Nazionalismo ed autodeterminazione: il caso basco nel contesto europeo
Se si parte dal presupposto che il conflitto identitario, come ogni altro fenomeno sociale, sia il frutto di contingenze storiche anche complesse e che non possa essere ridotto ad un semplice legame di causa-effetto, la risposta politica che deve incontrare, specialmente in un contesto democratico, ha carattere altrettanto articolato.
Ritenere che i nazionalismi identitari in Europa occidentale debbano essere relegati ad affari interni degli stati è un approccio anacronistico e semplicistico; anacronistico, perché non prende in considerazione il contesto globale in cui le relazioni internazionali si sono trovate ad operare e non sfrutta il valore aggiunto della cooperazione; semplicistico perché qualsiasi soluzione di tipo nazionale è del tutto insufficiente e riduttiva per un fenomeno che oltre a rappresentare un problema è anche e soprattutto un sintomo. Uno stato ha tutto l’interesse a riassorbire la crisi rafforzandosi come sistema ed eliminando l’elemento di destabilizzazione, mediante la sua delegittimazione ed emarginazione.
L’Unione Europea rappresenta un esperimento di avanguardia che si basa sul presupposto e la pratica dei termini cooperazione, concertazione, accordo. Se è vero che, per il momento, l’interazione si svolge in maniera praticamente esclusiva a livello statale, non è da sottovalutare lo spazio di manovra che già esiste a favore degli enti territoriali substatali. Senz’altro, se ne è sottolineata l’inadeguatezza; ma ne è anche stata tracciata una eventuale e positiva evoluzione verso un ampliamento del dibattito intorno alle istituzioni europee a quelle entità che, per la loro contiguità ai cittadini, sono particolarmente rappresentative.
Quest’esigenza si inserisce nel discorso più generale della necessità di democratizzare l’integrazione europea. L’Europa delle Regioni, depurata da quegli elementi non genuinamente integrativi, rappresenta un’opzione valida e raggiungibile verso una partecipazione più variegata e rappresentativa delle realtà istituzionali.
La cooperazione transfrontaliera è uno strumento atto a potenziare la partecipazione regionale all’integrazione europea, mediante la messa a punto di intese – puntuali o istituzionalizzate – che mirano al raggiungimento di determinati obiettivi comuni. Nella sua versione più evoluta, la cooperazione transfrontaliera assume i tratti istituzionalizzati della regione comune. È interessante come questo espediente, a seconda dell’intensità delle sue applicazioni, riesca a dare una risposta concreta e relativamente immediata ad alcune aspirazioni che, in sua assenza, potevano venire realizzate soltanto mediante il raggiungimento dell’indipendenza nazionale.
Il caso basco rappresenta un caso di studio particolarmente esplicativo, anche alla luce dei più recenti avvenimenti.
Il discorso non è definire la giustezza delle rivendicazioni nazionaliste e la loro fattibilità, ma individuarne le ragioni e disinnescare la reazione a catena ad alto contenuto ideologico che paralizza il dibattito democratico e polarizza, radicalizzandole, le posizioni.
L’Europa non può da sola sanare delle ferite antichissime che afferiscono al proprio senso di appartenenza, al sentimento di identità. Non è in grado, da sola, di risolvere il conflitto basco, e forse neanche di fornire linee guida per uscire dall’impasse. Ma può, senz’altro, creare le precondizioni per il dialogo tra l’autorità centrale e le sue articolazioni; può dare esecuzione a quelle rivendicazioni regionali che risultino compatibili con un’integrazione europea democratica e sostenibile; può regalare opportunità e vantaggi in vista del superamento della dimensione nazionale.
I conflitti identitari, e il conflitto basco nello specifico, non si risolvono con la cooperazione transfrontaliera e neanche con l’istituzione della regione comune. Eppure questi possono rivelarsi meccanismi istituzionali importanti per ritrovare le ragioni del moderatismo, verso soluzioni globali, negoziate ed inclusive.
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Informazioni tesi
Autore: | Ilaria Piccioli |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2002-03 |
Università: | Libera Univ. Internaz. di Studi Soc. G.Carli-(LUISS) di Roma |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Scienze Politiche |
Relatore: | Roberto Toscano |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 299 |
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