I provvedimenti d'urgenza ex art. 700 c.p.c.
Il mio personale interesse per l'articolo 700 c.p.c è nato, casualmente, attraverso lo studio minuzioso di alcune ordinanze cautelari, che si distinguono per completezza, accuratezza ed intensità dei contenuti.
L'intervento del giudice dell'urgenza copre un vastissimo panorama di materie giuridiche, tra le quali rientra, a titolo d’esempio, la proprietà, il lavoro, i marchi e brevetti, il diritto di famiglia, la tutela della salute ex art. 32 della Costituzione.
Il provvedimento d’urgenza si rivela preziosissimo, ed alcune volte vitale, per la salvaguardia dei diritti soggettivi, lì dove la minaccia di un “pregiudizio imminente ed irreparabile” possa impedire un'esistenza armoniosa e serena dell'individuo.
Alla luce di queste premesse, l'articolo 700 c.p.c rappresenta la norma più interessante del nostro codice di rito, per la quale la dottrina e la giurisprudenza trovano sempre spunti di riflessione e dibattito.
Il punto di forza del 700 consiste proprio nell'atipicità del suo contenuto che, attraverso un accurato lavoro di interpretazione degli studiosi del diritto, diviene applicabile nelle più svariate ipotesi di “periculum in mora”.
La condizione di pericolo, infatti, può pregiudicare i diritti soggettivi dell’individuo nelle modalità più svariate ed imprevedibili, di conseguenza il legislatore non riuscirebbe a neutralizzare, in tempi ragionevoli, ogni sua probabile manifestazione.
Lì dove, invece, il nostro ordinamento prevede espressamente misure cautelari tipiche, che possono liberare l'individuo dalla morsa di specifici pregiudizi imminenti, bisogna scontrarsi con la dura realtà processuale, inficiata dai lunghi tempi fisiologici del giudizio civile ordinario.
L'eccessiva durata del processo ordinario favorirebbe il temutissimo passaggio dallo “stato di pericolo” a “danno effettivo ed irreparabile”, rendendo oramai inutile ogni attività processuale svolta sino a quel momento.
Su questo tortuoso ed incerto sfondo processuale, l’articolo 700 c.p.c. rappresenta l'unica valida soluzione.
Nella seconda parte di questo studio, si evidenzia come il legislatore abbia percepito l'esigenza di eliminare il carattere della strumentalità dei provvedimenti d'urgenza anticipatori , rispetto al giudizio di merito ( che diventa solo eventuale e non più necessario ), incentivando le parti ad aderire al dispositivo del giudice dell'urgenza ed a non intraprendere il giudizio ordinario.
La " stabilità processuale ", raggiunta in tempi rapidissimi, reca beneficio non solo alle parti, che evitano ulteriori stress, oneri e spese, ma anche all'intera collettività che vedrebbe ridurre il carico processuale dei tribunali civili.
La stessa recente riforma al processo civile, introdotta dalla legge 28 giugno 2009 n. 63, ha conferito ancora più efficacia stabilizzante ai provvedimenti d'urgenza anticipatori, in quanto obbliga il giudice dell'urgenza a statuire anche sulle spese processuali, onde evitare che le parti si vedano costrette ad intraprendere la causa di merito solo per definire quest'ultimo aspetto.
Nella terza parte di questo studio, ho analizzato alcuni provvedimenti d’urgenza in materia di tutela della salute e alcune problematiche dibattute dalla giurisprudenza.
Il Tribunale di Trani può vantare numerose ordinanze ex art. 700 ( in particolare meritano dovuta attenzione quelle del Giudice Dott. Guaglione ) che hanno riconosciuto ai ricorrenti il diritto ad ottenere, dalla A.U.S.L d'appartenenza, la somministrazione gratuita di terapie sanitarie “alternative” (rivelatesi efficaci per la cura di patologie gravissime ) non rientranti negli standards terapeutici riconosciuti dal servizio sanitario nazionale.
Le ordinanze tranesi hanno dimostrato come, ai fini della tutela dell'individuo, che versa in condizione di pericolo di un pregiudizio imminente ed irreparabile, non è fondamentale il “giudicato”, che richiede anni di attesa, ma è sufficiente un’istruttoria a cognizione sommaria e che il giudice diventi attento osservatore dell'evoluzione sociale, culturale, scientifica ed economica del nostro Paese, al fine di valutare le nuove forme di " periculum in mora " e nuovi " diritti soggettivi meritevoli di tutela ".
Senz’ombra di dubbio, l'articolo 700 del nostro codice di rito rappresenta lo strumento perfetto per realizzare tali obiettivi, perché va al di là di ogni sterile e voraginoso formalismo processuale e pone al centro dell'attenzione solo " la persona ".
In questo lavoro di tesi sono state analizzate le maggiori problematiche dibattute dalla dottrina dominante e dalla giurisprudenza, attraverso un’esposizione semplice e di facile consultazione.
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Informazioni tesi
Autore: | Fortuna Di Chio |
Tipo: | Tesi di Laurea |
Anno: | 2008-09 |
Università: | Università degli Studi di Bari |
Facoltà: | Giurisprudenza |
Corso: | Giurisprudenza |
Relatore: | Franco Cipriani |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 172 |
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