Apple Inc. oltre Steve Jobs
Il 5 ottobre 2011 rimarrà certamente impresso nella memoria collettiva come il giorno in cui l’umanità ha perso un’icona e il settore dell’high tech il proprio guru. Il dolore planetario per la scomparsa di Steve Jobs è infatti paragonabile, nei miei ricordi di Millennial, solo alla tragica fine di Lady Diana.
Enfant terrible della Silicon Valley, Steve Jobs ha fondato e diretto con successo due aziende – Apple e NeXT Computers – e ne ha acquisita una terza, la Pixar Animation. Cacciato dalla prima, ha fondato la seconda e ha rilevato la terza, per poi tornare in Apple grazie al sistema operativo creato da NeXT. E’ stato definito un genio, un visionario, il Leonardo Da Vinci della nostra epoca; è stato amato e odiato, accusato di opportunismo e venerato come un semi-dio, ma ciò che va sottolineato è che questo sia avvenuto, per la prima volta nella Storia, in seguito alla scomparsa di un imprenditore.
Negli ultimi tempi ho sentito diverse lamentele riguardo all’importanza attribuita a Steve Jobs, ad Apple Inc. e alla genialità dei prodotti che nell’arco di oltre un trentennio sono scaturiti da questo rapporto simbiotico – non lo si potrebbe definire altrimenti. Probabilmente Steve Jobs non ha inventato nulla: non era un informatico, non era laureato, non sapeva disegnare – la lista sarebbe lunga. La sua genialità stava nell’abilità di ricombinare elementi già esistenti in qualcosa di nuovo o nel riuscire a guardare avanti, senza curarsi di ciò che poteva ostacolare il cammino verso il dispositivo che aveva immaginato.
Questa tesi non vuole però essere un elogio di Steve Jobs e della sua capacità imprenditoriale, ma una breve panoramica dell’importanza della leadership per la reputazione dell’impresa e per il suo successo. Nulla di tutto questo sarebbe stato possibile, infatti, se Jobs non avesse avuto alle spalle un’azienda – la sua azienda – forte e solida ma, al tempo stesso, rapida e flessibile. Apple Inc. è stata forgiata secondo i suoi canoni e a sua immagine e quando egli ne è stato allontanato, nel 1985, si è avviata verso una fase di declino; ma nel 1997 egli è riuscito a tornare e l’ha salvata.
Tutto il mondo si chiede cosa succederà ora che Steve Jobs non c’è più. Che ne sarà di Apple? Tim Cook sarà capace di mantenerla solida come Jobs l’ha resa negli ultimi anni? L’intento di questa tesi è proprio quello di delineare dei possibili scenari post-Jobs, muovendo dalla leadership e dall’azienda.
Nel primo capitolo mi occuperò del concetto di leadership e della cultura organizzativa, i due pilastri sui quali Jobs ha fondato Apple. Percorrerò le teorie della leadership dagli Anni Quaranta a oggi, trattando in particolare della leadership carismatica e della leadership visionaria – le due teorie che più si avvicinano allo stile direttivo di Steve Jobs.
Nel secondo capitolo analizzerò il rapporto particolare che lega Jobs all’azienda di Cupertino, cominciando con la storia dell’azienda per poi chiedermi come questa funzioni davvero. Analizzerò quindi elementi importanti quali immagine, reputazione, mission, vision e così via, fino a giungere nuovamente alla cultura organizzativa stessa. Studierò poi i tratti unici e distintivi di Jobs, insiti nell’azienda: focalizzazione, dispotismo, perfezionismo, elitismo, passione e inventiva.
Nel terzo capitolo solleverò la questione più spinosa, cioè la vita in Apple dopo la scomparsa di Steve Jobs: l’azienda e il suo fondatore coincidono o essa può sopravvivergli? Analizzerò quindi le mosse di Steve Jobs nel preparare l’azienda alla sua scomparsa e il suo successore nel ruolo di CEO: Tim Cook.
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Informazioni tesi
Autore: | Margarethe Nitzsche |
Tipo: | Tesi di Laurea Magistrale |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Milano |
Facoltà: | Scienze Politiche |
Corso: | Comunicazione d'impresa |
Relatore: | Franco Guzzi |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 192 |
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