INTRODUZIONE:
CREPATURE NEL SISTEMA Pechino 2008: Olimpiadi. Shanghai 2010: Expo.
Si parla comunemente di Cina oggi come di un Paese dalla svettante economia.
Megalopoli crescono come funghi, fast food spuntano a milioni, ed i nuovi ricchi
comprano prodotti di lusso made in Italy.
La Cina del XXI secolo ha scelto di mostrare sul palco del mondo una facciata ricca
ma parziale, e nasconde nel retroscena ampie zone d’ombra. Disuguaglianze sociali
allarmanti nelle città, povertà estrema nelle campagne; notizie di disastri ambientali
fuoriescono dai confini della Repubblica Popolare e fanno il giro del mondo.
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Si
disgrega così l’idea di una Cina meccanicamente infallibile, di un Paese che negli
ultimi anni è stato considerato un box di efficienza finanziaria. La mappatura
economica tracciata trenta anni fa, allorchè si lanciava la liberalizzazione dei
commerci per conseguire lo sviluppo ad ogni costo non è più sostenibile. I costi
ambientali sono stati troppo elevati ed hanno condotto ad un impazzimento
dell’ecosistema. Piogge acide, desertificazione, falde acquifere contaminate hanno
portato il settore agricolo sull’orlo del collasso. E lo sfuttamento umano pesa forse
ancora di più sulla bilancia; un sistema di produzione a basso costo che è stato
costruito sull’imposizione di condizioni lavorative alienanti, disumane.
Lo sviluppo economico basato sull’attuazione del modello tecnico-secolare
postmoderno di matrice occidentale ha prodotto una società spersonalizzata
nell’identità e sempre più polarizzata. Ma quel sistema che non valorizza l’umanità
prima o poi si rivolta contro se stesso, implode. Le popolazioni racchiuse nella
Nazione cinese scuotono il gigante con spinte centrifughe, ed il divario tra ricchi e
poveri si fa sempre più difficile da gestire.
Una delle maggiori preoccupazioni del Governo è il mantenimento di stabilità
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中华人民共和国 zhonghua renmin gongheguo è il termine cinese utilizzato per indicare il
concetto di RPC, Repubblica Popolare Cinese.
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sociale in un’epoca in cui il divario tra città e campagna si acuisce, e si ingrossano
flussi di lavoratori migranti che fuggono dalle zone rurali per riversarsi in quelle
urbane ( 流动人口, liudong renkou, la cosiddetta “popolazione fluttuante” definiti
anche 民工 m ingong ). Motore di tali spostamenti è la speranza di un migliore
tenore di vita, o nei casi estremi la ricerca di possibilità lavorative per sopravvivere.
Anni di migrazione hanno determinato uno spopolamento delle campagne con
ripercussioni negative sull’attività agricola; nelle aree urbane ed industriali invece il
sovrappopolamento e le disuguaglianze di reddito hanno determinato profonde
discrepanze sociali e tensioni endemiche.
La diffusione delle moderne tecnologie ed il flusso di informazioni in tempo reale
rendono chiare agli occhi di tutti le disparità esistenti, e questo incrina ulteriormente
i già precari equilibri sociali. Nel frattempo giornali e televisione discutono dei
problemi ambientali, con l’intento di sensibilizzare l’opinione pubblica alla
questione dello sviluppo sostenibile.
Molte sono le spie che rivelano la fragilità del sistema; crisi del settore agricolo,
disuguaglianze, sfruttamenti e disordini nelle campagne e nelle città. La leadership
della RPC è consapevole di essere alla guida di una macchina dai circuiti scoperti, ed
è alla cerca di provvedimenti che salvino dalla crisi del presente.
C’è però un altro problema sommerso, invisibile agli occhi ma chiaramente
percepibile, che corre lungo la spina dorsale della Repubblica Popolare. Si tratta di
una questione che precede l’attuazione delle riforme del 1978, che precede l’epoca di
Mao 3
ed anche la rivoluzione del 1911
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; una questione che corre indietro nella storia
fino al contatto tra due mondi: oriente-occidente.
