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Il provvedimento cautelare di revoca dell'amministratore nella s.r.l. e il controllo giudiziario

Nell’elaborato si è cercato di evidenziare i problemi relativi alle interpretazioni riguardanti le norme che disciplinano, per la società a responsabilità limitata, la revoca cautelare dell’amministratore. I dubbi ermeneutici sono sorti successivamente alla riforma organica della disciplina delle società di capitali e società cooperative, con il Decreto Legislativo 17 gennaio 2003, n. 6, in attuazione della legge 3 ottobre 2001, n. 366. È stata fatta un’analisi sia sull’articolo 2409 c.c. e sulla sua relativa applicazione o meno alla società in questione, sia sull’articolo 2476 c.c. Il problema principale, come evidenziato, riguarda la revoca cautelare dell’amministratore ex art. 2476 c.c., che, al comma 3, dà la possibilità ad ogni socio di promuovere l’azione di responsabilità contro gli amministratori, il quale può altresì richiedere, in caso di gravi irregolarità nella gestione della società, che sia adottato provvedimento cautelare di revoca degli amministratori medesimi. Le diverse interpretazioni riguardano la connessione tra il provvedimento cautelare di revoca e il suo relativo giudizio di merito, considerato che ogni provvedimento cautelare, per propria natura, ha la caratteristica di strumentalità, cioè di collegamento con un altro giudizio a cognizione piena dove il giudice decide definitivamente. Le diverse impostazioni riguardano, quindi, la natura del provvedimento cautelare, conservativa o anticipatoria. Per quanto concerne, invece, l’art. 2409 c.c., che disciplina la denunzia al tribunale da parte dei soci, in caso di gravi irregolarità della gestione, la sua collocazione nelle norme che fanno riferimento alla società per azioni tende ad escludere la sua applicazione nella società a responsabilità limitata. Il problema deriva, dunque, dalla nuova e organica disciplina delle s.r.l., come riformata nel 2003, in quanto non c’è nessun riferimento esplicito alla tutela garantita dall’art. 2409 c.c., diversamente dal passato. Ma questa questione non è fine a se stessa, in quanto, come si potrà capire, ci potrebbe essere una relazione tra la natura del provvedimento cautelare e la relativa applicabilità o meno dell’art. 2409 c.c. alla società di cui si fa riferimento.

