Il piano di riparto nel fallimento.
I presupposti del fallimento sono principalmente due: uno di tipo soggettivo (imprenditore commerciale) già trattato nell' introduzione, l' altro di tipo oggettivo (stato di insolvenza). Ai fini della trattazione del presente capitolo appare necessario soffermarsi brevemente sul secondo presupposto. Secondo quanto riportato dal vocabolario Treccani, un credito (dal latino crèditum ovvero ciò che è affidato) è definito come “cessione di beni o denaro da parte del creditore contro la promessa da parte del debitore di una controprestazione futura”. Ciò che ne deriverà, pertanto, sarà un debito (dal latino dèbitus, essere obbligato) ossia “l’obbligo di adempiere ad una determinata prestazione”.
L’impossibilità di eseguire la controprestazione di cui sopra, l’insolvenza appunto, genera la nascita di innumerevoli strumenti che il legislatore fornisce al creditore insoddisfatto per ottenere una controprestazione economica adeguata, anche se talvolta parziale.
Un primo, importante, strumento viene fornito dall’art. 2740 c.c., che recita al
primo comma “Il debitore risponde dell’adempimento delle obbligazioni con tutti i suoi beni presenti e futuri”. Tale principio viene denominato “principio dell’universalità” della responsabilità patrimoniale secondo il quale nessun bene, presente e futuro, del debitore sfugge alla funzione di garanzia dell’obbligazione, la quale troverà soddisfazione tramite la trasformazione in denaro dei beni che si trovano nel patrimonio del soggetto obbligato.
La situazione si complica qualora il patrimonio del debitore, ovvero l’universalità dei suoi beni presenti e futuri, risulti inferiore all’ entità dell’ obbligazione contratta, oppure semplicemente questi non sia in grado di reperire autonomamente le risorse necessarie all'estinzione del debito. In tal caso, uno o più creditori potranno far nascere, con l’ ausilio del Tribunale e tramite tutte le procedure del caso, una procedura concorsuale (dal latino concursus, concorrere) nella quale due o più creditori cercheranno di aggredire il patrimonio del debitore per raggiungere la propria soddisfazione economica.
Il presente lavoro è pertanto volto ad analizzare sinteticamente le dinamiche riguardanti i privilegi e la distribuzione delle somme in un riparto fallimentare. Per raggiungere lo scopo prefissato si è cercato di coniugare semplicità di linguaggio con richiami della dottrina e della giurisprudenza, integrando il tutto con esempi pratici volutamente semplificati.
Data la vastità della materia, ci si è concentrati maggiormente sulla figura centrale
del curatore nel procedimento di riparto, suddividendo il lavoro in tre parti. Nel capitolo primo si tratta la natura dei privilegi, suddividendoli secondo la causa o l' oggetto, accentuando la loro natura ed abbozzando le prime "gerarchie" tra di essi; nella seconda parte ci si è addentrati nell' illustrazione delle graduatorie dei privilegi mobiliari ed immobiliari disciplinate dal Codice Civile; per poi introdurre il lettore nella terza parte, la più pratica, con piccoli esempi di calcolo ed imputazione delle spese, di ripartizione delle risorse ed alcuni approfondimenti specifici su piccole grandi problematiche, caratteristiche nel normale decorso della Procedura.
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Informazioni tesi
Autore: | Giacomo Andreoletti |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Bergamo |
Facoltà: | Economia |
Corso: | Economia, innovazione e organizzazione delle imprese nei mercati globali |
Relatore: | Federico Clemente |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 192 |
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