La tortura. Un'analisi filosofico politica.
Il dibattito sulla tortura è antico almeno quanto la storia del pensiero politico. Gli attacchi terroristici dell'11 settembre 2001 hanno ridato vita ad una riflessione vasta e profonda che ha un antecedente, per qualità della discussione, soltanto in epoca illuministica, allorquando la disputa si concluse con una condanna pressoché unanime ai tormenti e al sistema penale che ne giustificava l'esistenza.
Ogni storia della tortura implica l'influenza di quattro soggetti: l'autorità, il torturatore, il torturato e l'opinione pubblica.
L'autorità contemporanea ha alle sue dipendenze il torturatore, invero, soprattutto nell'antichità, è accaduto che le stesse autorità politiche, religiose o economiche esercitassero in prima persona anche il ruolo del carnefice.
Il torturatore da mero esecutore della volontà punitiva e indagativa dell'autorità raffinerà nei secoli la sua arte, da abile manipolatore del corpo delle persone diverrà, come lo è ora, un interrogante professionista dotato di un bagaglio tecnico che spazia dall'utilizzo di tecniche barbare ad altre raffinatissime miranti perlopiù a colpire la resistenza psichica del prigioniero.
La vittima, chi si oppone ideologicamente all'autorità, se agli albori degli usi della tortura era solitamente un nemico catturato sul campo di battaglia, è stato in seguito, principalmente, il reo di lesa maestà in epoca romana, l'eretico durante il medioevo, il rivoluzionario o l'avversario politico durante il novecento e il terrorista nel nuovo millennio. La vittima della tortura è oggetto, tra le mani del torturatore, della volontà dell'autorità di punire, terrorizzare, redimere, destrutturare, annichilire ma, soprattutto, ciò che l'autorità vuole è sapere ciò che il torturato conosce.
L'opinione pubblica, ossia l'opinione della maggioranza, prese una forma strutturata in Europa durante l'Illuminismo, ovvero nel momento in cui entrarono in crisi i regimi assoluti e si formarono i moderni Stati nazionali. L'opinione pubblica avrebbe assunto un ruolo sempre più decisivo nel condizionare sia i singoli individui che il potere costituito; essa ha esercitato una forza straordinaria durante il XVIII e il XIX secolo, epoca in cui la critica intellettuale si è indirizzata con precisione contro il sistema penale inquisitoriale allora vigente. La caduta di questa arte punitiva ha portato con sé la scomparsa dell'uso legale della tortura.
I rapporti tra i quattro soggetti nei confronti della tortura sono inevitabilmente condizionati dal diritto internazionale e nazionale che, come dimostra il caso della caduta del sistema penale inquisitoriale, è incline e soggetto oltre che alla volontà dell'autorità anche, indirettamente, alla volontà dell'opinione pubblica.
Nel primo capitolo, dedicato all'autorità, ci soffermeremo sulle principali tappe storiche che hanno contraddistinto le alterne fortune della tortura, mettendo a fuoco le motivazioni date dalle autorità per sostenerne o meno l'utilizzo. In particolare analizzeremo l'uso della tortura in epoca contemporanea, in quanto interesse precipuo di questa tesi è comprendere cosa sia la tortura oggigiorno, quali funzioni abbia, quali conseguenze sugli individui e sulla società, e quali siano le giustificazioni che i suoi apologeti presentano per sostenerla ed eventualmente legalizzarla. Inoltre, in questo capitolo illustreremo la situazione giurisprudenziale attuale in merito alla tortura e alle altre pene o trattamenti crudeli, inumani e degradanti.
Nel secondo capitolo, analizzeremo la figura professionale del torturatore, dalla evoluzione del mestiere alla forma mentis che lo caratterizza fino ai suoi strumenti di lavoro. Tra quest'ultimi, nei dettagli, studieremo le due tecniche più diffuse, la deprivazione sensoriale e il dolore autoinflitto.
Nel terzo capitolo, daremo spazio alla voce di alcuni torturati. Cercheremo inoltre di capire quali siano i migliori metodi terapeutici atti a fornire la possibilità ai torturati di superare il trauma.
Nel quarto capitolo analizzeremo le tesi più valide sostenute dai contrari e dai favorevoli alla tortura.
Nella conclusione esporremo la nostra posizione in merito ad una eventuale legalizzazione della tortura all'interno di una società democratica.
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Informazioni tesi
Autore: | Ilario Damiano Caccia |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Trento |
Facoltà: | Lettere e Filosofia |
Corso: | Filosofia teoretica, morale, politica ed estetica |
Relatore: | Michele Nicoletti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 239 |
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