La questione dell’identità culturale nella Cina contemporanea presenta una
sovrapposizione di piani: incontro con lo straniero, modernità, mescolanza, recupero
delle tradizioni, ma soprattutto bisogno di una radice, di un nucleo, di un contenuto.
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毛泽东 Mao Zedong “Il Grande Timoniere”. Ha guidato la Lunga Marcia ed è stato leader della
Repubblica Popolare Cinese (RPC) dal giorno della fondazione, il 1 Ottobre 1949 fino alla sua
morte avvenuta nel 1976.
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Nel 1911 è stato deposto dal trono l’ultimo imperatore, Pu Yi . Questa data segna la fine del
millenario impero cinese e l’inizio di un periodo travagliato per la storia della Cina, che porterà
alla fondazione della RPC nel 1949.
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La corsa sfrenata verso una modernità schiava del mercato e dimentica della
tradizione ha portato allo smarrimento della rotta; la Cina di oggi è una barca senza
bussola esposta ai flutti del consumismo. In una società in cui non si perseguono
ideali di giustizia, in cui tutto è “merce”, in cui il valore si misura sulla base del
possesso gli equilibri sono assai precari. Il risultato è stratificazione, polarizzazione,
ed il rischio di un collasso del sistema si fa molto forte.
Wang Hui 5
afferma che nell’epoca delle interdipendenze globali non è possibile
parlare di problematiche locali senza che esse siano inquadrate in un contesto più
ampio. La Cina del XXI secolo è parte di un sistema complesso, e la sua crisi deve
essere letta come uno dei fasci di luce che irradiano dal medesimo prisma planetario.
Come ai tempi di Lu Xun 6
la crisi che attanaglia la Cina dei nostri giorni è sia
materiale che culturale, per questo anche oggi è necessario ripartire dall’anima per
sanare il corpo della Nazione malata.
L’obiettivo è trovare un’etica dello sviluppo che attinga dalla sapienza tradizionale e
sia nuovo fondamento per la costruzione di una società armoniosa non solo nella
retorica, ma nella verità dei fatti.
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5
Wang Hui 汪晖 (1959-) è attualmente docente di Lingua e Letteratura cinese presso l’Università
Qinghua di Pechino 清华大学 Qinghua Daxue ; è stato per dieci anni direttore di 读书 Dushu,
rivista di letteraria con larghissima diffusione entro i confini della RPC. E’ considerato uno dei
pensatori più liberi e rivoluzionari della Cina contemporanea.
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Lu Xun 鲁迅 (1881-1936) è stato definito il Padre della Cina moderna; dopo un soggiorno
giovanile in Giappone abbandonò gli studi di medicina convinto del fatto che per la Cina
dell’epoca fosse prioritario sanare la “l’anima” prima del corpo. Si dedicò alla scrittura con
l’intento di scavare nella sfera culturale e scoprire la radice nascosta delle problematiche sociali
del tempo.
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和谐 hexie significa “armonioso”. Nella retorica politica cinese si usa spesso questo termine, di
origine confuciana, per indicare gli obiettivi da conseguire al livello sociale.
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1. L’ESODO VERSO LE CITTA’:
FENOMENI MIGRATORI NELLA CINA DEL XXI
SECOLO Zhu Xianmin ,
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1984, Beijing. Lavoratori migranti in piazza Tian’anmen .
"。。。那我们的人生路在哪?很多时候我们就会就像一个无家可归的魂魄, 到处漂泊。"
“…Dove deve andare dunque la nostra vita?
Sembriamo anime senza dimora che vagano da un luogo all’altro.”
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8
Zhu Xianming è fotografo, e presidente dell’Associazione Nazionale di Fotografi Cinesi e
Docente presso l’Accademia d’Arte di Pechino.
