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ID: Interior Density. Teorie e pratiche visive il cui protagonista è il corpo. Forma e contenuto, oggetto-soggetto, identità e differenza.

Dalla storia dell'arte alla cultura visuale: racconto di un passaggio, dal moderno al postmoderno, attraverso continuità e fratture. Pratiche visive, teoriche e artistiche, sorte nell'ambito della critica femminista, intorno al concetto di identità come différance, come complessità (con esempi di performance poco o nulla storicizzate, seguiti da interviste). Protagonista del racconto il corpo: lo spazio politico più denso, in quanto metafora e sostanza, oggetto e soggetto, forma e contenuto. Chiasmo di una visual culture, che ingloba la storia dell'arte e del cinema, ma anche la fotografia, la pubblicità, i nuovi media; pemettendo di esaminare la costruzione visiva del sociale e la costruzione sociale della visione. La prospettiva analitica adottata contempla quindi in primis la critica artistica, ma incorporandola nella critica culturale.

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Modi di vedere 3 . La più antica storia del mondo. «Allora interpretare è interpretare delle interpretazioni, e in questo senso è già un cambiare le cose, "cambiare la vita". » Gilles Deleuze 4 Il rapporto con il mondo, con il sè e l'altro, è strutturato e mediato dai segni. Il nostro pensiero si articola semioticamente, per cui la stessa percezione del nostro corpo, sessuato, non è immediata e diretta, ma influenzata da un reticolo di iscrizioni che ne costituiscono la materialità storica. Il nostro corpo è stato letto e interpretato dagli altri prima che da noi stessi, ciò condiziona non solo il nostro modo di rifletterci, ma anche di sentire. La questione dello sguardo è legata a dei codici sociali. È una questione storica, genealogica. Come la storia, lo sguardo non è mai innocente, bensì culturalmente determinato, socialmente regolato. I codici del gaze sono sottilmente importanti nei rapporti di genere 5 , oltre che in quelli razziali, etnici. Vedere è sentire. Il guardare viene prima del parlare, sapere, del leggere, dello scrivere. «Il vedere viene prima delle parole. Il bambino guarda e riconosce prima di essere in grado di parlare. [...] È il vedere che determina il nostro posto all'interno del mondo che ci circonda; [...] il rapporto tra ciò che vediamo e ciò che sappiamo non è mai definito una volta per tutte. » 6 C'è sempre uno scarto tra le parole e la visione. « Il nostro modo di vedere le cose è influenzato da ciò che sappiamo o crediamo. [...] Vediamo solamente ciò che guardiamo. Guardare è un atto di scelta. [...] Noi non guardiamo mai una cosa 3 Traduzione letterale di Ways of Seeing , programma della BBC, poi trascritto, del critico d'arte e scrittore John Berger. 4 Gilles Deleuze, La risata di Nietzsche . Intervista di Guy Dumur, in Le Nouvel Observateur , 1967, in L'isola deserta e altri scritti. Testi e interviste 1953-1974, Torino, Einaudi, 2007, p. 159. 5 Nell'usare, nella traduzione italiana un po' impropria, il termine genere in riferimento alla differenziazione sessuale, si fa riferimento alla distinzione elaborata dal pensiero femminista anglosassone tra sex e gender . Il primo termine è legato all'appartenenza biologica; il secondo ai modelli culturali storicamente costruiti su tale differenza. I gender studies affrontano la riflessione sulla differenza sessuale, non su un piano naturale, bensì semiotico, come processo culturale. 6 John Berger, Questione di sguardi , Milano, Il Saggiatore, 1998, p. 9-11. 3

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Parole chiave

performance
ironia
desiderio
corpo
nomadismo
grottesco
post-moderno
arte contemporanea
gender studies
artiste donne
visual culture
teorie del genere
post-femminismo
differance
critica culturale
soggetto nomade
crisi del logocentrismo
mara mattuschka
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