Immigrazione in Italia, regolazione e seconde generazioni
Il lavoro offre una panoramica sul tema dell'immigrazione in Italia, prestando particolare attenzione alle seconde generazioni.
Si tratta di una rassegna letteraria nella quale, dopo aver delineato alcuni aspetti teorici del fenomeno migratorio, vengono presi in considerazione i cambiamenti che, a partire dal 1973, hanno coinvolto l'Europa. All'analisi delle modalità con cui tre grandi nazioni, Francia, Gran Bretagna e Inghilterra, hanno affrontato i cambiamenti verificatesi negli ultimi trenta anni e con cui hanno gestito la comparsa delle seconde generazioni, segue una descrizione della situazione italiana.
Saranno esaminate le leggi che regolano l'immigrazione in Italia e si presterà particolare attenzione a come queste leggi ostacolino a priori un facile inserimento, degli immigrati e delle loro famiglie, nella nostra società, la concessione dei regolari permessi e della cittadinanza mentre all’opposto, favoriscano invece il mantenimento della cittadinanza italiana degli emigrati all’estero e di tutti i loro discendenti.
Ciò che si vuole dimostrare è la ritrosità, sia da parte del governo che spesso anche dalla popolazione, ad accettare il nuovo ruolo di nazione meta di immigrazione che l’Italia ha assunto da diversi anni, a cui non ha corrisposto un impianto normativo adatto.
A dimostrazione di questo verranno citate alcune conseguenze inevitabili a questa chiusura verso l’immigrazione ovvero la clandestinità e l’irregolarità le quali costituiscono ad oggi una piaga sociale non indifferente e a cui si fatica a trovare un rimedio.
In questo frangente verrà sottolineato come il processo di Globalizzazione, che ha nettamente accorciato i tempi e le distanze tra le persone nel mondo, si scontri invece con le politiche migratorie, in particolar modo quelle italiane, le quali ostacolano sempre di più la libera circolazione e stabilizzazione delle persone a differenza di quanto accade invece con le informazioni e con i beni materiali.
Il cuore della ricerca si trova nell'ultimo capitolo, in cui vengono individuate le principali problematiche che le seconde generazioni, sia native che spurie, devono affrontare in Italia, le modalità con cui queste vengono superate e i casi in cui invece gli ostacoli non vengono superati; ovvero verranno menzionate anche le reti devianti in cui spesso tanti giovani immigrati, in quanto soggetti deboli, vengono coinvolti, le quali contribuiscono a rendere difficile la loro integrazione nella società.
La riuscita o mancata tale del processo di integrazione è determinata dalla "scelta" di una strategia identitaria, determinata da tre fattori: l'età, la stabilità del gruppo familiare e la somma del capitale culturale ed emotivo dello stesso. Attraverso alcune testimonianze, tratte dalle ricerche svolte negli ultimi anni in numerose scuole italiane, si cercherà di dimostrare quanto teorizzato nei capitoli precedenti.
A concludere il discorso è infine un paragrafo dedicato a Torino, una delle città italiane in cui troviamo una concentrazione di presenze immigrate molto alta, e in cui sembra essere stata raggiunta una convivenza priva dei conflitti che attanagliano ancora oggi molte città sia italiane che straniere, anche grazie alle numerose iniziative interculturali che vengono frequentemente promosse in città.
La conclusione del lavoro vede la prospettiva transnazionale come un possibile obbiettivo futuro volto all’eliminazione problematiche che da sempre accompagnano i processi migratori.
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Informazioni tesi
Autore: | Chiara Rimerici |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Corso di laurea in Comunicazione Interculturale |
Relatore: | Luca Storti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 98 |
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