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E' possibile contenere il rischio di cambio nonostante la crescente volatilità nei mercati internazionali? Strategie diverse per obiettivi di investimento diversi.

L’obiettivo della dissertazione è quello di fornire al lettore una visione completa e innovativa del modo in cui il tasso di cambio può influenzare gli investimenti effettuati in valuta estera, offrendo delle soluzioni per contrastare la volatilità del tasso di cambio che potrebbe compromettere le performance degli investimenti.
In particolare, dopo aver evidenziato le componenti che determinano il tasso di cambio nel breve e nel lungo periodo (sezione 2), sono state chiarite le ragioni per le quali gli strumenti finanziari collocati all’estero possono risultare più attrattivi e i possibili modi con i quali si può trarre vantaggio dall’apertura di posizioni su questi strumenti.
Si tratta di tre particolari situazioni. La prima è la più semplice in quanto consiste nella scelta di un deposito in valuta locale contro un deposito collocato all’estero con lo stesso grado di rischio e di liquidità (sezione 3). Attraverso le analisi delle serie storiche dei tassi di interesse, di inflazione e di cambio, si è verificato che i due investimenti analizzati hanno prodotto lo stesso risultato dall’inizio della serie storica fino al novembre del 2005. Perciò per l’investitore è risultato essere indifferente la scelta del deposito. Successivamente, uno dei due depositi ha avuto una performance migliore a causa dell’apprezzamento della sua valuta. Secondo la teoria della parità scoperta dei tassi di interesse, questa valuta sarà destinata a deprezzarsi nel lungo termine e i due investimenti torneranno in equilibrio.
La seconda situazione per la quale investire all’estero poteva risultare conveniente era quella del “carry trade” (sezione 4 - 4.4). Si tratta di un’operazione finanziaria con la quale ci si approvvigiona di fondi in un paese a costo del denaro basso per poi impiegarli in un paese con alti tassi di interesse. In questo caso la strategia è svolta su tre differenti coppie di valute, dal periodo che va dal luglio 2003 al luglio 2011.
Imponendo due vincoli molto restrittivi per poter operare, è stato verificato che la strategie è stata vincente in tutti i periodi nei quali sono stati rispettati i vincoli. Perciò attraverso una analisi preliminare è stato possibile evitare ingenti perdite che si sarebbero verificate nel 2008, 2009 e 2010.
La terza e ultima situazione per la quale investire all’estero può risultare conveniente è quella dell’apertura di un portafoglio diversificato di posizioni (sezione 4.5 - 4.7). In questo caso, oltre alla detenzione di un certo numero di titoli che appartengono a diverse asset class, è possibile ridurre la correlazione tra i diversi asset e dunque il rischio totale del portafoglio in due modi. Il primo è quello di effettuare la “diversificazione internazionale” cioè di investire in titoli di diversi paesi e dunque denominati in diverse valute. Il secondo è quello di introdurre nel portafoglio una strategia “valutaria” molto complessa a sua volta poco correlata con gli altri titoli.
E’ stato verificato che grazie al contributo di questa strategia e alla bassissima correlazione tra gli asset, il portafoglio è stato sempre in utile nei due sottoperiodi considerati (2001/2006 – 2007/2011).

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Università Carlo Cattaneo – LIUC – Laurea Magistrale in Economia Aziendale Michele Madaio 4 4 1. INTRODUZIONE L’obiettivo di questa dissertazione sarà quello di fornire al lettore una visione completa e innovativa del modo in cui il tasso di cambio può influenzare gli investimenti effettuati in valuta estera. In particolare, dopo aver evidenziato le componenti che determinano il tasso di cambio nel breve e nel lungo periodo (sezione 2), si chiariranno le ragioni per le quali gli strumenti finanziari collocati all’estero possono risultare più attrattivi e i possibili modi con i quali si può trarre vantaggio dall’apertura di posizioni su questi strumenti. Si tratta di tre particolari situazioni che saranno analizzate dettagliatamente. La prima è la più semplice in quanto si tratterà di scegliere se investire in depositi del proprio paese o in depositi collocati all’estero (sezione 3). Attraverso le analisi delle serie storiche dei tassi di interesse, di inflazione e di cambio, si verificherà la bontà della teoria della parità scoperta dei tassi di interesse che afferma che un mercato valutario è in equilibrio quando i depositi denominati in tutte le valute, a parità di rischio e di grado di liquidità, offrono lo stesso rendimento atteso. Per questo motivo saranno scelti i depositi denominati in marchi tedeschi e in dollari statunitensi dal 1972 al 1998. Successivamente i depositi tedeschi saranno sostituiti con quelli denominati in euro. Alla fine della sezione, con gli output ottenuti da un orizzonte temporale di ben quaranta anni sarà effettuata una previsione a medio termine sul tasso di cambio euro/dollaro statunitense. La seconda situazione per la quale investire all’estero può risultare essere conveniente è quella del “carry trade” (sezione 4 - 4.4). Si tratta di un’operazione finanziaria con la quale ci si approvvigiona di fondi in un paese a costo del denaro basso per poi impiegarli in un paese con alti tassi di interesse. In questo caso la strategia sarà svolta su tre differenti coppie di valute, dal periodo che va dal luglio 2003 al luglio 2011. Si tratterà dunque di una operazione molto più speculativa e rischiosa della precedente soprattutto perché in questo caso il periodo di detenzione delle posizioni sarà molto più breve (sei o dodici mesi).

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