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La lingua delle cronache calcistiche nella stampa italiana e spagnola

Il calcio non è semplicemente un gioco, è un ramo produttivo che dà lavoro a tante persone, un mercato nel quale girano ingenti quantità di denaro, un fenomeno mediatico in grado di attirare le attenzioni dei settori portanti della società. Un segnale della sua enorme diffusione ci è fornito dalla massiccia divulgazione dei quotidiani sportivi, in gran parte dedicati alle vicende calcistiche. Tuttavia, nonostante la grande popolarità, la lingua del calcio è stata a lungo trascurata dai linguisti. Questo lavoro ha l’obiettivo di offrire una carrellata delle peculiarità linguistiche delle cronache calcistiche nei quotidiani italiani e spagnoli (sportivi e non). Il linguaggio dei cronisti della carta stampata si è evoluto nel corso degli anni, in parte anche per i cambiamenti avvenuti nelle dinamiche del gioco. Nuovi elementi lessicali (termini tecnici, voci gergali, anglicismi) sostituiscono quelli vecchi o vi si affiancano. Le strutture sintattico-testuali tendono a riprodurre la velocità delle azioni della partita e risentono dell’influenza della televisione e della lingua parlata. I procedimenti stilistici, come l’iperbole e la metafora, mirano sempre più a magnificare quanto avviene in campo e ad esaltare le “gesta” dei protagonisti.

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    Capitolo I Il linguaggio giornalistico sportivo e la lingua del calcio 1.1. Linguistica e linguaggio sportivo: storia di un amore difficile Prima di procedere all’esplorazione diretta della lingua del calcio e all’individuazione dei suoi aspetti caratterizzanti, si rende necessaria una sua definizione in termini tecnico-linguistici. Tale definizione, però, non è agevole a causa della scarsa presenza di investigazioni linguistiche sulla lingua del calcio e dello sport in generale. Scrive Antonio Alcoba López 5 (1993) a riguardo della lingua dello sport: «una materia o área hasta ahora poco tenida en cuenta en las investigaciones lingüísticas. Esa materia o área no es otra que la deportiva, convertida en una de las que mayor espacio ocupa en los medios de comunicación, ya sea prensa escrita o medios audiovisuales (radio y televisión)» 6 . Riflettendo sulle parole di Alcoba López viene da chiedersi per quale motivo, visto che lo sport occupa una fetta così importante all’interno dei mezzi di comunicazione di massa odierni (aggiungerei internet all’elenco proposto dall’autore spagnolo), il linguaggio sportivo non sia mai stato sufficientemente considerato da parte dei linguisti. Una parziale risposta ci arriva stavolta proprio da un addetto ai lavori, Claudio Giovanardi, che ammette l’atteggiamento di diffidenza da parte della linguistica tradizionale ma, allo stesso tempo, colma in parte tale lacuna offrendo il suo apporto attraverso il saggio dal titolo Il linguaggio sportivo. Giovanardi spiega che: «La grande popolarità dello sport in Italia ha probabilmente avuto un effetto di freno presso gli studiosi della nostra lingua, piuttosto restii a considerare la cronaca sportiva un oggetto di interesse scientifico; ciò ha fatto sì che ad occuparsi dei fatti linguistici legati allo sport siano stati spesso giornalisti o comunque appassionati, mentre dal campo dei linguisti il contributo sia stato assai più centellinato» 7 . Prosegue Giovanardi affermando che, a volte, l’atteggiamento di diffidenza dimostrato dagli studiosi di linguistica è stato accompagnato da un sentimento di critica e disprezzo nei confronti di una lingua ritenuta, forse con eccessiva disinvoltura, grossolana, “raccapricciante” e propensa ad un inutile slancio retorico.                                                               5 Antonio Alcoba López è un noto giornalista sportivo in Spagna, direttore del corso Sport e Comunicazione e professore della facoltà di Scienze della Comunicazione presso l’Università Complutense di Madrid.   6 Cfr. Alcoba López (1993), p. 124. 7 Cfr. Giovanardi (2006), p. 243. 

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