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Marghine e turismo culturale: le opportunità dell'area di Badde Salighes

Il primo capitolo della tesi verte attorno alla storia delle ferrovie in Sardegna e alle nuove realtà d’uso delle terre che comparirono a seguito della loro costruzione. A questo proposito l’ingegnere gallese Benjamin Piercy occupa nella vicenda un ruolo di primissimo piano.
L’ingegner Piercy, spinto dalla voglia di esercitare l’attività agricola in Sardegna, concluse tra il 1879 ed il 1883 l’acquisto dei terreni della località di Badde Salighes a Bolotana e di Padru Mannu a Bortigali, entrambe site tra l’altopiano di Campeda e la catena del Marghine. Le due aziende si integravano a vicenda e Piercy creò in entrambe delle borgate rurali. L’azienda di Padru Mannu, ricchissima di acque, costituiva il baricentro della fascia pianeggiante e collinare (650 m.s.l.m.), Badde Salighes rappresentava invece il baricentro della fascia in altura dell’azienda, essendo ubicata a 800-1000 m. di altitudine. Qua l’ingegnere fece costruire un edificio che fosse d’appoggio all’attività di caccia. Alla morte di Benjamin Piercy, nel 1888, suo figlio Henry Egerton, realizzò a Padru Mannu il primo caseificio della zona e, inoltre, ristrutturò la “casa di caccia” di Badde Salighes, costruendo il primo piano della “Villa Piercy” nella quale risiederà suo fratello Benjamin Herbert quando, nel decennio successivo, quest’ultimo ereditò le proprietà del padre.
Nel secondo capitolo si ripercorre la biografia e la vicenda lavorativa dell’ingegnere, particolarmente interessanti: l’ingegner Piercy difatti, oltre all’esperienza sarda, realizzò altri progetti ferroviari sia in Galles che nella regione dell’Assam, in India.
Benajmin Piercy, inoltre, contribuì alla realizzazione della ferrovia Lucca-Pisa e lavorò a Roma ad un progetto per la canalizzazione del Tevere, programmando un piano commissionato dalla Società Acqua Marcia per l’approvvigionamento dell’acqua nella capitale. Negli ambienti romani ebbe modo di conoscere Giuseppe Garibaldi, col quale divenne intimo amico. Intorno alla figura dell’ingegnere è nata anche una leggenda, quella della principessa Kilivan, secondo la quale Benjamin Piercy avrebbe rapito e sposato la figlia di un marahjà, di nome Kilivan e dalla quale deriverebbe il nome della stazione ferroviaria di Chilivani.
Di grande importanza sono anche i diari di due dei nove figli di Piercy, cioè di Florence e Benjamin Herbert che, oltre a darci informazioni e curiosità sulla figura e sulle attività del padre, ci offrono uno spaccato della società sarda di fine Ottocento.
Nel terzo capitolo si esamina il territorio come risorsa stratificata, ponendo in primo piano proprio la località di Badde Salighes, nella quale l’ingegner Piercy realizzò, attorno alla sua casa, un bellissimo giardino all’inglese nel quale le specie autoctone quali il leccio, il tasso e l’agrifoglio si affiancano a specie esotiche quali l’ippocastano, il calocedro, il frassino maggiore, gli abeti bianchi e di Cefalonia, i cedri dell’Atlante e dell’Himalaya, i cipressi di Lawson ed i ginepri della Virginia. L’importanza del giardino, per troppo tempo ignorata, venne portata all’attenzione della comunità scientifica negli anni Cinquanta dal botanico sassarese Desole e negli anni Ottanta il Prof. Camarda propose l’istituzione dell’Orto Botanico montano che, dopo anni di attese, dovrebbe concretizzarsi a breve con la gestione della facoltà di Botanica di Sassari e questo, dopo la recente restaurazione della Villa e l’apertura della Xiloteca nei pressi del giardino, restituirebbe alla località l’attenzione che merita.
Anche nella località di Padru Mannu, nella quale è stata recentemente restaurata la piccola chiesa del Sacro Cuore, realizzata per le esigenze di culto degli abitanti dell’antico borgo, si auspicherebbe la restaurazione dei vecchi fabbricati agricoli.
Nelle vicinanze di Badde Salighes sono inoltre presenti altre località di grande importanza dal punto di vista ambientale quali Punta Palai, la vetta più alta del Marghine, la forra di Mularza Noa, che rappresenta un tratto di foresta ancestrale relitta del periodo terziario e Ortakis, nella cui località sono presenti specie endemiche rarissime. Altre località di grande interesse culturale ed ambientale sono Santa Maria 'e Sauccu (Bolotana), Monte Santu Padre (Bortigali), l’altopiano di Campeda (Macomer-Bonorva) Foresta Zuncos (Lei) e Monte Senzelo (Bolotana).
Nel quarto capitolo viene proposto un itinerario del Marghine, tramite il quale si possono visitare le località più belle ed interessanti dell’area, sia dal punto di vista ambientale che archeologico e culturale.

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9 CAPITOLO 1 Storie parallele: ferrovie in Sardegna e nuove realtà d’uso delle terre 1.1 La costruzione delle ferrovie in Sardegna Il 1800, secolo nel quale si colloca la costruzione delle ferrovie in Sardegna, fu un secolo ricco di sconvolgimenti sociali. Dopo la Rivoluzione francese la borghesia conquistò il potere in alcuni paesi dell’Europa occidentale, operando grossi cambiamenti in ambito economico grazie ai capitali che ora era in grado di procurarsi e grazie agli enormi progressi tecnologici e scientifici. I maggiori cambiamenti vi furono in particolare nel settore dei trasporti e delle comunicazioni, con la costruzione delle strade rotabili che portarono ad una riduzione notevole dei tempi di collegamento tramite le diligenze ed i carri trainati da cavalli. In Sardegna, a causa della mancanza di strade o alle loro pessime condizioni, persino i calessi venivano trainati dai buoi e un grande passo avanti per l’isola fu rappresentato dalla costruzione della Carlo Felice, progettata dall’ingegner Carbonazzi e costruita da alcuni impresari che in passato avevano lavorato per Napoleone. 1 Altra grande invenzione fu quella del motore a vapore, utile sia per i trasporti marini, sia per quelli terrestri su rotaia, sia ancora per azionare le macchine industriali. Purtroppo però non tutti i paesi e regioni europee trassero eguali benefici dalla costruzione delle strade ferrate, essenzialmente per due motivi: per mancanza di capitali e per il mancato o insufficiente sviluppo della borghesia imprenditrice. Questo causò un movimento di capitali e di capacità imprenditoriali e tecniche dai paesi in cui vi era un esubero di tali fattori verso i paesi e regioni nei quali erano assenti, ovvero dall’Inghilterra, dalla Francia e dalla Germania verso l’Italia(in particolare quella del sud). In Sardegna prima del 1861 non era stato costruito nemmeno un metro di strada ferrata (così come in Umbria, Basilicata, Calabria e Sicilia, mentre nelle altre regioni ne erano stati costruiti complessivamente 2.520 km. ), sebbene si fosse discusso della possibilità di una sua costruzione nel 1851 a Sassari, come ci testimonia Arnaldo Satta Branca. Il giornalista ricorda, infatti, come il canonico Guatierrez propose la costruzione 1 L. Del Piano, Benjamin Piercy industriale e imprenditore agricolo in Sardegna, bollettino bibliografico e rassegna archivistica e di studi storici della Sardegna, Cagliari, 1987, p: 12

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