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Lavorare con la conoscenza

La conoscenza è tra gli argomenti più complessi ed interessanti della letteratura aziendale, per la vastità delle implicazioni e per la sua trasversalità disciplinare. Nell’odierno contesto economico, caratterizzato da mercati ampi, maturi e fortemente competitivi, la capacità di generare idee innovative e di trasformare progetti e concetti in modo rapido ed efficace, assume una rilevanza strategica particolarmente decisiva per l’affermazione e la sopravvivenza delle imprese. Nella costante ricerca, non di teorie, ma di qualche buona ricetta per ottenere il successo di un business, appare sempre più corretta l’idea che alla base dei numerosi discorsi legati all’innovazione e alla tecnologia vi sia, come comune denominatore, la conoscenza. La conoscenza è informazione efficace, utile alla decisione, la sua qualità e tempestività catalizzano l’azione, ne accelerano le fasi e ne influenzano gli esiti. In tal senso è un fattore strategico di successo, un asset per la competizione: la capacità di un’impresa di estrarre e mettere a disposizione le proprie conoscenze, riutilizzarle e rinnovarle, è una delle principali chiavi di successo per il suo futuro. Col rischio di apparire troppo enfatici, potremmo dire che oggi gli elementi materiali di un’azienda contribuiscono al valore del suo prodotto finale molto meno di quanto non vi contribuisca il suo patrimonio intangibile, vale a dire il talento e le conoscenze dei suoi dipendenti, l’efficienza dei sistemi di gestione, la natura e la qualità del rapporto con i clienti, che assieme costituiscono il capitale intellettuale. Secondo Drucker, “la conoscenza nella nuova economia è la risorsa primaria. Terra, lavoro e capitale, i fattori tradizionali della produzione, non sono scomparsi ma sono diventati secondari”. La conoscenza è, di fatto, la vera risorsa scarsa e strategica del nuovo millennio e ciò va di pari passo con la capacità delle imprese di competere sui costi, neutralizzando in breve tempo qualunque vantaggio basato sulle risorse non knowledge-based. Un’impresa che innova è un’impresa che crea valore, crea ricchezza e stabilisce un rapporto dialettico con i mercati in cui opera. In tal modo non si vuole mettere in discussione l’utilità di strumenti e concetti tradizionali quali l’analisi dei fattori critici di successo, le economie di scala, le curve dei costi, gli indici di redditività, né, allo stesso tempo, si annuncia l’inutilità di strategie aziendali consolidate, come le analisi del posizionamento sui mercati; quello che si intende affermare, semplicemente, è che gli strumenti sopra descritti non sono più in grado di garantire la creazione e il successivo consolidamento di un vantaggio competitivo sostenibile se, contemporaneamente, l’impresa non sa valorizzare e gestire la conoscenza come principale risorsa chiave e fattore critico di successo. Il futuro appartiene ai lavoratori della conoscenza e il fattore decisivo sul quale si valuterà la prosperità di un’azienda sarà proprio la sua capacità di formare e addestrare tali individui. Un simile scenario non può che coinvolgere l’intera società: i prodotti e i servizi tendono progressivamente a perdere la loro componente fisica a favore del contenuto di conoscenza in essi cristallizzato; le aziende adottano una struttura organizzativa flessibile ed elastica, in grado di adattarsi velocemente ai cambiamenti, anticipare le nuove esigenze e modificare le modalità operative, sia al loro interno che all’esterno; la formazione diventa una premessa essenziale nel processo di creazione e trasferimento della conoscenza; la diffusione delle ICT modifica profondamente il modo di operare delle organizzazioni. Ecco, brevemente, i temi affrontati all’interno di questo lavoro, il cui obiettivo è anzitutto lo studio particolareggiato ed esauriente del cosiddetto knowledge worker. Più in dettaglio, il presente elaborato è così articolato: nel primo capitolo vengono introdotti i concetti di società della conoscenza, e-learning, lifelong learning e metacompetenza, in seguito ulteriormente approfonditi; il secondo capitolo è interamente centrato sul knowledge worker; il terzo capitolo traduce in maniera operativa quanto visto in precedenza, si approfondisce il processo di generazione della conoscenza, codificazione, coordinamento e trasferimento della conoscenza, poi vengono ripresi i concetti di e-learning, lifelong learning e metacompetenza attraverso una trattazione più ampia e minuziosa; il quarto ed ultimo capitolo si apre sul concetto di Capitale Sociale e sulle implicazioni che portano alla nascita di una Knowledge Society, alla riflessione non può che seguire una solida analisi del Knowledge Management e, in particolare, delle tecnologie della conoscenza. Tutto ciò in funzione di una domanda che, ovviamente, troverà adeguata risposta nel corso delle conclusioni: in che modo il management del lavoro della conoscenza può gestire i knowledge workers?

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| INTRODUZIONE I INTRODUZIONE La conoscenza è, certo, tra gli argomenti più complessi ed interessanti della letteratura aziendale, per la vastità delle implicazioni e per la sua trasversalità disciplinare. Nell’odierno contesto economico, caratterizzato da mercati ampi, maturi e fortemente competitivi, la capacità di generare idee innovative e di trasformare progetti e concetti in modo rapido ed efficace, assume una rilevanza strategica particolarmente decisiva per l’affermazione e la sopravvivenza delle imprese. Nella costante ricerca, non di teorie, ma di qualche buona ricetta per ottenere il successo di un business, appare sempre più corretta l’idea che alla base dei numerosi discorsi legati all’innovazione e alla tecnologia vi sia, come comune denominatore, la conoscenza. D’altro canto sono passati più di quattro secoli da quando Francis Bacon (insigne filosofo del XVI secolo, padre del metodo sperimentale e della logica induttiva) scrisse: “scientia potestas est”, ovvero la conoscenza è potere. Era il 1597 ma questo aforisma è quanto mai valido oggi, seppure con una particolarità: la conoscenza è un vantaggio competitivo e, quindi, un potere di enorme valore per l’azienda, solo se viene correttamente gestita. La conoscenza è informazione efficace, utile alla decisione, la sua qualità e tempestività catalizzano l’azione, ne accelerano le fasi e ne influenzano gli esiti. In tal senso è un fattore strategico di successo, un asset per la competizione: la capacità di un’impresa di estrarre e mettere a disposizione le proprie conoscenze, riutilizzarle e rinnovarle, è una delle principali chiavi di successo per il suo futuro. Col

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