Esperienze futuriste tra Parma e Piacenza
Il Futurismo, fondato da Filippo Tommaso Marinetti nel 1909, è stato il primo significativo movimento d’avanguardia sorto in Italia. I principali centri di diffusione della neonata dottrina artistica sono stati inizialmente Milano e Roma, città legate all’esperienza di artisti di spicco come Umberto Boccioni, Giacomo Balla ed Enrico Prampolini. Tuttavia, soprattutto a partire dalla seconda metà degli anni Dieci, con l’avvento di quello che oggi viene unanimemente definito Secondo Futurismo, il movimento ha iniziato ad espandersi nella provincia trovando adesioni anche in molti centri minori. Si sono delineate così tante nuove realtà geografico-culturali che hanno contribuito ad arricchire il variegato universo futurista. Il proposito di questa tesi è proprio quello di focalizzare l’attenzione su una di queste realtà locali: il lavoro, articolato in quattro capitoli, si pone infatti come obiettivo un’indagine volta a ricostruire le esperienze futuriste vissute nelle città di Parma e Piacenza tra gli anni Dieci e gli anni Venti del Novecento.
Nel primo capitolo si fornisce una contestualizzazione storica e artistica del fenomeno e, attingendo quasi esclusivamente dai testi dei manifesti futuristi, si tenta di sintetizzare i punti teorici fondamentali del movimento marinettiano, ricostruendone al contempo le fasi salienti.
Il secondo capitolo è dedicato alle vicende di Parma nei primi anni Dieci: si è provveduto pertanto ad inquadrare l’attività del primo gruppo futurista cittadino, capitanato da Riccardo Talamazzi, e a delineare i momenti più significativi della cosiddetta “rivoluzione futurista di Parma”, scoppiata in occasione della prima serata organizzata in città con la presenza di Marinetti. In seguito si è approfondita la figura del poeta ed agitatore Renzo Provinciali, principale elemento di raccordo tra i vertici del movimento ed il gruppo locale e personaggio chiave dell’anarco-futurismo italiano.
La ricostruzione della fredda accoglienza ricevuta dal Futurismo a Piacenza è alla base del terzo capitolo, che si apre con l’analisi della posizione tradizionalista del pittore e critico d’arte Francesco Ghittoni, in polemica con la nuova generazione di artisti ed estimatori delle novità portate dall’avanguardia. Più avanti si approfondiscono le presenze futuriste in città nel biennio 1919-20, concentrate nell’Esposizione Nazionale Futurista tenuta nel ridotto del Teatro Municipale e in una conferenza di Marinetti a Palazzo Farnese nel 1920. L’attenzione converge quindi sull’esperienza de «Il Falco», prima rivista piacentina d’avanguardia, e sulla figura di Giuseppe Steiner, ufficiale mutilato, intimo amico di Marinetti, nonché poeta ed artista parolibero.
Il quarto capitolo infine è rivolto a definire l’attività avanguardistica di Giuseppe Steiner, Piero Illari ed Osvaldo Bot, le tre personalità principali del Futurismo tra Parma e Piacenza, artisti che hanno trovano un campo d’indagine comune nell’elaborazione delle sintesi grafiche di stati d’animo, originali esempi di quella fusione di poesia, grafica e pittura perseguita dal movimento, che nelle due città emiliane ha avuto risultati particolarmente interessanti.
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Informazioni tesi
Autore: | Marcello Ghiretti |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Parma |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Conservazione dei Beni Culturali |
Relatore: | Doloris Gloria Bianchino |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 252 |
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