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Verso la sesta estinzione di massa: ipotesi o realtà?

Il tema delle estinzioni di massa è molto complesso, poiché nonostante la tecnologia sia molto all’avanguardia, non sempre si è in grado di spiegare eventi avvenuti milioni di anni fa. Nonostante i ritrovamenti fossili o studi con metodi in grado di datare un determinato periodo, il tempo trascorso potrebbe aver cancellato indizi fondamentali su ciò che è stato, quindi più che una certezza, spesso vengono date ipotesi su ciò che è accaduto prima e potrebbe avvenire successivamente.
Fatta questa premessa occorre specificare che il presente lavoro, ha come oggetto lo studio delle cinque estinzioni di massa (Big Five) avvenute nella storia fino ad affrontare il tema più delicato che è quello di una possibile “Sesta Estinzione”.
Viene descritto il concetto di Biodiversità e la sua importanza per tutti gli esseri viventi al fine di salvaguardare il mantenimento degli equilibri naturali. Lo studio ha riguardato gli ecosistemi naturali e anche quelli artificiali e su come questi ultimi sono stati modificati dall’uomo (overfishing, deforestazione, effetto serra, acidificazione degli oceani, cambiamenti climatici, ecc.). Sono stati studiati alcune specie di anfibi, ottimi biondicatori e organismi “sentinella” dello stato di salute di un determinato ecosistema: in particolare, la Rana italica e l’Ululone appenninico in alcune zone del Lazio. I risultati ottenuti hanno messo in evidenza come negli ultimi anni queste due specie sono state fortemente minacciate da funghi-parassiti (Mesomicetozoi e Chitridiomiceti) che si sono sviluppati a causa di una risposta immunitaria insufficiente, probabilmente causata dai recenti cambiamenti climatici. Oggi infatti, tra le specie a più ad alto rischio di estinzione, ci sono proprio gli anfibi, inseriti anche nella lista rossa (Red List) dell’IUNC e i dati attuali dimostrano un continuo decremento delle popolazioni, già minacciate. Analizzando questi dati possiamo affermare che ci sono tutte le basi per parlare di una Sesta Estinzione di massa, dove quello che ci deve preoccupare è la rapidità con la quale sta avvenendo e che, a differenza delle cinque precedenti,scatenate da catastrofi naturali, stavolta la causa possiamo sicuramente attribuirla allo sviluppo (in)sostenibile dell’Homo (in)sapiens.

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2 IN T R O D U Z I O N E Vivia mo in un’e poc a a ffa sc ina nte e te rribile . Affa sc ina nte pe rc hé ma i c ome a de sso il futuro de l Pia ne ta T e rra è sopra ttutto ne lle nostre ma ni, c iò c he a vrà luogo doma ni dipe nde rà in buona pa rte da c iò c he la c omunità uma na fa rà o non fa rà oggi. T e rribile , pe rc hé , la nostra ge ne ra z ione è la prima , da qua ndo la spe c ie uma na è c ompa rsa sulla T e rra , a d a ve re il pote re di distrugge re in poc o te mpo tutto que llo c he vie ne da l pa ssa to, c omprome tte ndo irrime dia bilme nte tutto que llo c he potre bbe e siste re in futuro (Fa bbri, 2016). L 'Homo sa pie ns ha inte ra gito c on il mondo na tura le da qua nto a ppa rve sulla T e rra . C on il pa ssa re de l te mpo e c on l'e volve rsi de lle proprie c a pa c ità c ognitive ha inc re dibilme nte a mplia to le proprie c a pa c ità di muta me nto de gli a mbie nti na tura li ma è solta nto da poc hissimo te mpo c he la spe c ie uma na sta inte rve ne ndo ra pida me nte e c omple ta me nte sui c ic li de lla biosfe ra , que lla fa sc ia di a ria , a c qua e suolo ove è possibile il ma nte nime nto de l fe nome no vita . Non solo ha pe rfe z iona to le sue c a pa c ità di a da tta me nto a i dive rsi a mbie nti na tura li pre se nti in te rra , ma ha modific a to gli a mbie nti ste ssi in te mpi bre vissimi. Oggi non e siste a lc un luogo, dove l'inte rve nto de ll'"uma no" non sia giunto in qua lc he modo, dire tta me nte o indire tta me nte . Gli a ute ntic i sc onvolgime nti c he a bbia mo prodotto e c re ia mo c ontinua me nte non possono c he ritorc e rsi sulle nostre ste sse c a pa c ità di sopra vvive nz a poic hé c onduc ono a una c omple ssiva diminuz ione de lla possibilità de l pia ne ta di fa r fronte a i nostri bisogni. C on le nostre a ttività distruggia mo a mbie nti na tura li fonda me nta li pe r gli e quilibri de l nostro pia ne ta , c onsolida tosi in milioni di a nni di e voluz ione : inte rve nia mo c on a z ioni di ogni tipo ne i de lic a ti c ic li de lla na tura , inc re me nta ndo c ontinua me nte le strutture inse dia te , c opre ndo porz ioni c re sc e nti di pre z ioso suolo produttivo, fa c c ia mo sc ompa rire pe r se mpre nume rose spe c ie vive nti c he c on noi c ondividono il pia ne ta . I proble mi de lla sovra ppopola z ione , de ll'inquina me nto, il proc e sso te c nologic o, l'a c c umulo di rifiuti, l'impove rime nto di ma te rie prime , la ric e rc a di fonti a lte rna tive di e ne rgia e infine de lla sc ompa rsa di ha bita t e spe c ie na tura li ha nno modific a to profonda me nte l'a mbie nte na tura le , ta nto da re nde rlo, pe r c a ra tte ristic he e c ologic he , a ssa i dive rso da que llo primitivo e , c osa più gra ve , l’ha nno tra sforma to in modo da re nde rlo se mpre me no a da tto a ll'insta ura rsi di c ondiz ioni di vita ottima li pe r gli orga nismi vive nti. Attua lme nte è sta to a ppura to c he la ve loc ità c on c ui le spe c ie vive nti si sta e stingue ndo, è tra 100 e 1.000 volte più e le va ta di que lla c he si a vre bbe se nz a l’influe nz a de ll’uomo, e d è in c ontinuo a ume nto (Unida , 2017).

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Parole chiave

biodiversità
ecosistemi
anfibi
cambiamenti climatici
red list

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