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Ulisse e l'avventura nell'Odissea di produzione Rai (Franco Rossi 1968)

Questa tesi si occupa dell'Odissea, lo sceneggiato televisivo realizzato dalla RAI nel 1968, e in particolare prende in esame l'interpretazione scelta dall'Ente televisivo italiano per rappresentare il personaggio di Ulisse quale protagonista di un film d'avventure.
Prima di tutto si prende in considerazione il contesto televisivo italiano degli anni '60 e in particolare del 1968; si analizza il palinsesto di una settimana di programmazione; si osservano le trasmissioni dell'epoca e soprattutto gli altri sceneggiati televisivi.
In seguito si esamina il ruolo dell'Odissea in quanto primo kolossal prodotto dalla televisione italiana e caso particolare nei rapporti tra la Rai e il cinema. Quindi si considerano aspetti pratici riguardanti la sua realizzazione, i registi interessati (Franco Rossi, Piero Schivazappa, Mario Bava), il cast.
Si passa poi a definire il genere dell'avventura, tracciandone l'evoluzione nella storia della cinematografia italiana; quindi si analizza il personaggio di Ulisse quale eroe di un film d'avventure, anche mediante il confronto con i protagonisti di pellicole italiane dello stesso periodo e dello stesso genere, in particolare con il filone del peplum o mitologico-muscolare. Si paragona poi l'Ulisse-Rai con altre interpretazioni dello stesso personaggio, in particolare con la versione di Giuseppe De Liguoro del 1911, con quella di Mario Camerini del 1954, e con quella di Andrei Konchalovsky del 1997, arrivando a stabilire che l'interpretazione del 1968 è quella meno superficiale, più intima e più complessa.
Si prende infine in considerazione la ricezione dell'Odissea da parte del pubblico e della critica stabilendo se e quanto all'epoca siano stati in grado di comprendere l'interpretazione del poema omerico scelta dalla Rai.

Parole Chiave: Odissea, Ulisse, cinema italiano, televisione italiana

[EN] This thesis is about the Odissey, the tv miniserial produced in 1968 by RAI-Radiotelevisione italiana, and examines particularly the interpretation gave by the Italian television to represent the character of Ulysses as protagonist of an adventure film.
First of all we consider the italian television contest in the 1960s and particularly in 1968; we analyze a show schedule week; we observe the programs of those years and above all the other miniserials (sceneggiati).
Then we examine the role of the miniserial Odissey as first kolossal produced by the Italian television, and as a specific example of the relationships between Rai and Italian cinema. So we consider practical perspectives concerning the production, the directors involved (Franco Rossi, Piero Schivazappa, Mario Bava), and the cast.
Then we define the genre of adventure, describing his evolution in the history of Italian cinematography; we analyze the character of Ulysses as an hero of an adventure film, comparing it with main characters of italian movies of the same time and the same genre, particularly with movies belonging to the kind of peplum or muscle-mythological. Following we compare the Ulysses by Rai to other versions of the same character: the one of Giuseppe De Liguoro (1911), the one by Mario Camerini (1954), and the one by Andrei Konchalovsky (1997). So we can deduce that the interpretation made by Italian television is the less superficial, the deepest and the most complex.
At last we consider the reception of the Odissey by the audience and the critics, establishing if and how much in that period they were able to comprehend the interpretation of the Omer's poem chosen by Rai.

Keywords: Odissey, Ulysses, italian cinema, italian television

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7 CAPITOLO PRIMO: IL CONTESTO TELEVISIVO 1. La Rai nel 1968 Nel capitolo relativo al 1968 della sua Storia della televisione italiana 1 , Aldo Grasso dedica il paragrafo «programma dell’anno» all’Odissea, lo sceneggiato in 8 puntate andato in onda sul Programma Nazionale dal marzo al maggio di quell’anno. Si è trattato sotto molti aspetti di un evento che, nonostante gli inevitabili elementi di continuità e affinità rispetto alla produzione italiana di quel periodo, ha rappresentato una svolta nel panorama televisivo e in particolare in quello ascrivibile all’ambito della fiction 2 . Vediamo dunque come si presentava la televisione italiana nel 1968 3 . Siamo ancora in pieno regime di monopolio, e l’offerta è distribuita su due canali: Programma Nazionale e Secondo Programma, inaugurato nel 1962. La Rai si trova fondamentalmente a essere l’espressione delle ideologie e dei valori della Democrazia Cristiana, che tiene le redini dell’azienda; il Direttore Generale è Ettore Bernabei, uomo vicino a Fanfani; ricevuto il mandato nel 1961, lo manterrà fino al 1974. Il ruolo pedagogico di cui era stata investita la TV fin dalla sua nascita non è ancora venuto meno, e lo si ritrova anche in generi più leggeri e non esplicitamente educativi, in cui la cultura assume una forma più che altro divulgativa. In ogni caso si continua anche a perseguire un obiettivo di pura alfabetizzazione: è risaputo infatti quanto in Italia la televisione abbia contribuito a combattere l’analfabetismo, oltre che a portare a 1 Aldo Grasso, Storia della televisione italiana, Garzanti, Milano, 2004, p.218. 2 Come è evidente la parola è inglese, e anche se originariamente indicherebbe tutto ciò che fa riferimento a prodotti di fantasia e immaginazione, col tempo il suo significato si è ristretto passando comunemente a indicare il racconto di storie, le opere di narrativa. In Italia con il termine fiction si è soliti fare riferimento esclusivamente al genere televisivo, alla fiction televisiva appunto, intendendo con tale espressione la produzione di storie pensate e create per la tv, o se non altro narrate esclusivamente tramite il medium televisivo. Per un’esauriente disamina del termine fiction si veda Milly Buonanno, Le formule del racconto televisivo, Sansoni, Milano, 2002, pp. 35-40. 3 Fonti del presente capitolo: Milly Buonanno, Le formule del racconto televisivo, cit; Oreste De Fornari, Teleromanza. Storia indiscreta dello sceneggiato Tv, Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1990; Aldo Grasso, Storia della televisione italiana,cit; Id. (a cura di), Televisione, Garzanti, Milano, 2008; Aldo Grasso, Massimo Scaglioni, Che cos’è la televisione. Il piccolo schermo fra cultura e società: i generi, l’industria, il pubblico, Garzanti, Milano, 2003; Enrico Menduni, Televisione e società italiana 1975-2000, Bompiani, Milano, 2002; Franco Monteleone, Storia della radio e della televisione in Italia. Un secolo di costume, società e politica, Marsilio, Venezia, 2001; Quaderni del Servizio Opinioni n. 22, a cura del Dott. Giulio Carminati, Ricerche sul pubblico della TV, ERI – Edizioni RAI – Radiotelevisione Italiana, Torino, 1971; Teche Rai: www.teche.rai.it.

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