Il principio di derivazione rafforzata nella tassazione del reddito d'impresa
La tassazione del reddito di impresa costituisce da sempre una tematica cui il legislatore ha tradizionalmente attribuito grande rilevanza, come dimostrano le numerose riforme che sono intervenute negli ultimi anni, le quali hanno adottato un approccio sempre più realistico, privilegiando l'aspetto sostanziale in luogo di quello formale. L'obiettivo è infatti quello di dar vita ad un reddito il più possibile fedele alla realtà economica delle imprese, al fine di evitare abusi di diritto delle stesse volti ad ottenere vantaggi fiscali.
Il presente lavoro di tesi analizza le nuove regole contabili imposte dal D.Lgs. 139/2015 e dal più recente D.M. 3 agosto 2017 le quali determinano non solo un necessario cambio di passo nella predisposizione dei conti annuali ma anche, e non è certo meno rilevante, nella corretta determinazione dell’imponibile fiscale. Queste disposizioni si sono rese necessarie poiché, per principio generale, il reddito d’impresa viene ricavato per derivazione dalle risultanze del bilancio d’esercizio civilistico, con apposite variazioni in aumento e in diminuzione previste dal legislatore fiscale. Da qui il principio di derivazione rafforzata, quasi un “rebus fiscale”, il quale ridefinisce le modalità di determinazione della base imponibile dell’Ires, correlandola alla rilevanza pubblica ed alla dimensione della società e, conseguentemente, alla tipologia di bilancio che la stessa deve redigere.
La prima rilevante novità del succitato decreto del 3 agosto 2017 è data dal fatto che, intervenendo sull’art.83 del Tuir, si è stabilito che le società, (diverse dalle microimprese) che adottano i principi contabili nazionali, dunque i soggetti OIC Adopter, determinano il reddito d’impresa tenendo conto dei “criteri di qualificazione, imputazione temporale e classificazione in bilancio”. Ciò determina, come confermato dall’Agenzia delle Entrate in occasione di Telefisco 2018, una rimozione dell’abitudine di rappresentare i fatti secondo la natura giuridico formale degli stessi, cedendo il passo ad una rappresentazione sostanziale, tesa ad evidenziare l’effettivo trasferimento dei correlati rischi e benefici. Si riducono così, significativamente, le discordanze tra l’utile di bilancio e il reddito d’impresa, evitando il “doppio binario” civilistico-fiscale e semplificando le modalità di determinazione del reddito imponibile. Le suddette novità recano una serie di questioni aperte tra le quali l’ambito soggettivo di applicazione delle norme e i rapporti tra entità IAS e non IAS, tutto ciò calato nel mutato ruolo che i principi contabili internazionali hanno assunto anche in ambito fiscale.
La giurisprudenza è ovviamente intervenuta sul tema, la quale con la sentenza n.1107 del 18 gennaio 2017, ha affermato che si deve tener conto della funzione economica dell’elemento dell’attivo e del passivo, in modo che la rappresentazione in bilancio di tutti gli accadimenti patrimoniali sia effettuata secondo la realtà economica sottostante agli effetti sostanziali. Alla luce di ciò, non di rado, possono verificarsi nella pratica errori di imputazione economico-temporale delle componenti reddituali, si pensi alle ipotesi di omissioni di ricavi, costi fittizi o non inerenti che generano situazioni di doppia tassazione. L’Amministrazione finanziaria è così intervenuta ribadendo la non derogabilità del principio di derivazione rafforzata e prevedendo l’applicazione di sanzioni, anche di natura penale, del tutto analoghe a quelle commisurate a seguito di una erosione definitiva della base imponibile, anche in assenza di un vero e proprio danno patito dall’erario. Questa disposizione mira a contemperare la necessità di computare tutte le componenti nell’esercizio di competenza, senza però addossare al contribuente un onere troppo difficile da rispettare, nel senso che il dovere di conteggiare tali componenti nell’anno di riferimento si arresta solo di fronte a quei costi e a quei ricavi non ancora noti all’atto della determinazione del reddito.
Trattandosi di una riforma molto recente e, conseguentemente, di prassi applicative che non si sono ancora del tutto consolidate non resta che attendere l'applicazione pratica dell'Amministrazione finanziaria, per comprendere come i nuovi criteri di rilevazione delle operazioni interferiscono con la determinazione del reddito imponibile. Alla luce di ciò due sembrano i punti su cui riflettere. Da un lato una riscrittura delle norme del Tuir in materia di reddito d’impresa e un loro adeguamento alla nuova realtà contabile, al fine di prevenire l’inserimento di regole disarmoniche rispetto al sistema complessivamente considerato; dall’altro lato una più generale riflessione sul passaggio a nuove metodologie di determinazione del reddito d’impresa, tenendo conto che il principio di derivazione rafforzata ha mostrato limiti significativi i quali hanno evidenziato, in tempi di crisi, la reale capacità contributiva delle imprese.
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Informazioni tesi
Autore: | Antonio Parrella |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2017-18 |
Università: | Università degli Studi di Bari |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Antonio Felice Uricchio |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 156 |
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