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La decorazione della Cappella Sistina da Sisto IV a Giulio II

La decorazione della Cappella Sistina inizio' sotto il pontificato di Sisto IV e termino' sotto il pontificato di Giulio II. L'elaborato analizza i cicli realizzati ad affresco dai più grandi maestri del 400 e dal sommo Michelangelo, soffermandosi in particolare sul legame dei due cicli, la cui progettazione ideologica e teologica fu legata all'ambiente della speculazione gioachimita, sostenente il profondo legame tra Antico e Nuovo Testamento e sulla prefigurazione, cioè il manifestarsi della figura di Cristo negli accadimenti narrati nell'Antico Testamento.

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La Cappella Sistina: l’edificio, la sua storia. La Cappella Sistina fu edificata da papa Sisto IV (1471 – 1484) tra il 1475 ed il 1483, anno in cui fu dedicata alla Vergine Assunta. La paternità del progetto è ascrivibile a Baccio Pontelli, tuttavia nei documenti ufficiali Giovannino de’ Dolci figura in qualità di supervisore. L’ edificio si presenta come un’ aula rettangolare le cui misure sono 40,93 m di lunghezza per 13,5 m di larghezza e 20,7 m di altezza. Tra il 1481 ed il 1483 fu decorata dai maggiori artisti del Quattrocento italiano: Pietro Perugino, Cosimo Rosselli, Sandro Botticelli, Domenico Ghirlandaio e Luca Signorelli. Nel senso dell’altezza la cappella è divisa in tre ordini di cui l’ultimo è più aggettante rispetto agli altri (per permettere la connessione dei peducci della volta ai pilastri). Dal basso verso l’alto, questi ordini risultano decorati nel seguente modo: finti arazzi, scene della vita di Mosè e scene della vita di Cristo, infine ritratti di pontefici martirizzati. La parete d’altare era decorata da una pala, realizzata dal Perugino, raffigurante la Vergine Assunta, mentre la volta a botte ribassata era decorata da un cielo stellato, opera di Pier Matteo D’Amelia. Il pavimento, decorato ad opus alexandrinum, andava a costituire una sorta di percorso di devozione che portava il Pontefice ed il suo entourage, in occasione delle funzioni, a seguire un particolare tragitto dall’ingresso della Cappella al Sancta Sanctorum, zona interdetta ai laici e separata da una transenna marmorea 1 . Particolarmente importanti, dal punto di vista iconografico, risultano le scene riportate nel secondo ordine: abbiamo episodi tratti sia dall’ Antico Testamento che dal Nuovo, scelte in base alla loro importanza in fatto di contenuti, in modo tale che la vita di Mosè e quella di Cristo potessero essere paragonate nelle loro comuni fasi principali: ciò permette di istituire quindi un paragone tra le condizioni dell’umanità sub lege e quella sub gratia, quindi tra le alleanze stipulate da Dio con il genere umano. Le scene della vita di Cristo vengono messe in parallelo alle scene della vita di Mose’ secondo un ben preciso programma iconografico voluto da Sisto IV ed ideato in ogni suo dettaglio da due personaggi a lui molto vicini ed appartenenti all’ordine francescano 2 , Antonio da Pinerolo e Bartolomeo de Bellis. Le fonti utilizzate per la creazione di questo ciclo di affreschi sono state fondamentalmente opere teologiche riferite all’ esegesi allegorizzante tra queste: la Expositio super septem visiones libri apocalypsis, attribuito a S. Ambrogio ma datato al IX secolo, e le opere di Gioacchino da Fiore, una figura che ebbe gran peso nell’ ambiente francescano. Il frate calabrese, infatti, si farà portatore di una nuova teoria in cui l’età del Vecchio Testamento altro non è che la 1 La transenna marmorea è stata realizzata da Mino da Fiesole, Andrea Bregno e Giovanni Dalmata. 2 E’ importante ricordare l’appartenenza dello stesso Sisto IV all’ordine francescano, fatto che influenzerà le sue scelte in campo artistico e culturale.

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