La comunione dei beni: dalla primitiva comunità cristiana al mercato economico e all'Economia di Comunione
AIM obiettivo
Nella predicazione di Gesù occupano un posto fondamentale il tema dell’uso dei beni e quello del rapporto fra uso dei beni e Regno di Dio. Cercando di mettere in pratica gli insegnamenti del Maestro, i cristiani sin dal primo secolo hanno realizzato una certa “comunione dei beni” tra di loro. Nei secoli successivi questa pratica, oltre ad aver suscitato una “dottrina” in merito, si è trasmessa, con usi diversi a seconda dei tempi, fino ad oggi ed ha ispirato fin dalla sua nascita anche l’esperienza del Movimento dei focolari. A partire dal 1991 essa ha ispirato pure il progetto “Economia di Comunione”, che ha visto intere aziende sorgere con il preciso scopo di mettere in comune gli utili con gli indigenti. L’obiettivo della tesi, dunque, è dimostrare che un principio come quello della comunione dei beni – presente all’interno dell’annuncio di un profeta religioso, che per i credenti era il Figlio di Dio, e scaturito quindi da un’esperienza di fede –: ha validità universale nello spazio e nel tempo; è un modello non solo per le relazioni sociali individuali, da uomo a uomo, ma anche per le relazioni economiche, e può ispirare la conduzione e i rapporti tra aziende nel mercato economico contemporaneo, liberalizzato e globalizzato.
METHOD metodo
Il percorso che seguo si articola in tre parti: nella prima, parto dall’analisi del pensiero di Gesù sull’uso dei beni arrivando alla sua realizzazione pratica nelle primitive comunità cristiane, individuando i principi-base della comunione dei beni cristiana; nella seconda, prendo in considerazione la “dottrina” sviluppata dalla Chiesa su questo argomento durante secoli di storia, soffermandomi in particolare sul pensiero dei Padri della Chiesa e sul Magistero Sociale della Chiesa del XX secolo; nella terza, invece, dapprima analizzo il background dell’esperienza che voglio approfondire, indispensabile per comprenderla a fondo – cioè la spiritualità dell’Unità e il carisma di Chiara Lubich e del Movimento dei focolari, con particolare attenzione alla comunione dei beni vissuta dai suoi membri – e in seguito mi concentro sull’Economia di Comunione, studiandone finalità, metodi, risultati diretti, conseguenze indirette, difficoltà e perfettibilità.
CONCLUSIONS conclusioni
L’amore evangelico ha fatto mettere in comune tutto, fin dagli inizi della Chiesa, in forme diversissime, ma sempre con la stessa intensità. La comunione dei beni così generata ha potuto, quindi, attraversare i secoli e arrivare al mondo di oggi, con il suo mercato economico libero e globale. Anche oggi i cristiani possono vivere lo spirito degli inizi, ma servendosi anche di modi e forme nuovi, adatti ai tempi. Uno di questi è l’Economia di Comunione, “segno dei tempi” che ripropone al mondo l’eterna attualità del Vangelo e la sua capacità di risolvere i problemi più drammatici dell’umanità. In quest’esperienza rivivono le caratteristiche della comunione dei beni dei primi cristiani, quei principi proposti da Gesù e ampliati da san Paolo e vissuti da gente di ogni luogo e di ogni tempo. L’EdC non è, tuttavia, un’alternativa alla comunione dei beni. Avendo “attori” e metodi da essa differenti, le è complementare, la rende più moderna, la applica ad un settore – l’economia – cui essa non arriva.
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Informazioni tesi
Autore: | Francesco Tortorella |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2001-02 |
Università: | Pontificia Facoltà Teologica Italia Meridionale |
Facoltà: | Teologia |
Corso: | Scienze religiose |
Relatore: | Corrado Germinario |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 167 |
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