La politica interna del centrosinistra
Il centrosinistra si colloca all’interno della tendenza del sistema politico italiano a svilupparsi attraverso una aggregazione al centro di nuove forze; uno degli elementi che caratterizza il centrosinistra è la fase di preparazione.
Malgrado questa preparazione culturale e politica, il centrosinistra si rivela poco produttivo per ciò che concerne le riforme economiche, politiche e sociali. Una risposta al mancato riformismo si trova nella straordinaria estensione e tenacia delle resistenze, presenti in ambienti industriali, militari ed ecclesiastici. Oltre a ciò, le contraddizioni e i problemi all’interno dei partiti finiranno per condizionare la nascita del centrosinistra, soffocandone ogni elemento innovativo. Il sistema politico andrà chiudendosi in se stesso nella logica di una democrazia dei partiti autoreferenziale.
Le vicende del luglio 1960 (il tentativo di Congresso del MSI a Genova con il governo Tambroni) mostrano in modo evidente il periodo di transizione che il Paese si trova ad affrontare. Vi sono ancora settori ed apparati che sono ostili ad ogni tentativo di riforma dello Stato, però il clima generale, interno e internazionale sta mutando profondamente, nella Chiesa e negli USA. Sulla scorta di questi avvenimenti nella DC gli orientamenti cambiano.
All’inizio degli anni ’60 vi è una ripresa dei conflitti operai a causa delle sperequazioni fra uomini e donne, fra impiegati e operai, e il permanere di gerarchie e di discriminazioni sempre meno accettabili. Al tempo stesso, la grande pesantezza degli orari di lavoro trova poche giustificazioni in un mondo industriale caratterizzato da innovazioni tecnologiche e da razionalizzazioni dei processi produttivi.
Mutano anche i soggetti che partecipano alle manifestazioni, vi è una sempre più forte presenza degli studenti.
Il fenomeno più vistoso di questo periodo è la fortissima emigrazione interna per sfuggire alla persistente realtà di sottoccupazione cronica e di miseria.
Nel 1962 nasce il governo monocolore DC, presieduto da Fanfani, con il voto del PRI e del PSDI e l’astensione del PSI, che attua una serie di riforme fra cui spicca l’istituzione della scuola media unica obbligatoria, la nazionalizzazione delle industrie elettriche e l’istituzione della “cedolare d’acconto”. Questo governo pur non potendo essere definito di centrosinistra organico sarà quello che produrrà le uniche riforme di questa coalizione. Nel 1963 nasce il centrosinistra organico presieduto da Aldo Moro. Il desiderio di fondo era quello di modificare in profondità i rapporti all’interno della società stessa. Un proposito così ampio necessitava di interpreti più convinti e di avversari meno risoluti. Si sarebbero dovuti colpire interessi consolidati. Nell’estate del 1964 si consumava dunque l’esperienza riformatrice del centrosinistra. A concorrere a tale esito furono anche fattori esterni al governo e ai partiti. Il più importante fu senz’altro il “Piano Solo” del generale De Lorenzo.
Nel 1968 era evidente l’enorme scarto tra le dichiarazioni di programma e le realizzazioni concrete. L’episodio del “Piano Solo” conferma la necessità di una intesa tra DC e PSI ma al tempo stesso mostra la debolezza dell’azione di governo e dell’assetto istituzionale. La riunificazione fra PSI e PSDI accentua la vocazione governativa dei socialisti e costringe la DC alla coalizione di centrosinistra che però tende a dare del centrosinistra l’interpretazione più rassicurante per il suo elettorato.
Il centrosinistra entra in crisi dopo le elezioni del 1968. La formula è sfruttata per far nascere governi sempre più inefficaci.
Nonostante questa situazione vi sono alcuni elementi positivi. Nel 1970 viene approvata la legge sul divorzio. Nonostante il referendum la legge non viene abrogata. Si riesce ad ottenere l’approvazione dello Statuto dei lavoratori. Contemporaneamente anche l’iter dell’ordinamento regionale giunge al termine.
Se si esamina la qualità delle riforme portate a termine dagli ultimi esecutivi del centrosinistra si nota come questo abbia rinunciato a governare la società civile in maniera imparziale e che sia ricorsa a patti di natura clientelare con singole frazioni. Questo periodo è anche caratterizzato da una forte ripresa delle agitazioni sindacali, il cosiddetto “autunno caldo”, unita alla forte contestazione studentesca del 1968. Basi materiali e ideologiche contribuirono alla deflagrazione.
La strategia della tensione fu probabilmente l’evento più insidioso che la Repubblica dovette affrontare con il tentativo di golpe del principe Borghese.
Il centrosinistra termina definitivamente nel 1976 con il progressivo coinvolgimento del PCI nella maggioranza attraverso i governi di unità nazionale.
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Informazioni tesi
Autore: | Carlo Gentile |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2000-01 |
Università: | Università degli Studi di Roma La Sapienza |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Lettere |
Relatore: | Pietro Bevilacqua |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 241 |
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