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“Na women de renshenglu zai nar?Hen duo shihou women jiu hui jiuxiang yige wujia kegui de
hunpo, daochu piaobo.” Shandong Erni. 2010. Traduzione dal cinese della scrivente. Vedi il
paragrafo 4.3.
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La Cina non è solamente un gigante dal PIL che cresce del 10% ogni anno. Vi sono
forti disuguaglianze causate da una distribuzione squilibrata della ricchezza, con la
quasi totalità delle aree rurali estremamente arretrate ed una forte contrapposizione
tra benessere e povertà nei grandi centri urbani. Dati statistici dimostrano infatti che
il divario tra strati ricchi e poveri della popolazione si acuisce; uno studio della
Banca Mondiale sull’evoluzione economica della Cina nel periodo che va dal 2001
al 2003, rivela che ben 130 milioni di persone videro il proprio reddito decrescere del
2,4%, mentre il 16% dei cinesi benestanti si arricchivano ancora del 10% .
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La scelta di andarsene ( 出去 c huqu) appare oggi necessaria per i giovani nati nelle
campagne della RPC perché restare nelle aree rurali significherebbe rassegnarsi ad
una vita costruita sul minimo, senza prospettive di crescita. I flussi migratori
all'interno della Repubblica Popolare, oggi tanto imponenti da sfuggire al controllo
delle autorità sono “una conseguenza dell’evoluzione economica”.
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Nel 1958 il Governo Cinese approvò un sistema di registrazione ( 户口 huk ou ) che
assegnava a ciascun cittadino una residenza rurale o urbana. La residenza cittadina
garantiva una serie di benefici fra cui lavoro, casa, buoni per alimenti razionati ed
altro, mentre la residenza rurale legava alla terra senza offrire sussidi.
Con l’avvento delle Riforme Economiche del 1978 furono introdotte nelle campagne
tecniche di coltivazione moderne, e la produzione agricola aumentò enormemente
grazie all’uso massiccio di fertilizzanti. Si conferì alle famiglie stanziate nelle aree
rurali un maggiore grado di autonomia rispetto al passato, e dove in precedenza il
raccolto doveva essere fornito interamente allo Stato, ora gli agricoltori vedevano
riconoscersi la possibilità di gestire autonomamente il loro surplus, ad esempio
tramite la vendita privata di una parte del raccolto ottenuto.
10
Chen Guidi e Wu Chuntao, 2007. Il libro-inchiesta tradotto in Italiano con il titolo Può la barca
affondare l’acqua, censurato in Repubblica Popolare, narra le vicende di vita degli agricoltori
nella Cina contemporanea.
11
Chang Lesile T., 2010, p. 21. Chang è giornalista americana di origini cinesi; ha trascorso dieci
anni nella Cina industriale del Sud lavorando come corrispondente del Wall Street Journal . Dagli
incontri con giovani lavoratrici di fabbrica è nato il libro Operaie.
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Attraverso una direttiva del 1984, il Governo permise poi agli agricoltori di
trasferirsi in conglomerati urbani all’interno delle aree rurali; da allora le migrazioni
verso i centri urbanizzati sono cresciute in modo esponenziale e statistiche recenti
hanno rivelato che nella Cina di oggi la massa di lavoratori migranti sfiora le 150
milioni di unità. Alcuni studiosi affermano che nelle grandi città come Pechino e
Shanghai i lavoratori migranti senza permesso di residenza hanno raggiunto oggi un
quarto della popolazione totale, e sono causa di una notevole instabilità sociale.
Ma dal punto di vista esclusivamente “numerico” dello sviluppo economico le
migrazioni sono considerate il carburante della crescita cinese; infatti lo spostamento
di masse di diseredati verso le metropoli industriali del sud ha significato per gli
imprenditori un’enorme disponibilità di forza lavoro a basso costo.
Le persone sono state il combustibile della macchina produttiva; il miracolo
economico cinese è stato costruito sulla disperazione dei più poveri.
