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Allattare al seno oggi. La difficile opzione tra maternità e ruolo sociale della donna

L’allattamento materno, oggi come in passato, è considerato il modo normale di alimentare i bambini, un atto naturale e pratico: protegge il neonato dalle infezioni, è privo di germi pericolosi, è a portata di mano e sempre pronto all’uso.
La mamma allattando il neonato riduce il proprio rischio di infarto, lo sviluppo di cardiopatie, di ictus, tumore mammario e osteoporosi.
Al seno, il bambino trova l’amore e la sicurezza necessari per un corretto sviluppo psicofisico.
Allattando la mamma, prende coscienza del legame profondo con suo figlio e di quanto il suo bambino dipenda da lei: è un modo per accudirlo, confortarlo e fargli percepire quanto grande è il suo amore.
In particolare, l’allattamento al seno, può essere considerato una pratica abbastanza comune, che si ripete diverse volte in una giornata e se sperimentato costantemente dal bambino, crea le basi per lo sviluppo di un sé autonomo e scoraggia l’insorgenza di disturbi psicologici futuri.
Come altre nazioni, anche l’Italia è ancora lontana dalle indicazioni internazionali, in particolare dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.) e dell’UNICEF, che raccomandano come nutrimento per i bambini soltanto latte materno sino al sesto mese di vita compiuto.
Oggi, ci si è resi conto di come l’allattamento al seno possa rappresentare per molte donne un ostacolo e di come spesso la scelta di ricorrere all’allattamento artificiale sia motivata dalla non conoscenza circa l’allattamento al seno.
Nella tesi si cercherà di mettere in luce come l’allattamento al seno sia sotto stretto controllo sociale, culturale e politico e come questi fattori ne possono condizionare il successo o il fallimento.
Inoltre si prenderà in esame il comportamento degli educatori nei confronti della donna, futura madre e di come essi debbano favorire un idoneo stato psico-fisico della nutrice durante l’allattamento al seno, ai fini di recuperare il valore di questa pratica per poterla classificare come miglior alimento per il neonato nei primi sei mesi di vita.

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4 Introduzione L’allattamento materno, oggi come in passato, è considerato il modo normale di alimentare i bambini, un atto naturale e pratico: protegge il neonato dalle infezioni, è privo di germi pericolosi, è a portata di mano e sempre pronto all’uso. La mamma allattando il neonato riduce il proprio rischio di infarto, lo sviluppo di cardiopatie, di ictus, tumore mammario e osteoporosi. Alcuni ricercatori, analizzando circa 140 mila donne in età post-menopausa, hanno scoperto che le madri che avevano allattato per oltre un anno erano il 10% meno a rischio di sviluppare queste patologie rispetto a chi aveva sempre usato il biberon o latte in polvere. Vari ricercatori, inoltre, hanno notato che l'impatto positivo dell'allattamento sulla salute della mamma dura per decenni. Inoltre allattare al seno il bambino attaccare il piccolo al seno per oltre un anno riduce del 12% il pericolo di ipertensione e del 20% circa quello di diabete e colesterolo alto per la madre. Al seno, il bambino trova l’amore e la sicurezza necessari per un corretto sviluppo psicofisico. Allattando la mamma, prende coscienza del legame profondo con suo figlio e di quanto il suo bambino dipenda da lei: è un modo per accudirlo, confortarlo e fargli percepire quanto grande è il suo amore. Gran parte delle ricerche in campo psicologico che si sono occupate delle prime fasi dello sviluppo infantile hanno preso in considerazione il ruolo della relazione genitore/bambino, con particolare riferimento all’allattamento al seno, per la crescita di una personalità “sana”. Si è messo in luce, oltre alle complesse competenze percettive e cognitive dei bambini, anche le precoci capacità relazionali, sottolineando l’importanza degli scambi affettivi ed emotivi tra il piccolo e le persone che si prendono cura di lui. In particolare, l’allattamento al seno, può essere considerato una pratica abbastanza comune, che si ripete diverse volte in una giornata e se sperimentato costantemente dal bambino, crea le basi per lo sviluppo di un sé autonomo e scoraggia l’insorgenza di disturbi psicologici futuri. Un genitore che riesce a comprendere i segnali di fame-sazietà del suo

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