Le rappresentazioni della maternità in gravidanza: una ricerca empirica
Questo lavoro nasce da una mia particolare curiosità, credo però insita in ogni donna, relativa al misterioso mondo della gravidanza; Lo studio delle rappresentazioni materne si rivela particolarmente utile per capire come la donna affronta l’esperienza della gravidanza, come organizza ed elabora le proprie conoscenze, le memorie, gli affetti, ricordi, i pensieri ed i comportamenti in questo periodo; La costruzione delle rappresentazioni, se da una parte utilizza la percezione, che consente l’elaborazione dei dati sensoriali in “schemi” o “mappe”, dall’altra è fortemente influenzata dall’immaginazione e dal ruolo delle fantasie e delle emozioni, che le influenzano e le connotano fornendo particolari tonalità emotive e fantastiche.Nel primo capitolo si è trattato di come lagravidanza, seppure fenomeno in primo luogo fisiologico, venga studiata dalla psicologia e dalla psicoanalisi nei suoi aspetti di vissuti psichici che investono la donna.Diventare madre è un lavoro fisico e mentale che si svolge durante tutti i nove mesi, in alcuni momenti attraverso un percorso all’indietro: la donna, per diventare mamma, torna lei stessa bambina. In letteratura l’accento viene posto proprio sul fenomeno del ripercorrere la propria infanzia per risolvere i conflitti con le figure genitoriali interiorizzate e sulla possibilità di disporre di modelli positivi a cui attingere nella relazione con il proprio figlio.Con un linguaggio tecnico psicologico si direbbe esattamente che la donna “regredisce”: torna indietro per recuperare la propria infanzia, il proprio essere stata bambina, per rivisitare gli atteggiamenti, i limiti e pregi soprattutto del comportamento materno. “La gravidanza diviene pertanto uno scenario in cui ricompaiono conflitti, fantasie e tendenze appartenenti al passato soprattutto riguardanti il proprio sé in relazione alle figure famigliari” Si potrebbe sostenere che, in un certo senso, alla nascita fisica del bambino corrisponde la nascita psicologica della mamma, che nella propria mente dà origine non a un nuovo essere umano, bensì ad una nuova identità: il senso dell’essere madre.In che modo questa identità emerge in ogni donna e quali sono le sensazioni che la connotano?Diventare madre è il risultato del lavoro che ogni donna compie sul paesaggio della propria mente, e il frutto di tale lavoro è l’assetto materno, un campo dell’esperienza intimo e profondo.L’assetto materno non nasce nell’istante in cui il neonato emette il primo vagito; la nascita di una madre non ha luogo in un momento specifico, ben definito nel tempo e carico di drammaticità, ma emerge gradualmente dal lavoro che si è andato cumulando nei molti mesi precedenti e successivi all’effettiva nascita del bambino.Il secondo capitolo entra nel cuore della trattazione, prendendo in considerazione tutto il “mondo” delle rappresentazioni; E’stata fatta inizialmente una breve ricostruzione del concetto di rappresentazione per entrare poi nello specifico dell’argomento, ovvero le rappresentazioni della maternità, in particolare, del bambino e della madre; Sono state trattate le diverse dimensioni della rappresentazione del bambino, il bambino idealizzato, i sogni che le gestanti fanno sul loro bambino e le fantasie consce e inconsce che le donne hanno sul parto.Nel terzo capitolo è stata fatta una presentazione accurata del principale strumento utilizzato in questa mia ricerca, ovvero, l’intervista IRMAG, messa a punto da M. Ammaniti e collaboratori. L’IRMAG è uno strumento specifico, atto a cogliere in profondità il dispiegarsi delle rappresentazioni materne nel periodo gestazionale.E’ un’intervista semi-strutturata, proprio in quanto permette di stabilire un rapporto più diretto con la donna nel corso dell’incontro, modulando di volta in volta nel modo più appropriato le varie domande.Alla base di questa intervista si pone l’ipotesi che, attraverso differenti modalità di organizzazione del pensiero e del linguaggio riguardanti le esperienze affettive passate, sia possibile cogliere sottostanti “modelli funzionali interni” e quindi differenti stili d’attaccamento.Alla fine del suddetto capitolo sono state inoltre prese in considerazione alcune ricerche sperimentali che hanno anch’esse utilizzato questa intervista, allo scopo di rilevare eventuali somiglianze e differenze nei risultati tra tali contributi e la mia ricerca.Nel quarto capitolo vengono infine esposti i risultati del mio studio sulle rappresentazioni della maternità, esplorate attraverso l’utilizzo dell’intervista IRMAG e di tre Differenziali Semantici allo scopo di rilevare le caratteristiche individuali che le madri attribuiscono a loro stesse, le caratteristiche che le madri attribuiscono al loro futuro bambino e le caratteristiche che le gestanti attribuiscono a loro stesse in quanto madri, cercando in particolare di vedere se esistono delle differenze tra i due gruppi del campione, ovvero, donne “primipare” e donne “multipare”.
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Informazioni tesi
Autore: | Debora Leanza |
Tipo: | Laurea II ciclo (magistrale o specialistica) |
Anno: | 2009-10 |
Università: | Università degli Studi di Catania |
Facoltà: | Scienze della Formazione |
Corso: | Psicologia |
Relatore: | Santo Di Nuovo |
Lingua: | Italiano |
Num. pagine: | 119 |
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