1.1 LA QUESTIONE DELL’ HUKOU
Sotto l’attuale sistema di registrazione ( 户口 hukou) gli 800 milioni di residenti
delle campagne sono trattati come cittadini di seconda classe. Sono privati del diritto
di stabilirsi nelle aree urbane, dell’assistenza sanitaria e delle agevolazioni di base
fornite dal Governo ai loro più fortunati concittadini. I benefici di cui i residenti
urbani hanno goduto grazie all’istituzione del sistema di registrazione spaziano
dall’acquisto di un pass per i mezzi di trasporto alla possibilità di iscrivere i propri
figli nelle scuole pubbliche cittadine.
Negare il cambio di residenza ai lavoratori migranti significa impedire loro l’accesso
alle migliori occupazioni lavorative nelle zone urbane, dove sono pertanto destinati
agli ultimi posti. Questa “apartheid” sociale si costruisce esclusivamente sulla
casualità del luogo di nascita, ed è istituzionalizzato dal sistema dell’ hukou che
determina la creazione di città con mura invisibili 12
. Il sistema di registrazione è
12
Peter Alexander and Anita Chan, 2004.
12
pertanto causa di disuguaglianza, motivo di stratificazione sociale e di violazione dei
diritti umani nella Cina di oggi.
Nel 1994 sul South China Morning Post apparve un articolo che presagiva
l’abolizione dell’hukou, e da allora la notizia è periodicamente riapparsa sulle più
influenti testate giornalistiche cinesi ed occidentali. L’ International Herld Tribune si
è spinto ad affermare che l’attuazione dalla riforma avrebbe posto fine a molte
disuguaglianze, ed avrebbe introdotto retribuzioni regolamentari per i lavoratori
migranti.
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1.2EPISODI DI BRUTALITA’
Nel Marzo 2003 la polizia del Guangzhou arrestò un giovane laureato proveniente da
Wuhan e legalmente impiegato in un’azienda locale. Sun Zhigang aveva un hukou
urbano ma non era in regola per la residenza nella provincia del Guangzhou; fu
pertanto arrestato, picchiato violentemente e rimpatriato con la forza. I suoi colleghi
pubblicizzarono la vicenda tramite internet ed il caso fu reso noto da alcuni
giornalisti del 南方都市报 Nanfang Dushi Bao , che finirono poi agli arresti.
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Di fronte a questo caso di violenza collegato al sistema dell’ hukou , la leadership di
Pechino tentò di mantenere il favore dell’opinione pubblica attraverso l’arresto degli
ufficiali di polizia responsabili della vicenda e tramite una revisione della legge
relativa al rimpatrio forzato degli immigrati irregolari.
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I centri d’arresto e rimpatrio
furono rinominati “stazioni d’assistenza” ed agli ufficiali di polizia fu intimato di
applicare le leggi relative al sistema di registrazione senza ricorrere alla violenza.
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In passato i lavoratori migranti hanno nutrito il boom economico cinese con vendita di forza
lavoro in cambio di stipendi irrisori. Alcuni osservatori affermano che l’abolizione del sistema
dell’ hukou potrebbe estirpare la radice di molti problemi sociali, politici ed economici.
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L’episodio di violenza di cui è stato protagonista Sun Zhigang è riportato nello studio di Wang
Fei-Ling sulla riforma dell’ hukou, e l’articolo è stato pubblicato nel 2010 nel testo edito da Martin
King Whyte One Country, two societies. Rural Urban Inequality in Contemporary China. Martin
King Whyte è Docente di Sociologia ad Harvard. Si interessa di mutamento sociale nella Cina
contemporanea.
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La normativa originaria risaliva al 1982 Measures of Detaining and Repatriating Floating and
Begging People in the cities e fu sostituita da due nuove leggi: Measures on Repatriation of
Urban Homeless Beggars e Measures on Managing and Assisting Urban Homeless Beggars
without Income .
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