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Mass media e condizioni di vita nella formazione dell'opinione pubblica - Considerazioni sociologiche sulla base di un'indagine CNEL sull'Agenda degli italiani

La tesi è incentrata sull'analisi dei risultati di un'indagine CNEL riguardante l'opinione degli italiani sui temi di più scottante attualità politica: lavoro, criminalità, scuola, sanità ecc. Attraverso l'esame delle differenze fatte registrare dai diversi gruppi sociali - i dati CNEL sono suddivisi per genere, età, livello di istruzione, classe sociale e regione di residenza - si è provato a individuare i principali fattori di determinazione dell'opinione pubblica. In particolare è stato studiato il potere di influenza dei mass media e delle differenti condizioni socio-economiche di vita, cercando di mettere a confronto e “misurare” i due diversi tipi di condizionamento.

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3 Introduzione Nel dibattito politico odierno, che ormai si sviluppa soprattutto sui media e specialmente in televisione, l’attenzione generale sembra concentrata principalmente su due aspetti: il tempo occupato in televisione dai diversi leader e schieramenti e l’intenzione di voto degli elettori, testata periodicamente attraverso gli ormai noti sondaggi telefonici. Ovviamente questi temi meritano grande considerazione, ma probabilmente dovrebbero essere analizzati insieme ad altri dati e altre variabili. Anche perché, in merito al primo aspetto, l’eccessiva – a parer mio - importanza attribuita alla presenza dei politici in televisione sembra quasi voler sottintendere che l’opinione pubblica sia in qualche modo da considerarsi come il prodotto passivo della propaganda politica sul piccolo schermo. Evidentemente non voglio mettere in discussione il potere di condizionamento dei media, il cui ruolo non può essere negato, ma certo i modi in cui quest’ultimo opera e influisce sulla formazione delle opinioni dei cittadini appare senza dubbio molto più complesso, e a volte più ambiguo, di quello che certe letture semplicistiche del fenomeno vorrebbero lasciar credere. In questo studio non ci occuperemo delle scelte di voto degli elettori, né del tempo televisivo concesso ai diversi schieramenti nel corso dell’ultima campagna elettorale. La nostra attenzione invece si concentrerà sulle opinioni politiche dei cittadini, intese questa volta in senso lato: non ci occuperemo delle preferenze partitiche degli italiani, ma entreremo nel merito delle loro idee e posizioni rispetto ai temi più importanti del dibattito politico italiano, quali l’occupazione, la criminalità, la sanità e via discorrendo. Per svolgere le nostre considerazioni ci baseremo sui dati di un’indagine del CNEL condotta nel 2000, che ha sondato l’opinione degli italiani in merito ai temi cui facevamo riferimento prima. I dati, distinti per genere, età, istruzione, occupazione e residenza, sono senza dubbio di grande interesse sociologico e consentono un’interessante riflessione sui principali fattori di condizionamento e determinazione dell’opinione pubblica. Lo sfondo teorico della nostra analisi sarà costituito dalle teorie dell’agenda setting e dell’influenza selettiva dei media. I temi saranno trattati a lungo nel corso dei successivi capitoli, ma è importante accennare brevemente a ciò di cui andremo ad occuparci. Riguardo alla funzione di agenda setting dei media l’ipotesi di base è che, soprattutto nel corso di una campagna elettorale, ci sia un rapporto di influenza diretta tra il livello di attenzione dedicato ai vari temi dai media e l’ordine delle priorità assegnato dai cittadini a quegli stessi temi. In altre parole, secondo molte ricerche che hanno adottato questo punto di vista, le questioni che i cittadini ritengono più importanti sono quelle che monopolizzano l’interesse dei grandi mezzi di informazione, e viceversa le problematiche maggiormente trascurate dai mass media finiscono per avere scarsa considerazione anche nell’agenda dei cittadini. Inoltre, secondo molti studiosi, il condizionamento sortito dai mezzi di informazione sugli elettori si trasferirebbe anche ai politici, nel senso che questi ultimi sarebbero naturalmente portati a soddisfare i bisogni e le necessità mostrate dai loro elettori. E’ bene precisare che questo ultimo aspetto è stato scarsamente indagato, e che non verrà preso in esame nel corso di questa tesi: evidentemente risulta impossibile valutare l’azione di un governo che, quando scriviamo, si è appena insediato. Riconoscere la validità dell’ipotesi teorica dell’agenda setting significa giocoforza attribuire ai media un grandissimo potere politico: il potere di determinare – o quantomeno condizionare pesantemente - l’agenda politica di governo, che verrebbe sostanzialmente dettata dalle scelte editoriali dei grandi mezzi di informazione, attraverso l’influenza indiretta esercitata da questi ultimi sui politici ( per mezzo dei cittadini ). In realtà le cose stanno diversamente e proprio analizzando attentamente i dati forniti dal CNEL è possibile rendersi conto di come non tutto sia spiegabile attraverso l’analisi dei

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