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I quadrilateri nei sussidiari e nelle prove INVALSI. Dall’analisi delle divergenze ad una sperimentazione in due classi IV

Questa tesi riassume i risultati di un lavoro di ricerca relativo alle divergenze tra il modo in cui vengono affrontati i quadrilateri nei libri di testo di IV primaria, rispetto a come vengono poi richiesti all'interno delle prove INVALSI. L'ipotesi di partenza è che certe competenze in ambito geometrico risultino carenti a livello nazionale perché gli alunni sono abituati ad un linguaggio e ad un metodo di apprendimento passivo della disciplina, basato principalmente sull'utilizzo del sussidiario scolastico, strumento ancora limitante e non sufficiente per promuovere suddette competenze. Dopo aver analizzato tre libri di testo che evidenziassero l'ipotesi, aver esaminato l'opinione degli insegnanti in merito alle prove INVALSI, e aver sottolineato le incongruenze tra i quesiti, si è svolta una sperimentazione in due classi IV: in una sono stati presentati i quadrilateri con il metodo della Geometria con la carta, mentre nell'altra è stata seguita la proposta del sussidiario. Attraverso una prova finale comune, il gruppo sperimentale ha registrato risultati migliori rispetto al gruppo di controllo. Questa ricerca, che può essere ampliata anche ad altre discipline, stimola una riflessione nei confronti della qualità dell'editoria scolastica e sostiene la validità delle prove INVALSI promuovendo una didattica per competenze.

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3 Introduzione Ogni anno l’istituto di ricerca INVALSI valuta il sistema scolastico italiano attraverso una serie di prove standardizzate, predisposte con criterio per i diversi gradi di scuola. I due elementi che contraddistinguono maggiormente le prove INVALSI, sono la loro valenza formativa e il fatto che ragionino per competenze. Queste prove infatti non hanno lo scopo di giudicare insegnanti e alunni, ma di renderli consapevoli dei frutti del loro lavoro, mettendoli a confronto a livello nazionale. Nonostante quindi le prove INVALSI possano essere considerate opportunità di crescita e miglioramento, ancora oggi l’opinione di molti docenti è che esse, non tenendo conto delle differenze regionali, istituzionali, didattiche e proprie dei singoli alunni, non siano sufficientemente in grado di definire la qualità dell’istruzione italiana. Un’altra critica che viene spesso mossa dai docenti è che ciò che viene richiesto dalle prove INVALSI sia sempre molto più complicato di ciò che viene affrontato in classe: l’impostazione dei quesiti, il modo in cui sono formulati, la tipologia di esercizi, non sono quelli a cui gli alunni sono abituati. Ecco che quindi, pochi mesi prima della somministrazione delle prove, è consuetudine sottoporre gli alunni ad innumerevoli esercizi in preparazione alle INVALSI, recuperati da fascicoli appositamente predisposti, nel tentativo di non farsi cogliere impreparati e per cercare di sviluppare in poco tempo quelle competenze necessarie per affrontare le prove al meglio delle proprie capacità. Le domande di ricerca che mi hanno spinto a lavorare su questa tesi, sorte conseguentemente a queste constatazioni, sono state le seguenti: se gli alunni non sono abituati ai quesiti INVALSI, a che tipo di quesiti sono abituati? Quali strumenti accompagnano i loro apprendimenti? Su cosa basano la loro didattica gli insegnanti? Cosa si può fare per sviluppare le competenze richieste durante tutto l’arco dell’anno scolastico, senza intervenire soltanto in prossimità delle prove? L’analisi dei sussidiari scolastici ha fornito una risposta a tutte queste domande. Il libro di testo risulta essere ad oggi lo strumento centrale che supporta le spiegazioni del docente e lo studio degli alunni. Questi ultimi sono quindi abituati alla tipologia di esercizi presente nei loro manuali, come sostenuto nel capitolo due.

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Parole chiave

geometria
libri di testo
scuola primaria
invalsi
sussidiario scolastico

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