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Trasformazioni, Disuguaglianze, Identità: Il XXI secolo cinese visto dal basso

Si parla comunemente di Cina oggi come di un Paese dalla svettante economia. Megalopoli crescono come funghi, fast food spuntano a milioni, ed i nuovi ricchi comprano prodotti di lusso made in Italy.
La Cina del XXI secolo ha scelto di mostrare sul palco del mondo una facciata ricca ma parziale, e nasconde nel retroscena ampie zone d’ombra. Disuguaglianze sociali allarmanti nelle città, povertà estrema nelle campagne; notizie di disastri ambientali fuoriescono dai confini della Repubblica Popolare e fanno il giro del mondo.1 Si disgrega così l’idea di una Cina meccanicamente infallibile, di un Paese che negli ultimi anni è stato considerato un box di efficienza finanziaria. La mappatura economica tracciata trenta anni fa, allorchè si lanciava la liberalizzazione dei commerci per conseguire lo sviluppo ad ogni costo non è più sostenibile. I costi ambientali sono stati troppo elevati ed hanno condotto ad un impazzimento dell’ecosistema. Piogge acide, desertificazione, falde acquifere contaminate hanno portato il settore agricolo sull’orlo del collasso. E lo sfuttamento umano pesa forse ancora di più sulla bilancia; un sistema di produzione a basso costo che è stato costruito sull’imposizione di condizioni lavorative alienanti, disumane.

Una delle maggiori preoccupazioni del Governo è il mantenimento di stabilità sociale in un’epoca in cui il divario tra città e campagna si acuisce, e si ingrossano flussi di lavoratori migranti che fuggono dalle zone rurali per riversarsi in quelle urbane (流动人口, liudong renkou, la cosiddetta “popolazione fluttuante” definiti anche 民工 mingong ). Motore di tali spostamenti è la speranza di un migliore tenore di vita, o nei casi estremi la ricerca di possibilità lavorative per sopravvivere.

Anni di migrazione hanno determinato uno spopolamento delle campagne con ripercussioni negative sull’attività agricola; nelle aree urbane ed industriali invece il sovrappopolamento e le disuguaglianze di reddito hanno determinato profonde discrepanze sociali e tensioni endemiche.
La diffusione delle moderne tecnologie ed il flusso di informazioni in tempo reale rendono chiare agli occhi di tutti le disparità esistenti, e questo incrina ulteriormente i già precari equilibri sociali. Nel frattempo giornali e televisione discutono dei problemi ambientali, con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica alla questione dello sviluppo sostenibile.

Molte sono le spie che rivelano la fragilità del sistema; crisi del settore agricolo, disuguaglianze, sfruttamenti e disordini nelle campagne e nelle città. La leadership della RPC è consapevole di essere alla guida di una macchina dai circuiti scoperti, ed è alla cerca di provvedimenti che salvino dalla crisi del presente.

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INTRODUZIONE: CREPATURE NEL SISTEMA Pechino 2008: Olimpiadi. Shanghai 2010: Expo. Si parla comunemente di Cina oggi come di un Paese dalla svettante economia. Megalopoli crescono come funghi, fast food spuntano a milioni, ed i nuovi ricchi comprano prodotti di lusso made in Italy. La Cina del XXI secolo ha scelto di mostrare sul palco del mondo una facciata ricca ma parziale, e nasconde nel retroscena ampie zone d’ombra. Disuguaglianze sociali allarmanti nelle città, povertà estrema nelle campagne; notizie di disastri ambientali fuoriescono dai confini della Repubblica Popolare e fanno il giro del mondo. 2 Si disgrega così l’idea di una Cina meccanicamente infallibile, di un Paese che negli ultimi anni è stato considerato un box di efficienza finanziaria. La mappatura economica tracciata trenta anni fa, allorchè si lanciava la liberalizzazione dei commerci per conseguire lo sviluppo ad ogni costo non è più sostenibile. I costi ambientali sono stati troppo elevati ed hanno condotto ad un impazzimento dell’ecosistema. Piogge acide, desertificazione, falde acquifere contaminate hanno portato il settore agricolo sull’orlo del collasso. E lo sfuttamento umano pesa forse ancora di più sulla bilancia; un sistema di produzione a basso costo che è stato costruito sull’imposizione di condizioni lavorative alienanti, disumane. Lo sviluppo economico basato sull’attuazione del modello tecnico-secolare postmoderno di matrice occidentale ha prodotto una società spersonalizzata nell’identità e sempre più polarizzata. Ma quel sistema che non valorizza l’umanità prima o poi si rivolta contro se stesso, implode. Le popolazioni racchiuse nella Nazione cinese scuotono il gigante con spinte centrifughe, ed il divario tra ricchi e poveri si fa sempre più difficile da gestire. Una delle maggiori preoccupazioni del Governo è il mantenimento di stabilità 2 中华人民共和国 zhonghua renmin gongheguo è il termine cinese utilizzato per indicare il concetto di RPC, Repubblica Popolare Cinese. 6

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Informazioni tesi

  Autore: Marta Senesi
  Tipo: Laurea II ciclo (magistrale o specialistica)
  Anno: 2010-11
  Università: Università degli Studi di Bologna
  Facoltà: Lettere e Filosofia
  Corso: Lingue e letteratura afroasiatiche
  Relatore: Sabrina Ardizzoni
  Lingua: Italiano
  Num. pagine: 124

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