Vita di uno stupratore tra abusi e rieducazione
Il panico, la violenza sessuale, la masturbazione e la follia possono dipendere dalla solitudine, una solitudine totale che qualche volta ci accompagna. Questo stato d’animo naturalmente non induce in modo automatico panico, masturbazione, stupro e follia,ma può esserne l’origine. Quando la malinconia diventa disperazione, si cerca comunque un contatto o si fugge dall’Io. La natura, la solitudine, il delirio e quella sconfinata tristezza di bambino sono il contesto psicologico di Pan dove può succedere che l’istinto sessuale diventi violento. Ed è proprio su questo punto da cui partirà l’elaborato. Cosa diventa l’uomo che da libero sfogo al suo istinto sessuale perverso e senza controllo? Uno stupratore. Basandosi su quanto reperibile in diversi testi sull’argomento si cercherà di dare dapprima una definizione di stupro, spiegando poi le diverse tipologie di stupratore e come l’istinto rapace di un uomo, da qualsiasi ceto derivi o lavoro svolga, lo possa “trasformare” in un essere violento e desideroso di raggiungere e soddisfare il suo desiderio sessuale, anche se questo lo porta a ferire e denigrare la sua vittima. Verrà poi discusso come, nella maggior parte dei casi, la famiglia del futuro violentatore è caratterizzata da genitori alcolisti, disinteressati e, a volte, abusatori loro stessi; bambini presi a calci o a schiaffi e coperti di offese, semplicemente perché stanno “tra i piedi”. In seguito si parlerà delle influenze a cui sono soggetti questi individui, quali la pornografia e le loro fantasie sessuali perverse, il processo che li conduce allo stupro e alla ripetizione dell’atto. Si cercherà successivamente di identificare i probabili fattori che portano alla formazione di uno stupratore, tra i quali si possono includere le disfunzioni sessuali, strettamente correlabili alla successiva comparsa delle parafilie, disturbi dell’età evolutiva, disturbi mentali su base organica, che possono, ad esempio, essere consecutivi a un danno neurologico e disturbi mentali su base psicopatologica quali le psicosi e i disturbi di personalità. Di conseguenza l’attenzione sarà sulle parafilie che solitamente questi soggetti sviluppano in forma fantastica durante la loro formazione socio-psico-sessuale e che spesso poi si tramutano in un comportamento abitudinario necessario al raggiungimento del completo appagamento sessuale. Ne seguirà una parte riguardante il delitto di stupro come reato, il quale, in base alle nuove riforme in tema di reati sessuali, diviene un crimine contro la persona. Da qui si proseguirà con la descrizione della procedibilità del reato, ma soprattutto verranno elencati gli articoli predominanti presenti nel D.L. 23 febbraio 2009, riguardanti le misure urgenti di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale. Verrà poi illustrato come la disciplina su questa tematica viene affrontata dal codice, per poi finire con l’inserimento di alcuni dati statistici che riguardano il numero di donne che hanno subito molestie e violenze sessuali, mostrando così come, negli ultimi anni, per quanto riguarda l’Italia, questo fenomeno si stia espandendo.
L’ultima parte dell’elaborato focalizzerà l’attenzione proprio sulle conseguenze a cui va, o potrebbe andare, in contro lo stupratore. Si parte dalla situazione americana, dove alla psicoterapia, a volte, si preferisca utilizzare strumenti più invasivi quali la sterilizzazione, la castrazione chirurgica e castrazione chimica; giungendo al caso di Marina Valcarenghi, psicanalista, che per nove anni ha lavorato con un gruppo di psicoterapia, costituito da detenuti, in prevalenza stupratori, nel carcere Opera di Milano. L’elaborato si conclude analizzando e descrivendo la figura dell’educatore, figura assai vicina al reo presente in carcere. Infatti, mentre gli agenti di polizia si occupano principalmente di prevenire e controllare tutto ciò che possa mettere in pericolo l’equilibrio e l’ordine del carcere, gli educatori penitenziari tentano di instaurare rapporti con i detenuti e di creare momenti educativi e di promozione umana e culturale.
Lo stupratore non è un mostro, anche se spesso questo è il termine più usato per riferirsi a questi individui, ma è un essere umano che reagisce in maniera patologica ad alcuni eventi che segnano il corso della vita che per lui assumono un significato particolarmente negativo. Per mettere in atto una prevenzione che risulti efficace, è necessario sapere cosa si sta cercando, ed è proprio per questo motivo che è importante cercare di conoscere a fondo i violentatori e le motivazioni che li spingono ad agire in un determinato modo.
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Informazioni tesi
Autore: | Carla Callioni |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Bergamo |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Scienze dell'educazione e della formazione |
Relatore: | Alberto Zatti |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 54 |
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