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Sostenibilità e competitività in agricoltura. Ipotesi di sviluppo di una piattaforma logistica a supporto del Km Zero in Veneto.

Il lavoro nasce dall'esigenza di Coldiretti Veneto di individuare soluzioni migliorative al progetto Km Zero per un suo ampliamento. Considerata la fase distributiva la debolezza che ne ostacola l'espansione, lo studio avanza alcune opzioni di sviluppo di una piattaforma logistica volta al superamento di tale criticità. L'a proposta origina dall'opportunità di riqualificare l'impresa agricola in ottica di sostenibilità attraverso lo sviluppo di un progetto di filiera corta volto ad attenuare alcuni limiti attualmente riscontrati nelle filiere ortofrutticole tradizionali. Il consolidamento del Km Zero matura dall'impressione che nella filiera a volte operino troppi attori che, dilatando eccessivamente il canale distributivo, causino attività a scarso valore aggiunto ed impatto ambientale. L'accorciamento delle filiere impone dei trade-off nelle sfere economica, ambientale e sociale. L'ipotesi viene indagata attraverso interviste ad un campione di ortofrutticoltori e ristoratori commerciali e tramite alcuni benchmark nazionali, anch'essi studiati intervistandone i responsabili. Nella ricerca si individuano tre opzioni di piattaforma indicate come "piattaforma di coordinamento", "piattaforme con proprietà e gestione in capo ad una cooperativa" e "piattaforma dedicata", ognuna delle quali presenta vantaggi e svantaggi e un grado crescente di complessità. Limiti nel campione e nelle interviste condotte, nonché un contesto in evoluzione, lasciano aperte molte questioni che la tesi non esamina, proponendosi come spunto per ulteriori studi.

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INTRODUZIONE La presente tesi è frutto di un’attività di stage svolta presso Coldiretti Veneto allo scopo di individuare delle soluzioni migliorative al progetto Km Zero nell’ottica di un suo aumento di scala. In particolare, valutati quali potenziali clienti il consumatore, la ristorazione commerciale e collettiva, la Gdo e i dettaglianti operanti nei mercati rionali e considerata la fase distributiva, l’anello debole che ne ostacola l’ampliamento, lo studio si propone di avanzare alcune ipotesi di sviluppo di una piattaforma logistica volta al superamento di tale limite. Tale opportunità è stata approfondita prendendo a riferimento la produzione ortofrutticola e la ristorazione commerciale, pur lasciando aperte le opzioni relative agli altri canali commerciali. Piø in generale, la possibilità di consolidare il progetto Km Zero nasce da un lato dall’impressione che all’interno della filiera ortofrutticola a volte operino troppi attori che, dilatando eccessivamente il canale distributivo, siano causa di attività a scarso valore aggiunto e di significativi impatti ambientali; dall’altro da una riflessione sul potenziale ruolo delle filiere corte quali generatori di innovazione e di trasformazioni nell’ambito del sistema tradizionale. Il fenomeno della filiera corta racchiude una varietà di esperienze mosse dalla volontà di creare delle alternative al sistema agroalimentare prevalente, nella direzione di un riavvicinamento, di un accorciamento delle distanze fisiche, sociali, culturali, economiche tra mondo della produzione e mondo del consumo e si colloca nell’ambito di quel paradigma di impresa agricola multifunzionale in cui la sostenibilità ambientale e sociale non sono piø considerati vincoli, ma potenziali fonti di vantaggio competitivo (Rossi et al., 2008). Alla base vi è infatti il desiderio di rilocalizzare i processi di produzione e consumo spostando l’attività economica nelle mani delle piccole e medie imprese locali, incentivando la diversificazione, creando spazi per le varietà autoctone, implementando metodi di agricoltura sostenibile e accorciando la distanza tra i produttori e i consumatori (Guidi, 2009). La considerazione tuttavia che tali progetti vivano ancora un periodo di fermento e abbiano raggiunto solamente un parziale consolidamento suggerisce di valutarne la

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