Il contratto di Rete: una nuova opportunità di crescita per le nostre imprese
Il fenomeno delle reti d’impresa è stato per lungo tempo privo di una disciplina giuridica unitaria: mentre l’attivazione di un piano di collaborazione era affidata ad alcuni modelli di associazionismo (come la joint venture o le associazioni temporanee d’impresa), i rapporti di scambio di beni e/o servizi tra imprese erano regolati dalla disciplina comune dei contratti.
Di recente, tuttavia, la crescente preferenza degli operatori per il modello reticolare - dovuta a contesti economici sempre più fondati sulla conoscenza e sull’innovazione, che impongono alle singole imprese lo sviluppo di rapporti di cooperazione con altre realtà - ha indotto il nostro legislatore a disciplinare il contratto di rete. Introdotto nel nostro ordinamento dall’art. 3, commi 4-ter, quater e quinquies, del d.l. 10 febbraio 2009 n. 5, convertito dalla l. n. 33/2009, il contratto di rete è stato poi modificato dall’art. 42, commi da 2 a 2-septies, del d.l. 31 maggio 2010 n. 78, convertito con modificazioni dalla l. n. 122/2010, e dall’art. 45 del d.l. 22 giugno 2012 n. 83, convertito con modificazioni dalla l. n. 134/2012.
Si tratta di uno strumento estremamente flessibile, che è capace di adattarsi alle esigenze di imprese di ogni dimensione e settore, integrando due concetti ugualmente importanti, ma tra loro apparentemente distanti: la collaborazione imprenditoriale su programmi condivisi e il mantenimento dell’autonomia imprenditoriale.
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Informazioni tesi
Autore: | Roberta Bertagnin |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2011-12 |
Università: | Università degli Studi di Padova |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Scienze dell'economia |
Relatore: | Claudia Sandei |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 94 |
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FAQ
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