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Il fascismo e il teatro

La decisione di intraprendere questa ricerca, volta a ricostruire il comportamento del governo fascista nei confronti del teatro, è nata dal desiderio di approfondire le vicissitudini teatrali di questo periodo storico, vicissitudini che, a parer mio, meritano una particolare attenzione.
La prima fase del mio lavoro è stata quella di ricostruire i caratteri salienti dell’intervento organizzativo e politico realizzato dal fascismo, in ambito teatrale, durante il ventennio (1922 – 1942).
L’analisi si concentra sostanzialmente sugli anni Trenta, perché è proprio in questo periodo che il regime decide di intervenire direttamente sulle vicende teatrali attraverso iniziative quali il Convegno Volta e la promozione di grandi esperienze teatrali di massa all’aperto come i Carri di Tespi.
Mi sono avvalsa, oltre che dei testi, anche di importanti riviste dell’epoca e ho esaminato sia le tematiche della copiosa drammaturgia popolare di carattere nettamente fascista, non molto apprezzata né dal pubblico né dalla critica, sia i copioni del più amato e seguito “teatro d’evasione”, soffermandomi più a lungo su quelli dell’autore Aldo De Benedetti.
Ho quindi proceduto ad un’analisi accurata degli spettacoli teatrali censurati dal governo fascista, facendo luce sui motivi e sulle problematiche riscontrati nei provvedimenti presi dal censore stesso.
Ho proseguito il mio studio ponendo l’attenzione sulla figura di Mussolini come coautore di opere drammaturgiche insieme a Giovacchino Forzano. Ricerca che non è stata semplice per la scarsità del materiale, ma è stata molto interessante per conoscere e approfondire la partecipazione personale al teatro, e in particolare alla scrittura teatrale, del duce stesso.
Infine, ho completato il lavoro corredandolo con particolari immagini, fotografie e documenti funzionali ad una migliore lettura del documento.

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III Premessa La decisione di intraprendere questa ricerca, volta a ricostruire il comportamento del governo fascista nei confronti del teatro, è nata dal desiderio di approfondire le vicissitudini teatrali di questo periodo storico, vicissitudini che, a parer mio, meritano una particolare attenzione. La prima fase del mio lavoro è stata quella di ricostruire i caratteri salienti dell’intervento organizzativo e politico realizzato dal fascismo, in ambito teatrale, durante il ventennio (1922 – 1942). L’analisi si concentra sostanzialmente sugli anni Trenta, perché è proprio in questo periodo che il regime decide di intervenire direttamente sulle vicende teatrali attraverso iniziative quali il Convegno Volta e la promozione di grandi esperienze teatrali di massa all’aperto come i Carri di Tespi. Mi sono avvalsa, oltre che dei testi, anche di importanti riviste dell’epoca e ho esaminato sia le tematiche della copiosa drammaturgia popolare di carattere nettamente fascista, non molto apprezzata né dal pubblico né dalla critica, sia i copioni del più amato e seguito “teatro d’evasione”, soffermandomi più a lungo su quelli dell’autore Aldo De Benedetti.

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