L'isterizzazione del corpo femminile
Attraverso un'analisi diacronica degli studi sull'eziologia dell'isteria si è visto come, fino dai più lontani esempi che si è potuto reperire, tutte le principali teorie a riguardo abbiano definito l'isteria quale patologia propria del solo sesso femminile facendola derivare da problemi relativi all'utero, interpretando i fenomeni delle convulsioni e del soffocamento isterico come la conseguenza dei movimenti di un utero che si immaginava errante nel corpo della malata, o di vapori velenosi che, prodottisi all'interno della matrice, risalivano fino alla bocca dello stomaco; in ogni modo escludendo a priori la possibilità dell'esistenza dell'isteria in un soggetto maschio. Inoltre, attraverso l'esame degli studi concernenti la nascita e lo sviluppo della psicanalisi, si è visto come l'analisi dei casi di isteria abbia ricoperto un ruolo di primo piano nell'evoluzione del pensiero di Freud, al punto che si è potuto definire l'isteria ''madre della psicanalisi''. Tenendo conto degli sconvolgenti mutamenti che la psicanalisi ha provocato nel campo della considerazione che l'uomo ha di sé, in seguito alla scoperta che un inconscio incontrollabile è in grado di determinare comportamenti che ciascuno credeva dipendenti soltanto dalla propria volontà, al punto da incarnare, nell'opinione concorde di tutti gli autori studiati, il punto decisivo di rottura dell'ottimistica fiducia nelle capacità umane propria delle culture classiche e rappresentando, al contrario, la crisi dell'uomo moderno, si è avanzata l'ipotesi che l'immobilismo ed il rigido conservatorismo che si sono visti essere le caratteristiche fondamentali degli studi sull'isteria possano essere spiegati come il prodotto della volontà di non abbandonare certezze rassicuranti per l'animo umano, e di non oltrepassare un limite al di là del quale si intuiva che potessero prodursi conseguenze critiche per la coscienza umana. Fare dell'isteria una patologia tipicamente femminile, anzi, la patologia femminile per eccellenza rispondeva al duplice scopo di tranquillizzare la coscienza e confermare la fiducia nelle capacità umane per l'egemone società maschile, e di riconfermare le teorie sull'inferiorità fisica e psichica della donna. Con la prima guerra mondiale, tuttavia, le condizioni di vita, sia fisica che mentale, dei soldati al fronte subirono tanti e tali mutamenti da provocare come diretta conseguenza un aumento a dir poco impressionante dei casi di isteria nell’esercito. L'ambiente medico si trovò, conseguentemente, nell'impossibilità di perseverare nel proprio tradizionale atteggiamento di negazione dell'esistenza dell'isteria maschile. La maggior parte degli psichiatri fece quindi ricorso, per spiegare l'eziologia dell'isteria nei soldati, alla categoria della degenerazione costituzionale congenita, considerando cioè coloro che avevano sviluppato una patologia mentale nell'ambiente bellico come dei malati costituzionali affetti da tare ereditarie che si sarebbero comunque rivelate anche nel corso dell'ordinaria vita civile; tale considerazione permetteva infatti di escludere qualunque responsabilità diretta della guerra, che aveva soltanto accelerato un processo in ogni modo inevitabile, e di allontanare nuovamente dall'uomo, ora specificato come uomo ''sano'' e ''normale'', lo spettro dell'isteria, riconfermandola come propria soltanto degli organismi inferiori fisicamente e psichicamente, come la donna ed il degenerato congenito.
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Informazioni tesi
Autore: | Paola Ugolini |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 1998-99 |
Università: | Università degli Studi di Bologna |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Lettere |
Relatore: | Valerio Marchetti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 138 |
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