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Presupposti della denuncia al tribunale: le gravi irregolarità La nuova descrizione del requisito oggettivo della denunzia al tribunale ha suscitato dubbi sull’ambito applicativo della norma e, in caso affermativo, in quali termini. Resta l’impiego della locuzione “gravi irregolarità” ma l’attuale versione dell’art. 2409 c.c. specifica che le stesse: a) Devono attenere alla gestione della società; b) Devono essere idonee ad arrecare un danno alla società. Se da un lato alcuni commentatori 40 ritengono che la nuova definizione non comporti sostanziali modifiche rispetto al passato e sottolineano gli elementi di omogeneità tra vecchia e nuova disciplina, altri concludono che le segnalate novità lessicali si sostanziano in un’effettiva rideterminazione della nozione di “gravi irregolarità”. Risulta controversa la portata dell’esplicito riferimento al compimento delle irregolarità “nella gestione”, raffrontate alle “irregolarità dei doveri degli amministratori” del testo previgente. In merito sussistono diversi orientamenti 41 : uno di essi ritiene che le due formule conservano lo stesso significato, secondo un altro 42 , opposto, la precisazione che le irregolarità attengono alla gestione ha un significato più pregnante, poiché serve ad espungere dalla fattispecie le condotte configuranti violazioni di obblighi e doveri degli amministratori, non riconducibili all’attività di governo dell’impresa. In questo senso, si afferma 43 che “d’ora innanzi tutti i vizi che riguardano la struttura organizzativa della società e che non incidano sulla gestione saranno irrilevanti. Ad esempio, non dovrebbero trovare spazio, in futuro, le violazioni nella convocazione dell’assemblea, o all’esercizio del diritto di opzione da parte del socio, oppure al recesso”, concludendo che “ad essere tutelato è il principio di corretta amministrazione della società, previsto nell’interesse dei soci e dei creditori”. L’orientamento 44 prevalente propone una lettura meno restrittiva della locuzione e include nel concetto di “gestione” anche gli atti funzionali allo svolgimento dell’attività imprenditoriale e, quindi, gli atti che riguardano l’aspetto organizzativo della stessa e l’operatività dei suoi organi. Dunque, si precisa 45 che anche le irregolarità organizzative, se protratte, possono produrre inefficienze, i cui effetti si rifletterebbero negativamente sulla gestione strettamente intesa. Lo stesso ragionamento 46 è svolto per quanto riguarda la tenuta delle scritture contabili e alla redazione del bilancio di esercizio, il cui ruolo di strumenti di verifica dell’attività pregressa, al fine dell’orientamento della gestione futura, è ritenuto giustificare la loro inclusione nell’ambito del controllo giudiziario. Solitamente, per incidere sulla gestione, le irregolarità non si limitano ad un solo atto od omissione, ma si traducono in una reiterazione o in una condotta articolata, che deve essere valutata dal tribunale nel suo complesso. Al fine di attivare la procedura ex art. 2409 c.c., le irregolarità devono essere “gravi”, mentre per quelle “più gravi” è prevista la nomina di un amministratore giudiziario. Rispetto al criterio di valutazione dei due livelli di “gravità” e di distinzione tra gli stessi, il legislatore del 1942 nemmeno forniva indicazioni di sorta e il problema non è stato risolto con il nuovo testo normativo. La giurisprudenza procede “a vista”, sulla base di “valutazioni ampiamente discrezionali, spesso influenzate da esigenze di giustizia del caso concreto e dalla morale privata del giudicante” 47 . In modo più dettagliato interviene la dottrina 48 anche se con esiti molto eterogenei. Il criterio 38 A. Jannuzzi, Manuale della volontaria giurisdizione, Milano, 1968, p. 697 ss. 39 App. Torino, 25 ottobre 1988, in CGR, 1988, voce Società di capitali, p. 3666, n. 51. 40 E. Dalmotto, Art. 2409, in Il nuovo processo societario, diretto da Chiarloni, II, Bologna, 2008, p. 1516; D’ambrosio, La denuncia al tribunale per gravi irregolarità dopo la riforma, in Società, 2004, p. 448. 41 E. Dalmotto, Art. 2409, in Il nuovo processo societario, diretto da Chiarloni, II, Bologna, 2008, p. 1516; 42 G. Rivolta, Il controllo giudiziario sulla gestione del nuovo diritto delle società, in Giur. Comm., 2005, I, p.750 s. 43 Rocco di Torrepadula, Le “gravi irregolarità” nell’amministrazione della società per azioni, Milano, 2005, p. 37 s. 44 Sanfilippo, Il controllo giudiziario sulla gestione, in diritto commerciale, a cura di Cian M., II, Torino, 2014, p. 533. 45 Giannelli, Art. 2409, in Le società per azioni. Codice civile e norme complementari, diretto da Abbadessa e Portale, I, Milano, 2016, p.1744. 46 Trib. Pavia, 10 febbraio 2012 (decr.), in Società, 2013, 1310. 47 Bertolotti, Società per azioni: collegio sindacale, revisori, denunzia al tribunale, Milano-Torino, 2015, p. 506 s. 48 Rordof, La irregolare amministrazione delle società, in Società, 1990, p. 1203 s.

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Parole chiave

società a responsabilità limitata
srl
revoca
art. 2476
responsabilità amministratore
controllo giudiziario
revoca amministratore
art. 2409
revoca cautelare
gravi irregolarità nella gestione

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