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La successione ereditaria nei rapporti contrattuali

Il sistema giuridico italiano regola la successione per causa di morte principalmente attraverso la legge ed il testamento. In un contesto rigido come quello italiano, gli interpreti si sono spesso interrogati circa i possibili spazi di autonomia contrattuale rimessi all'ereditando, anche alla luce del divieto dei patti successori previsto all'art. 458 c.c.
Lo studio in oggetto si propone di comprendere quali siano le conseguenze della morte di una delle parti in un contratto. L'obiettivo è quello di capire se, in linea generale, i rapporti contrattuali possano essere trasmessi agli eredi o se la morte comporti la cessazione dei relativi effetti. Inoltre, il lavoro cerca di comprendere se l'ereditando possa utilizzare strumenti alternativi alle fonti legislative e testamentarie per disporre del proprio patrimonio dopo la morte. Nonostante l'assenza di una normativa specifica, si osserverà come la regola generalmente accettata sia quella della trasmissibilità dei rapporti contrattuali agli eredi.
Tuttavia, il lavoro esplorerà anche le numerose eccezioni legali a questa regola, nonché tutte le possibili deroghe testamentarie (definite tramite testamento) e convenzionali (basate su accordi tra le parti). Il lavoro prende avvio da una panoramica generale circa il rapporto tra successione mortis causa e posizione contrattuale, con successiva analisi del principio generale di trasmissibilità della posizione contrattuale agli eredi, pur in assenza di una specifica disposizione normativa in tal senso. Verranno poi esaminate le deroghe al principio di trasmissibilità previste dalla legge, tra le quali si ritrovano le ipotesi di scioglimento contrattuale a tutela delle parti o a tutela di interessi generali, nonché il diritto di recesso. Il capitolo seguente tratterà delle possibilità di deroga per mezzo di accordi contrattuali, con particolare attenzione alla compatibilità di tali clausole (di trasmissibilità o di intrasmissibilità) con il divieto dei patti successori.
A seguire, si presenteranno e si analizzeranno le possibilità di deroga al regime legale con l'utilizzo dello strumento del testamento. In conclusione, si tratterà della attuale crisi del testamento e verranno introdotte le possibili alternative all'uso della scheda come strumento di disposizione patrimoniale dopo la morte.

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I N T R O D U Z I O N E Il sistema giuridico italiano considera come uniche fonti del vincolo successorio la legge e il testamento, sicché la successione mortis causa può soltanto essere legittima o testamentaria, a titolo universale o a titolo particolare. L ’art. 42 della Costituzione, peraltro, rimette all’intervento del legislatore ordinario i due titoli della vocazione successoria 1 . In un sistema rigido come quello italiano, gli interpreti si sono a lungo interrogati circa i possibili spazi di autonomia contrattuale rimessi all’ereditando 2 , anche in considerazione del generale divieto dei patti successori previsto all’interno dell’art. 458 c.c. Il presente studio, pertanto, si propone di rilevare se siano presenti tali opportunità a favore del de cuius , nonché di esaminare le conseguenze che l’evento della morte di una delle parti di un rapporto contrattuale può determinare sul vincolo negoziale stesso. L ’obiettivo è quindi duplice: da un lato, accertare se la regola generale sia quella della trasferibilità in capo agli eredi dei rapporti giuridici patrimoniali del de cuius , o se, al contrario, la morte debba intendersi come causa di cessazione del rapporto contrattuale; dall’altro, comprendere se l’ereditando, al fine di disporre del proprio patrimonio per causa di morte, possa utilizzare strumenti dif ferenti rispetto alle fonti legislative e testamentarie. Nonostante l’assenza di una disposizione legislativa in merito, è comunemente accettato dalla dottrina e dalla giurisprudenza che la regola generale sia quella secondo la quale il rapporto contrattuale prosegua in capo agli eredi. Nel presente studio si avrà modo di analizzare l’ampiezza delle deroghe legali al regime ordinario: per alcune tipologie contrattuali, il legislatore ha infatti previsto la regola della non trasmissibilità del vincolo a seguito di morte di una delle parti; per altre, la legge ha consentito la prosecuzione del rapporto con soggetti terzi, diversi dagli eredi. Inoltre, questa ricerca esamina, come già accennato, le possibilità di deroga al regime legale concesse all’autonomia privata: in particolare, si andranno ad analizzare i 2 F . P a d o v i n i , R a p p o r t o c o n t r a t t u a l e e s u c c e s s i o n e p e r c a u s a d i m o r t e . T r i e s t e , G i u f f r è E d i t o r e , 1 9 9 0 . 1 V . F a l z o n e , F . P a l e r m o , F . C o s e n t i n o , L a C o s t i t u z i o n e d e l l a R e p u b b l i c a i l l u s t r a t a c o n i l a v o r i p r e p a r a t o r i . R o m a , C o l o m b o , 1 9 4 9 . 6

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Parole chiave

contratto
successione mortis causa
successione a causa di morte
rapporto contrattuale
trasmissibilità
intrasmissibilità
deroghe convenzionali
deroghe testamentarie
successione ereditaria

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