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La normativa comunitaria in materia di orario di lavoro

Il rapporto tra lavoro e tempo si pone oggi in termini diversi rispetto al passato.
Si ha il passaggio da un sistema dominato da un modello rigido di orario di lavoro, ad uno che ammette molte eccezioni che danno origine a nuove situazioni caratterizzate dall’esistenza di fasce di lavoratori a tempo parziale o comunque coinvolte in forme diverse dal lavoro a tempo pieno.
In un simile contesto, la normativa europea riveste un ruolo molto importante. Ciò si evince dal processo evolutivo della legislazione europea in merito alla regolamentazione dell’orario di lavoro dall’originario Trattato di Roma sino ad oggi e dalla giurisprudenza in merito della Corte di Giustizia, la quale ha attribuito negli anni un’importanza sempre maggiore alla tutela dei lavoratori e alla regolamentazione delle fattispecie relative a tale tema.
Altrettanto importanti, infine, sono le conseguenze e i provvedimenti adottati in Italia per mezzo del proprio diritto del lavoro domestico in seguito agli sviluppi normativi della legislazione europea.

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7 CAPITOLO I ORIGINI E RAGIONI DELL’INTERVENTO COMUNITARIO 1. Il quadro di riferimento Il contesto inerente la disciplina internazionale sull’orario di lavoro è ampio e complesso, come dimostrano le numerose Convenzioni e Raccomandazioni adottate dall’OIL a partire dal 1919 1 . Le ragioni della continua attenzione alla questione sociale dell’orario di lavoro da parte degli organismi internazionali derivano dalla concomitanza di due fattori. Tale interesse trova la sua giustificazione storica, da un lato, nelle conseguenze economiche derivabili da una limitazione della durata del lavoro disposta solo in alcuni Stati, dall’altro, nella pregnante necessità di promuovere la cooperazione fra gli Stati stessi, non solo per ravvicinare le discipline nazionali, ma anche per realizzare politiche del lavoro integrative e di sostegno di quelle legislative, al fine di porre margini o eliminare le distorsioni della concorrenza e del mercato e le forme di dumping sociale 2 . Il carattere universale del principio della durata massima dell’orario di lavoro e l’attività svolta in merito da parte delle organizzazioni internazionali non hanno impedito l’insorgere e il perpetuarsi di un conflitto tra le fonti internazionali e tra queste e gli ordinamenti interni: ciò a causa, soprattutto, della mancata o incorretta trasposizione della disciplina comunitaria negli Stati membri e/o della scarsa effettività della prima nei secondi 3 . E’ in questo quadro complesso 1 Per un confronto con la normativa europea, si veda J. Murrai, Transnational Labour Regulation: The ILO and EC Compared, , The Hauge-Boston-London, Kluwer Law International 2001. 2 G. Arrigo, Il diritto del lavoro nell’Unione Europea. Vol II, Milano, Giuffrè, 2001, pp. 197-200. 3 Ivi, p. 200.

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Parole chiave

direttive comunitarie
sentenze della corte di giustizia
diritto dell'unione europea
orario di lavoro
art. 118a
clausola di opt-out
riposo settimanale
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ferie

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