Lo scetticismo interpretativo
La nozione di interpretazione, al pari della nozione di norma, si configura come centrale nello studio del diritto. Non ci si può, infatti, assolutamente esimere dall’affrontare in via generale, almeno implicitamente, il problema ermeneutico, perché esso è il punto di passaggio obbligato tanto per il teorico quanto per il giurista pratico. Del resto, tutti i giuristi interpretano, moltissime delle loro attività potendo venir qualificate come attività latu sensu “interpretative”. D’altro canto, non c’è tesi di diritto positivo che non venga presentata come una ”interpretazione”, ossia come il risultato o il prodotto di un’attività interpretativa. Attraverso l’interpretazione vengono – secondo le diverse concezioni – accertati o costituiti o in parte accertati e in parte costituiti i precetti che rappresentano l’oggetto della conoscenza giuridica. Non c’è allora da stupirsi se giuristi, filosofi e sociologi del diritto si sono spesso soffermati a riflettere su questo tema, sia elaborando teorie che mirano a descrivere le prassi effettive degli interpreti, sia elaborando dottrine che prescrivono come si debba interpretare.
Il termine “legge”, oltre la norma o regola di condotta, finisce per indicare anche il momento creativo della regola, cioè la fonte della norma e, storicamente, la fonte per antonomasia delle norme o regole di condotta: vale a dire la legge del Parlamento, suprema espressione della sovranità popolare. La legge, intesa nella seconda delle accezioni appena considerate, consta di proposizioni, di uno o più enunciati linguistici eventualmente raggruppati in articoli. Da questi enunciati l’interprete ricava, secondo alcuni, o costruisce, secondo altri, le norme. È dunque attraverso l’interpretazione che si determina il significato del testo e cioè la norma giuridica, ricavata secondo alcuni all’interno del testo (e quindi semplicemente conosciuta dall’interprete) ovvero, secondo altri, costruita dall’interprete stesso.
Le principali teorie dell’interpretazione che si contendono il campo nel pensiero giuridico moderno sono sostanzialmente tre: una teoria cognitiva (o formalistica), una teoria scettica (o realista), ed una teoria mista (o intermedia), che tenta di conciliare le due precedenti.
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Informazioni tesi
Autore: | Riccardo Zeggio |
Tipo: | Laurea vecchio ordinamento (pre riforma del 1999) |
Anno: | 2002-03 |
Università: | Università degli Studi di Ferrara |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Baldassarre Pastore |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 137 |
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