I ritratti di Raffaello nel periodo fiorentino (1504-1508)
La tesi si struttura in tre capitoli e analizza la produzione ritrattistica di Raffaello Sanzio negli anni fiorentini, ossia in un periodo collocato tra il 1504, anno in cui il Sanzio arriva a Firenze da Perugia e il 1508, anno in cui egli si trasferisce a Roma.
Il capitolo primo illustra la formazione fiorentina di Raffaello, mettendo in evidenza i suoi studi sulle opere di Leonardo, Michelangelo e Donatello. In particolare si fa menzione delle innovazioni che Raffaello trae dal modello tridimensionale di Leonardo e dall'attenzione al dato naturale portata avanti dal maestro di Vinci. L'elaborato sottolinea come Raffaello abbia rielaborato in una sintesi personale e innovativa tutte le suggestioni culturali dell'ambiente fiorentino, migliorando la sua precedente educazione peruginesca con le innovazioni grafiche e compositive desunte dai tre grandi artisti del Rinascimento. Parallelamente, si delinea un panorama della committenza fiorentina da cui il Sanzio ricevette notevoli incarichi di lavoro.
Il capitolo due prende in esame i ritratti del periodo fiorentino, procedendo ad una schedatura sistematica di ciascun dipinto, corredato da una bibliografia ragionata e aggiornata al dicembre 2023. La prima parte è una premessa sulla storia della ritrattistica nel Quattrocento italiano, con riferimento a maestri come Piero della Francesca, Botticelli, Antonello da Messina e Ghirlandaio. Quindi si procede a produrre schede analitiche di ciascun ritratto, nelle quali si discutono la storia del dipinto, le influenze fiorentine e fiamminghe, i problemi relativi all'individuazione del soggetto ritratto e il dibattito sulla attribuzione al Sanzio. Vengono accuratamente riportate le opinioni della critica più recente per mezzo dello spoglio dei numerosi cataloghi relativi alle tante mostre dedicate a Raffaello in occasione del cinquecentenario della morte. Per alcuni quadri ci si discosta da taluni orientamenti, negando l'attribuzione al Sanzio della cosiddetta Muta, per cui si preferisce l'assegnazione al Bugiardini. Parimenti, il ritratto del Perugino viene considerato un autoritratto e non un'opera del Sanzio. Ed ancora, si cerca di individuare anche l'identità della donna effigiata nel ritratto Dama con liocorno per mezzo dei più recenti studi documentali.
Il capitolo tre studia l'influenza dei ritratti raffaelleschi su alcuni pittori fiorentini operanti nel primo trentennio del Cinquecento, ossia Andrea del Sarto, Franciabigio e Bugiardini. In particolare, si vede come il ritratto di Agnolo Doni e le suggestioni del Raffaello operante a Roma siano state fondamentali innovare la proposta ritrattistica di questi pittori. A corredo della discussione si porta un serie di ritratti con relativa analisi stilistica e tecnica.
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Informazioni tesi
Autore: | Rossella Dimona |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2023-24 |
Università: | Università degli Studi di Siena |
Facoltà: | Beni culturali |
Corso: | Storia dell'arte |
Relatore: | Alessandro Angelini |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 211 |
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