della pirateria e dell'effetto ''Napster'', il caso EMI

Il mercato dell’industria discografica si presenta come un settore in piena rivoluzione data l’introduzione di innovazioni tecnologiche che ne hanno stravolto la struttura: si parla quindi di Internet e dell’era digitale, che negli ultimi anni ha coinvolto un importante prodotto di consumo della vita quotidiana: la musica.
Il mercato fonografico fino ad oggi è stato un mercato oligopolistico, gestito da cinque grandi industrie (meglio note come Majors o le “cinque sorelle”) e sono: la EMI, la Warner, la Universal, la BMG, e la Sony. Caratteristiche di base del mercato sono quelle di elevata instabilità, data l’incertezza del raggiungimento o meno del successo per un prodotto emesso da una casa discografica e la necessità di un continuo rinnovamento del prodotto musica.
L’avvento di Internet e dell’era digitale ha portato ad uno sconvolgimento dell’intero sistema, potenzialmente in grado di cambiare i ruoli e la struttura dei soggetti all’interno del mercato.
L’effetto di maggiore portata è dato dalla possibilità di usufruire gratuitamente del prodotto musica grazie al download dei propri brani preferiti dalla rete; si parla quindi dell’invenzione del mp3, formato di compressione della musica, che rende possibile scaricare brani musicali in poco tempo, con eccellente qualità ed al solo costo della connessione ad Internet.
Questo nuovo schema di fruizione della musica ha come grande capostipite Napster, il software contenente l’invenzione del “file sharing” (la condivisione e lo scambio di musica tra utenti), vera e propria scintilla che ha dato origine all’intera rivoluzione della musica digitale.
Questo fenomeno è meglio noto come pirateria (data la sua illegalità) e va distinto in due forme: la cosiddetta home piracy (pirateria casalinga) che consiste nello scaricare dal web la propria musica preferita per un utilizzo personale od intrafamiliare ma senza fini commerciali o di lucro, e la pirateria organizzata dove alla base vi è la commercializzazione di prodotti a scopo di lucro.
Prima conseguenza di questo fenomeno è stato (ed è tuttora) il calo dei volumi di vendita a livello mondiale, calo che solo nel 2003 (quindi in uno stadio già avanzato di sviluppo della crisi) è stato dell’8% circa; infatti si è creata all’interno della cultura generale di gran parte dei consumatori, la consapevolezza di poter facilmente reperire il prodotto musica gratuitamente e la convinzione che ciò avvenga giustamente, data l’opinione diffusa, per alcuni a torto, per altri a ragione, di una elevata speculazione da parte delle case produttrici, con il conseguente effetto di un prezzo troppo elevato per il prodotto (il cosiddetto “caro-cd”).
Questa battaglia, combattuta su più fronti, entra nel vivo nel campo del diritto; infatti la principale tutela fino ad una decina di anni fa era costituita dalla legge sul diritto d’autore, legge tuttora vigente ma inadeguata nell’era digitale.
All’interno di questo contesto si colloca la EMI Music Group, nota società di produzione, registrazione e promozione di musica. I dati finanziari relativi agli ultimi anni (dal 1999 al 2003) hanno mostrato come il fenomeno pirateria abbia avuto una forte ripercussione anche all’interno di un’azienda dalla solida tradizione come la EMI stessa. Infatti è stato inevitabile un calo delle vendite e la necessità di un piano di ristrutturazione del gruppo, concretizzatosi nel 2003 attraverso una profonda riorganizzazione dell’intero sistema produttivo e distributivo.
La situazione per la EMI Music Group risulta di difficile gestione: il mercato è in forte fase di involuzione (anche in una visione a lungo termine), si stanno presentando nuove possibilità per l’entrata nell’arena di nuovi concorrenti, non vi sono per il movimento nuove tecnologie o soluzioni del diritto che possono contenere la situazione.
Inoltre le soluzioni analizzate ed attuate da più soggetti con lo scopo di riportare il mercato alla situazione di stabilità originaria sono tutte fallite: un processo di rivoluzione del sistema è attualmente in corso.

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Introduzione 1 INTRODUZIONE La musica ha sempre avuto un ruolo importante nella società, accompagnando l’uomo lungo tutta la sua storia. Nell’ultimo secolo, in particolar modo grazie ad una rapida evoluzione della tecnologia, sono mutati radicalmente i modi di fare e fruire musica. Principale evento origine del cambiamento è stata l’invenzione della fonografia (tecnica che permette di registrare, e successivamente riprodurre, i suoni) sul finire del XIX secolo, la quale ha consentito di allargare la tavolozza sonora e inventare nuovi strumenti; inoltre ha consentito di modificare radicalmente i modi della fruizione, permettendo attraverso la registrazione, la riproduzione, la trasmissione, di superare le precedenti barriere della comunicazione e di raggiungere agevolmente le persone nelle case, nei luoghi di lavoro e di divertimento: la musica è andata all’uomo, mentre prima era l’uomo che andava alla musica. L’evoluzione tecnologica attuale, grazie al digitale e alla telematica, và oltre, potenziando gli usi tradizionali e promettendo di inventarne nuovi, di cui si percepiscono appena i primi timidi segnali. Emerge quindi come l’innovazione tecnologica abbia creato e stimolato una crescente domanda del prodotto musica, inserendolo come settore sempre più importante nella società contemporanea, connesso all’intrattenimento e all’attività economica; emerge così l’ampio potenzale e il ruolo importante giocato dall’industria fonografica. L’intrattenimento, infatti, non solo alimenta mercati sempre più ampi, ma sta diventando anche il tessuto connettivo della collettività, legata in maniera crescente alla comunicazione e allo svago, più che al lavoro e al consumo industriale. All’interno di questo contesto si inseriscono i diritti di proprietà intellettuale (in particolare il diritto d’autore e i cosiddetti diritti connessi), i quali hanno rappresentato il secondo aspetto della nuova era musicale, consentendo lo sviluppo dell’attività editoriale e di quella produttiva in generale.

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