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Intersezionalità di razza, genere e classe: il caso di Bamboozled di Spike Lee

L’obiettivo che il presente lavoro di tesi si prefigge è quello di proporre un’analisi del film Bamboozled – scritto e diretto da Spike Lee e distribuito nel 2000 dalla 40 Acres & a Mule Filmworks – in prospettiva intersezionale.
In particolare, si intende illustrare le teorie e le pratiche dell’intersezionalità dalle origini alla contemporaneità e indagare le ragioni di natura critica e sociale sottese al prodotto culturale in questione, per poi esaminarne i personaggi principali e i rapporti di potere esistenti tra essi dal punto di vista delle marginalizzazioni e discriminazioni di razza, genere e classe.
In ultimo, questa tesi mira ad osservare come l’eterogeneità dei personaggi afroamericani presenti nella pellicola, pur evidenziandone l’individualità, ne sottolinei al contempo sia la comune storia di oppressione, sia le variabili delle condizioni di subordinazione cui essi sono soggetti e lo specifico intersecarsi delle stesse.
Lo studio si compone di due capitoli (La teoria dell’intersezionalità, il regista e il film e Analisi dei personaggi in prospettiva intersezionale), ciascuno dei quali è diviso in tre paragrafi.
Nel primo paragrafo, intitolato “La teoria dell’intersezionalità”, viene introdotto il concetto di intersezionalità dalle origini per poi collocarlo all’interno della teoria formulata da Kimberlé Crenshaw, oltre che tra i princìpi fondanti del movimento accademico degli integrative RGC studies. Il paragrafo approfondisce inoltre le origini del concetto o categoria attraverso esempi di intersezionalità ante litteram costituiti da pionieristici scritti di matrice femminista nera e sociologica, riportando infine i limiti della categoria di intersezionalità nell’applicazione contemporanea.
Il secondo paragrafo, “Spike Lee”, vuole fornire una panoramica delle critiche ricevute dal regista (soprattutto da parte del femminismo nero) circa la modalità rappresentativa utilizzata per ritrarre donne afroamericane nelle sue opere cinematografiche, in particolare in relazione agli stereotipi visuali e verbali da lui impiegati e alla superficialità della caratterizzazione dei suoi personaggi femminili, aspetti che, in più occasioni, gli sono valsi accuse di sessismo. “Bamboozled”, il terzo e ultimo paragrafo del primo capitolo, è dedicato alla presentazione del film preso in esame, alla trattazione degli intenti di satira sociale del regista, ai temi principali dell’opera, nonché alla ricezione della stessa da parte del pubblico in termini di vendite e da parte dei critici cinematografici. Il secondo capitolo si apre con il paragrafo intitolato “Sloan” e dedicato alla presentazione del personaggio femminile attorno al quale si costruisce l’analisi intersezionale dei personaggi del film. Centrali al paragrafo sono il ruolo di coscienza storica (e non solo) ricoperto da Sloan, la sua azione perpetuatrice della memoria della Schiavitù e della Segregazione e le critiche mosse – ancora una volta – a Lee per la sua perseveranza nel servirsi di convenzionali immagini stereotipiche nel rappresentare donne appartenenti alla comunità afroamericana.
Nel paragrafo seguente, intitolato “Sloan, Delacroix, Dunwitty”, si effettua un’analisi dei due personaggi maschili – l’uno afroamericano e l’altro bianco – come detentori del potere all’interno della pellicola in virtù di un sistema e di una modalità (patriarcale, classista e, nel caso soprattutto di Dunwitty, anche razzista) con la quale essi si rapportano al personaggio di Sloan.
L’ultimo paragrafo della tesi, dal titolo “Sloan, Julius, Manray e Womack”, esplora infine le dinamiche relazionali esistenti tra la donna e gli altri personaggi afroamericani del film, proponendo un’analisi incentrata sul modo in cui il loro comune background razzializzato, la loro classe sociale e il loro genere d’appartenenza influiscono sulle specifiche discriminazioni da essi esperite.

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3 CAPITOLO PRIMO: La teoria dell’intersezionalità, il regista e il film 1.1. La teoria dell’intersezionalità La teoria formulata tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta del Novecento che “permette […] una nuova lettura dei fenomeni […] discriminatori […] prendendo in considerazione […] i molteplici aspetti che si intersecano nelle esperienze di discriminazione” (INGRiD) è detta teoria dell’intersezionalità. L’intersecarsi di diversi sistemi di oppressione non si risolve in una ‘semplice’ somma dei fenomeni discriminatori, ma dà luogo a forme di discriminazione particolari e specifiche, come quella che deriva dall’esperienza delle donne nere. L’intersezionalità è stata oggetto di numerosi dibattiti, saggi critici e studi accademici, ed è stata accolta dal femminismo cosiddetto ‘intersezionale’ prima e definitivamente abbracciata dal femminismo della quarta ondata 1 poi, fino a divenire uno dei princìpi cardine degli odierni movimenti di lotta sociale. Nel 1989 la giurista Kimberlé Crenshaw conia e adotta per la prima volta il termine intersectionality nell’articolo “Demarginalizing the Intersection of Race and Sex: A Black Feminist Critique of Antidiscrimination Doctrine, Feminist Theory and Antiracist Politics”, con lo scopo di esplicare il ruolo congiunto e inscindibile ricoperto dalla discriminazione sulla base della “razza” e del genere – senza dimenticare la classe sociale d’appartenenza – nell’oppressione delle donne afroamericane all’interno della società statunitense. A questo proposito nel testo vengono citate e presentate tre azioni legali 2 , tutte riguardanti casi (poi rigettati) in cui alla discriminazione razzista sul posto di lavoro ai danni di donne nere corrisponde, al contempo, quella sessista ed in cui la corte incaricata non è stata in grado di individuare e riconoscere tale combinazione e i suoi effetti. Uno dei principali obiettivi di Crenshaw risulta essere, dunque, quello di mostrare come le donne afroamericane, cariche del fardello di un connubio di esclusioni interdipendenti e specifiche non riconosciute (“multiply burdened”, Crenshaw 1989, 140), siano state lasciate al di fuori della ‘bolla’ delle convenzionali misure – anche legislative – di contrasto al razzismo e al sessismo. Viene così posto l’accento su “l’esigenza di dotarsi di nuovi strumenti […] per comprendere le discriminazioni che 1 Rispettivamente a partire dagli anni Novanta e dal 2010, all’interno del contesto euro-americano. 2 DeGraffenreid contro General Motors, Moore contro Hughes Helicopter Inc., Payne contro Travenol.

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Parole chiave

razza
classe sociale
genere
spike lee
intersezionalità
bamboozled

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