Parenting e competenza sociale in diverse culture. Una ricerca con bambini in età scolare
Saper stare con i coetanei è uno dei compiti di sviluppo più complessi che un bambino si trova ad affrontare nei primi anni di scuola quando il suo mondo, fino ad allora composto prevalentemente dal nucleo familiare, si apre ad altre relazioni e a nuovi orizzonti. Sin dal primo giorno di scuola dovrà imparare a come comportarsi, come entrare in un gruppo e negoziare le regole di un gioco. Si troverà, inoltre, ad affrontare nuove relazioni simmetriche e asimmetriche senza la mediazione dei genitori, avendo come risorse il proprio temperamento e il bagaglio di esperienze e insegnamenti interiorizzati che provengono dalla famiglia. Quest’ultima svolge un ruolo fondamentale nella maturazione emotiva e intellettiva del bambino; essa è portatrice di valori e abilità che sono lo specchio della cultura di riferimento.Per la maggior parte dei bambini l’amicizia è una delle principali componenti della vita; essa occupa, sia nel mondo reale che in quello della fantasia, una gran parte della giornata del bambino. Essa è fonte delle più grandi gioie ma, al tempo stesso, delle più grandi frustrazioni. All’interno di questa gamma di situazioni esistono comportamenti giudicati dalla società e dai genitori come prosociali, quindi positivi, o, all’opposto, negativi. Esiste infatti un insieme di regole sociali condivise che la società giudica accettabili, auspicabili oppure no, trasmessi dalla famiglia attraverso le pratiche educative e di socializzazione dei propri figli.
Non tutte le culture, però, hanno gli stessi valori e le stesse regole. In Italia, la socializzazione tra bambini è avvenuta più complessa con l’ ingresso di nuovi mondi culturali. È sempre più frequente trovare classi miste o incontrare ai giardinetti bambini provenienti da altre nazioni. Questo significa che genitori e bambini possono trovarsi a confrontarsi con modi diversi di fare amicizia.Il presente lavoro è dedicato proprio allo studio della rappresentazione dell’amicizia nei bambini di varie culture e di come le pratiche educative che i genitori mettono in atto nei loro confronti influenzino tale visione. In particolare si è fatto riferimento a bambini romeni, sudamericani, nigeriani, cinesi e italiani.Conoscere simili differenze permette di avvicinarsi ai nuovi immigrati muniti di strumenti più efficaci per interagire con loro. È, inoltre importante, abbandonare l’etnocentrismo che finora ha permeato le pratiche educative locali, adottandone di nuove che tengano in considerazione la varietà multiculturale del nostro Paese.
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Informazioni tesi
Autore: | Viviana Testa |
Tipo: | Laurea I ciclo (triennale) |
Anno: | 2010-11 |
Università: | Università degli Studi di Torino |
Facoltà: | Scienze dell'Educazione |
Corso: | Scienze dell'educazione e della formazione |
Relatore: | Angelica Arace |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 124 |
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