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L'immagine dell'altro nei mediascape

Flussi migratori e mass media costituiscono insieme una delle principale forze motrici del mondo moderno: quando le migrazioni si affiancano al rapido fluire delle immagini veicolate dai media vengono a crearsi nuove soggettività moderne. La presente intuizione di Arjun Appadurai centra in pieno l’esito della complessa interazione tra fenomeno migratorio e le sue rappresentazioni mediatiche, la quale costituisce oggi uno dei principali scenari della globalità. Questo lavoro prende le mosse da tale intuizione, costruendosi sul tema delle immagini e degli stereotipi che i mezzi di comunicazione di massa(giornali, tv, siti web) trasmettono, in maniera globale e deterritorializzata, dell’altro, nell’accezione di migrante, immigrato. I soggetti partecipanti di tale studio costituiscono quello che Appadurai ha definito con il termine di etnorama, ossia l’insieme di turisti, immigrati, rifugiati, esiliati, lavoratori ospiti, gruppi ed individui in movimento, che formano un tratto essenziale del mondo e sono capaci di influenzare la politica delle nazioni.
Utilizzando una metodologia di tipo storico-descrittivo, la ricerca tenta di perseguire il seguente obiettivo: dimostrare l’esistenza di differenti modalità di rappresentazione del fenomeno migratorio e dei suoi principali attori, le quali si individuano, in maniera evidente e rilevante, tra i media nazionali e quelli locali. Mentre i principali mezzi di comunicazione con bacino di utenza nazionale, e dunque telegiornali, quotidiani, periodici e riviste, trasmettono immagini ed informazioni che contribuiscono a rafforzare idee stereotipate e discriminanti del migrante, nei media locali, spesso espressione di realtà associative, si individuano tendenze opposte. Si evita, dunque, di raccontare l’immigrazione nelle dimensioni dell’emergenza, della cronaca nera e della sicurezza, per raccontare storie, volti, persone, esperienze, promuovendo, così, processi di integrazione e accoglienza dei soggetti migranti. A dimostrazione di tale assunto si analizza il lavoro della web television foggiana, Frontiera tv edito da Euromediterranea Pianificazione e Sviluppo, interamente dedicata al tema dell’immigrazione e dell’intercultura. In secondo luogo la ricerca si interroga sulle possibilità che, nell’era del predominio della comunicazione virtuale, il web e siti di informazione dedicati come questo detengono nell’ambito dei processi di trasformazione sociale e promozione di nuovi modelli culturali e sociali.

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6 Alla scoperta dell'alterità: l'immigrazione nel ventunesimo secolo L’alterità e i suoi esiti antropologici «Non possiamo vivere in un mondo a compartimenti. L‟altro diviene un problema proprio perché invade la mia vita ed è irriducibile al mio modo di vedere. Se un estremo è pensare che noi siamo nel giusto e gli altri in errore, l‟altro estremo è ritenere che siamo tutti adatti per un tipo di villaggio globale». 1 (R. Pannikar, Pluralismo e interculturalità) Quello dell‟alterità è uno dei temi peculiari della ricerca antropologica: ritroviamo, infatti, l‟esperienza dell‟altro e l‟interesse per la varietà culturale in diverse civiltà e periodi storici, in cui l‟uomo ha indagato, a seconda dei tempi, sulle varie forme in cui la diversità culturale si presentava. In Affergan F. ritroviamo la seguente ripartizione, nella quale l‟antropologo individua sei periodi da intendere come altrettante esperienze di appropriazione dell‟alterità: il periodo antico, quasi esclusivamente quello greco; il Medioevo con i viaggi di Marco Polo; l'ultima parte del XV secolo e tutto il XVI secolo con i resoconti delle scoperte, in particolare quelle relative al continente americano; il XVII secolo; il secolo dei Lumi ed infine il periodo che va dal XIX al XX secolo, con gli esiti antropologici a cui giunge Levi-Strauss. Tuttavia, in questo contesto, due risultano essere le tranche storiche meritevoli di interesse: l'età moderna, in quanto scopre in modo brusco l'estremo altro e il diciannovesimo e il ventesimo secolo, in cui si tenterà di erigere a scienza della diversità ciò che era stato percepito e vissuto a contatto con l'alterità. (Affergan, F., 1987, p.8-9). Nel Rinascimento l‟incontro con gli indiani d‟America ribalta la tradizionale visione della realtà dell‟uomo moderno. Ciò dipese soprattutto dal fatto che si era sempre negata l'esistenza del continente americano e la sua scoperta fu dunque un'autentica 1 PANNIKAR RAYMON, Pluralismo e interculturalità, a cura di Jaka Book, 2009

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